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Il numero di febbraio '04

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Gli articoli

Contratto Nazionale:promesse mantenute

Una crisi ... a macchia di leopardo!
Industria metalmeccanica: nessun segno di ripresa

Artigiani Metalmeccanici: forse vicino il rinnovo.

Federmeccanica e Confapi: aumenti contrattuali

Cometa: buoni i risultati del 2003

Anolf: un'associazione della Cisl per favorire l'incontro con gli immigrati

Ripristinati i diritti per i lavoratori esposti all'amianto
Spesa sanitaria: siglato l'accordo


Accordo conclusivo sul
Contratto Nazionale

Promesse mantenute

Con l'accordo firmato il 22 gennaio 2004, si è conclusa la verifica sull'orario di lavoro e sui lavori atipici. Il testo concordato con Federmeccanica riconferma senza alcuna modifica quanto scritto nel contratto del 1999.

Quante inutili parole e quanti insulti abbiamo dovuto subire da parte di chi, non avendo nulla da proporre e avendo deciso a priori che il contratto non andava bene, poteva solo sperare di recuperare consensi denigrando il lavoro degli altri.

Come avevamo più volte detto, la fase applicativa di quel famigerato contratto non ha portato modifiche peggiorative rispetto a quello del 1999, nonostante il governo avesse varato nel frattempo una serie di provvedimenti "da brividi" anzi, proprio la firma di quel contratto ha completamente annullato gli effetti devastanti del decreto governativo 66/2003 sull'orario di lavoro.

In materia di orario, l'accordo conferma in 40 ore la durata dell'orario normale contrattuale, così come previsto nell'art.5 del contratto del '99, e conferma i limiti massimi, le maggiorazioni e le procedure già fissati per il lavoro straordinario.

Il rinvio alla contrattazione collettiva disposto dal decreto legislativo n.66/2003 sull'orario di lavoro ha pertanto trovato risposta nella conferma della disciplina contrattuale che, concordemente, Fim, Uilm e Federmeccanica non hanno ritenuto di modificare, in attesa del confronto che Cgil-Cisl-Uil hanno già iniziato con le controparti.

Anche in materia di contratti di lavoro atipici oggetto della verifica, part time e lavoro temporaneo, l'accordo mantiene in via transitoria le norme in vigore. Sul tale questione, occorrerà che nei prossimi mesi le organizzazioni sindacali si impegnino per contrattare norme e diritti più precisi. In particolare, per noi, va introdotto un unico limite percentuale per tutte le forme di lavoro atipico e vanno previste casistiche e limiti all'utilizzo. Inoltre va resa obbligatoria la consultazione e la verifica con le RSU.

Anche la contrattazione aziendale dovrà essere orientata in questo senso.

Nei prossimi giorni e compatibilmente con i tempi tecnici necessari verrà stampato tutto il testo contrattuale e distribuito, a cura delle aziende, a tutti i lavoratori.

A questo punto pensiamo che la polemica possa considerarsi conclusa e che la Fiom debba prendere atto che il contratto firmato da Fim e Uilm alla prova dei fatti è un buon contratto e che la politica della demagogia è una politica che non paga.

Apprendiamo mentre scriviamo che la Fiom ha deciso di fare un congresso straordinario. L'auspicio è che possa consentire a questa organizzazione di poter realizzare una seria riflessione che porti a riconsiderare le scelte fatte negli ultimi anni a partire dai risultati ottenuti (due contratti non firmati, la promessa di precontratti scarsamente realizzati, tensioni continue e divisione tra i lavoratori).

Fra nove mesi si andrà al rinnovo del contratto biennale e l'auspicio è che finalmente si riesca a farlo unitariamente, ma per far ciò occorrono le volontà per ricercare percorsi comuni praticabili e condivisi, a differenza di quanto avvenuto nel rinnovo dell'ultimo contratto dove, non ci stancheremo mai di ripeterlo, la Fiom decise di andare con una propria piattaforma rifiutando di discuterla con le altre organizzazioni.

Abbiamo nove mesi che ci vedranno impegnati nel rinnovo di parecchi contratti aziendali. Si apre una stagione che dovrà affrontare parecchie problematiche nuove e complesse che avranno bisogno spesso di fasi sperimentali: si pensi appunto al tema degli orari, dei contratti atipici, della riforma dell'inquadramento unico (vedi Informazione Fim di dicembre '03).

La Fim ritiene non più rinviabile il tema della contrattazione territoriale. Mentre le grosse fabbriche continuano a diminuire, le piccole aumentano e tanti sono i lavoratori che non vengono toccati dalla contrattazione aziendale.

Tante occasioni per provare a ricostruire percorsi unitari.

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Una crisi ¼ a macchia di leopardo!

Parliamo, in questo breve Viaggio, di alcune realtà metalmeccaniche delle zone di Besozzo e di Gallarate per verificarne lo stato di salute.

Che il settore stesse attraversando un periodo difficile lo si era intuito fin dallo scorso anno, ma il problema è esploso soprattutto negli ultimi mesi del 2003 e, come vedremo, in modo molto contraddittorio.

Preoccupante è la situazione alla Zamark, azienda con oltre 65 dipendenti di Somma Lombardo, che produce macchine per il settore maglieria. Gli ordini modesti sul mercato italiano si sono sommati a quelli con le esportazioni in Oriente, in particolare in Cina, dei macchinari prodotti. L'effetto sars ha messo in serie difficoltà l'azienda che ha dovuto ricorrere ad un massiccio ricorso alla cassa integrazione. Qualche timido segnale sembra arrivare in questo inizio 2004, ma non siamo ancora alla fine del tunnel.

Un'azienda che non ha avuto ripercussioni produttive è la Fossa di Gallarate (oltre 60 dipendenti): qualche riduzione di lavoro straordinario, ma nulla più. Gli impegni riguardano il rinnovo della Rsu oramai scaduta da tempo.

Stessa valutazione si può fare per la Parker di Arsago Seprio: l'azienda con circa 60 dipendenti produttrice di cilindri oleodinamici fa parte del gruppo multinazionale Usa Parker Hannifin e non sembra per il momento subire contrazioni produttive.

La Silmer di Somma Lombardo, piccola azienda di 24 dipendenti ha fatto ricorso in questi mesi alla cassa integrazione di fronte ad un calo degli ordinativi.

Qualche difficoltà, comune a tutto il settore, la sta vivendo in questo ultimo periodo la Fulgor di Cavaria: l'azienda con meno di 15 dipendenti ha dovuto ricorrere alla cassa integrazione perché le difficoltà di mercato (bilance) sono presenti da tempo.

Non ci sono grossi problemi produttivi alle Officine Lattuada di Cassano Magnago: l'azienda specializzata in produzioni di macchine con circa 20 dipendenti ha continuato il proprio percorso senza ricorrere alla cassa integrazione.

La Galdabini di Cardano al Campo, azienda storica del gallaratese, pur in presenza di una contrazione degli ordinativi, non ha fatto ricorso alla cassa integrazione ma, in accordo con la Rsu, ha gestito una riduzione delle giornate lavorative.

La Luoni di Gallarate, specializzata in produzione di scaffalature con circa 15 dipendenti non ha avuto grosse difficoltà, anche se non ha sostituito il personale pensionato. Per il prossimo anno è in scadenza il rinnovo del premio aziendale.

Qualche difficoltà alla Montex di Sumirago che ha dovuto ricorrere alla cassa integrazione e lo stesso per la B.K.R. sempre di Sumirago (20 dipendenti, settore meccano tessile) che ha dovuto ridurre in parte il personale.

Andamento non lineare alla Jametti di Somma Lombardo (circa 30 dipendenti, settore meccano-tessile) che ha dovuto ricorrere alla cassa integrazione e in questi mesi si è trasferita nella nuova sede di Casorate Sempione.

Non ci sono state difficoltà durante l'ultimo anno alla Condenser di Ispra (circa 250 dipendenti e produzioni del settore indotto degli elettrodomestici): seppure in presenza di un investimento nell'est Europa (Polonia) per i prossimi anni, il lavoro anche per il 2004 è confermato. Nei prossimi mesi si affronterà il rinnovo del premio di risultato.

Anno modesto, ma senza grandi difficoltà alla Cassani di Besozzo (60 dipendenti, produce levigatrici), alla Tema di Ternate (25 dipendenti, produce termometri) e alla Fa & Mi di Angera (25 dipendenti, produce torce e cavi) che hanno terminato l'anno senza ricorrere alla cassa integrazione.

In espansione l'occupazione e le produzioni alla V2 Component di Besozzo, circa 25 dipendenti (ed attiva nel settore elettrodomestici, e ci sono le condizioni per introdurre un premio aziendale. Lo stesso ragionamento vale per la Lae di Caravate (40 dipendenti, produttrice di griglie industriali) che ha avuto uno sviluppo negli ultimi anni e che oggi deve affrontare temi come l'assenteismo e la produttività (un aiuto potrebbe arrivare da un contratto interno per una regolamentazione dei turni e per realizzare un premio).

Lo sviluppo e gli investimenti nel gruppo Cavikos di Sangiano (circa 100 dipendenti in tre realtà produttive) di questi anni e il settore nel quale opera (elettrodomestici) obbliga l'azienda ad affrontare un piano di riorganizzazione interna, in particolare sulla qualità e sui costi.

La Rossi di Cocquio Trevisago (circa 35 dipendenti) non sembra sentire le difficoltà presenti e gli investimenti dei nuovi capannoni lo dimostrano. Lo stesso vale per la Tecnoelettra di Brebbia (circa 30 dipendenti nelle due realtà produttive).

La Gea di Monvalle, circa 20 dipendenti, sopravvive all'interno del gruppo multinazionale tedesco pur non sostituendo il personale che si dimette.

Un aspetto diverso per la Pressofusione di Brebbia che con 30 dipendenti, pur in presenza di un discreto mercato, non riesce a superare le difficoltà (assenteismo, qualità del prodotto) che sono presenti.

Seppure senza grossi ordinativi, continua la vita produttiva della Omt Tessarolo di Mercallo (circa 15 dipendenti) e della Aviotecnica (20 dipendenti, settore aeronautico) di Sesto Calende.

Franzetti Rinaldo

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Nessun segno di ripresa nell'industria metalmeccanica dell'alto Varesotto

Siamo in una fase di difficoltà, capita spesso di sentirselo dire. Sono ormai due anni che le industrie metalmeccaniche dell'alto varesotto soffrono. Da una parte la crisi internazionale, dall'altra la sempre maggiore competitività che arriva dai paesi dell'Est, rende la situazione difficile e non si intravvedono ancora segnali di cambiamento.

Non siamo in presenza di forti ricorsi alla cassa integrazione, ma chi si licenza difficilmente viene sostituito. E' il caso di aziende dove il ricorso al lavoro straordinario era abbastanza abituale o comunque i programmi produttivi erano solitamente a lunga scadenza (Sices, LP, Mam, Meccanoplastica, Cisam, Ispracontrols, Franz Isella, ecc...).

Altre aziende sono state costrette invece a ricorrere alla cassa integrazione e alcune la stanno ancora utilizzando (Marè, Angelini, ecc¼ .).

Vi sono poi i casi di aziende che di lavoro finalmente o fortunatamente ne hanno ma devono fare i conti con una precaria situazione finanziaria derivante dal fatto che stanno uscendo da un periodo difficile (MV Agusta, Italtractor, Carrozzeria Minonzio, Alco Italia, ecc¼ ) e con i fatti accaduti in questi tempi (vedi Parmalat) il sistema bancario è diventato ancora più sospettoso e diffidente rendendo più complicate le possibilità di ripresa.

Vi sono infine i casi di aziende che hanno definitivamente chiuso o spostato le produzioni da altre parti. La Mec Mor, azienda che ha fatto la storia anche sindacale della zona, lo scorso anno è stata definitivamente chiusa e quel poco di buono che era rimasto trasferito a Brescia, così come sembra aver imboccato la strada per Brescia anche la Bremach

Una situazione quindi di preoccupazione che si protrae da lungo tempo e che tocca trasversalmente i vari settori produttivi, che si aggrava o si riduce improvvisamente, con commesse che arrivano improvvise e che prevedono tempi di consegna immediati, costringendo a fare i conti con momenti si scarico produttivo (e ricorso alla Cigo) che si alternano o in qualche caso convivono con la necessità di fare ricorso allo straordinario.

Una situazione complessa che per essere gestita in maniera efficace necessiterebbe di strumenti legislativi e contrattuali nuovi capaci di tutelare il salario dei lavoratori, ma anche di favorire i processi di riorganizzazione e il reinserimento lavorativo.

Strumenti che possono essere realizzati solo se esistono volontà comuni delle parti (Organizzazioni Sindacali, Confindustria, Governo) ad aprire un confronto serio di merito.

A.L.

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Contratto Nazionale Artigiani Metalmeccanici

Forse vicino il rinnovo.

  Tabelle

Prosegue il negoziato tra le delegazioni di Cgil Cisl Uil e le Associazioni Artigiane .

Nel mese di dicembre è stato stilato un documento fra tutte le parti coinvolte ad esclusione della Cgil che mantiene una posizione contraria ad ogni tipo di innovazione del modello contrattuale.

Pur rimanendo ancora da definire le quote dell'inflazione per il 2003/2004, (è stato richiesto il 2,5 per l'anno in corso e una percentuale sopra il 2 per il prossimo), valutiamo positivamente l'insieme dei contenuti per le seguenti ragioni:

- vengono sbloccati i contratti di lavoro, che dovranno essere rinnovati per la sola parte economica entro il 31.1.2004, con la possibilità di uniformarne la scadenza alla data del 31.12.2004. Anche se solo per la parte salariale, si mantengono così, per quasi tutti i contratti del settore, le scadenze naturali;

- viene sbloccata e fortemente valorizzata la contrattazione decentrata, che dovrà svolgersi in tutte le regioni;

- si crea la possibilità di riavviare la previdenza complementare per i lavoratori dell'artigianato, attraverso il rilancio di Artifond, di eventuali fondi regionali e del meccanismo del "silenzio-assenso";

- si apre un negoziato interconfederale per la riforma del modello contrattuale e per il rilancio della bilateralità;

- si è definita una posizione forte sugli ammortizzatori sociali per modificare il ddl 848bis.

Nel frattempo ricordiamo che gli accordi transitori del 2003 prevede che l'IVC (indennità di vacanza contrattuale) continui a essere erogata e, per quanto su tale questione esistano interpretazioni differenti, per Fim-Fiom-Uilm i valori sono quelli sotto riportati.

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Aumenti contrattuali Federmeccanica e Confapi

Tabelle Federmeccanica

Tabelle Confapi

Dal 1° febbraio scatta la seconda tranche dell'aumento ottenuto nell'ultimo rinnovo del CCNL Federmeccanica e Confapi, mentre con la retribuzione di gennaio è stata corrisposta la seconda una tantum di 105,00 euro.

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Fondo Pensione Integrativa Cometa

Buoni i risultati del 2003

Il 2003 si chiude con un risultato positivo per Cometa (il fondo di pensione integrativo degli addetti all'industria metalmeccanica privata). I dati al 31 dicembre 03 ci dicono infatti che:

- sono iscritti 315.259 aderenti, ai quali vanno aggiunti circa 1.500 nuove adesioni in fase di inserimento;

- la banca depositaria ha ricevuto bonifici per 1.830.066.559,00 Euro;

- sono stati processati 72.627 riscatti di cui 66.865 liquidati;

- sono inoltre state trasferite ad altri Fondi le posizioni di 4.229 aderenti;

- la gestione finanziaria si chiude con un rendimento positivo lordo del 4,46% pari a un rendimento positivo netto stimato intorno al 3,8%.

Il rendimento sopra indicato è il risultato della gestione finanziaria monocomparto fatta dalla somma dei risultati delle tre linee di gestione, che dal 1° gennaio al 31dicembre 2003 hanno prodotto i seguenti risultati:

- linea conservativa (nella quale è investito il 42,6% del patrimonio totale): 3,54%;

- linea reddito (nella quale è investito il 35,45% del patrimonio totale): 4,97%;

- linea crescita (nella quale è investito il 22,19% del patrimonio totale): 5,37%.

In base a quanto deliberato dall'assemblea Straordinaria del Fondo del 10/10/2003, si sta procedendo negli adempimenti necessari per arrivare alla gestione finanziaria multicomparto a partire dal 1/1/2005. Nella definizione dei diversi comparti di investimento si sono considerate le caratteristiche demografiche degli aderenti, le loro diverse necessità e la loro vita lavorativa media residua.L'insieme di questi elementi ha evidenziato l'esigenza di quattro diversi profili di rischio/rendimento per soddisfare i bisogni previdenziali degli aderenti, il cui schema può essere così sintetizzato:

Comparto 1

Il patrimonio del comparto viene totalmente investito in strumenti finanziari di natura obbligazionaria. L' obiettivo del comparto è la conservazione del capitale e un rendimento in linea con i tassi dei mercati monetari. Il rischio d'investimento è molto basso.

Comparto 2

Il patrimonio del comparto viene investito in strumenti finanziari di natura azionaria con un limite massimo del 10% e in strumenti finanziari di natura obbligazionaria per la restante parte. L'obiettivo del comparto è la protezione del capitale eventualmente garantito, con costo da addebitare sulle singole posizioni, da coperture assicurative. Il profilo di rischio dell'investimento per il tipo di strumenti finanziari e per le eventuali garanzie offerte è basso.

Comparto 3

Il patrimonio del comparto viene investito in strumenti finanziari di natura azionaria con un limite massimo del 30% e in strumenti finanziari di natura obbligazionaria per la restante parte. L'obiettivo del comparto è di realizzare una crescita del capitale investito in un orizzonte temporale di medio periodo. Il profilo di rischio dell'investimento per il tipo di strumenti finanziari e le tecniche di gestione adottate è definibile medio. I limiti massimi di investimento azionario di questo comparto sono quelli in vigore attualmente con la gestione monocomparto.

Comparto 4

Il patrimonio del comparto viene investito in strumenti finanziari di natura azionaria con un limite massimo del 60% e in strumenti finanziari di natura obbligazionaria per la restante parte. L'obiettivo del comparto è di realizzare una crescita del capitale investito in un orizzonte temporale di lungo periodo. Il profilo di rischio dell'investimento per il tipo di strumenti finanziari consentiti è definibile medio-alto.

Ai comparti verranno dati nomi che li rendano facilmente riconoscibili dagli aderenti. L'aderente potrà scegliere un solo comparto di investimento in cui confluiranno la posizione maturata al momento della scelta e i rendimenti futuri. La scelta potrà essere variata nel tempo. Le modalità e la tempistica della scelta e delle variazioni verranno definite dal CdiA.

L'informazione e la comunicazione agli associati rappresentano un aspetto molto importante e delicato nel passaggio al multicomparto e richiederanno un attivo coinvolgimento delle Parti istitutive.

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Anolf

Un'associazione della Cisl per favorire l'incontro con gli immigrati

L'Associazione Nazionale Oltre le Frontiere è stata promossa dalla Cisl Confederale nel 1989. Erano allora gli anni in cui la presenza di immigrati era concentrata soprattutto nel Lazio ed in Campania, dove gli immigrati erano occupati nei lavori stagionali dell'agricoltura, soprattutto nella raccolta del pomodoro.

Da allora la strada fatta è stata tanta. Gli immigrati nel nostro paese sono passati da qualche centinaio di migliaia a quasi due milioni, il loro inserimento lavorativo tocca oggi tutti i settori, la loro distribuzione si è spostata prevalentemente nel nord dell'Italia.

Con l'evoluzione del fenomeno immigratorio, c'è stata anche l'evoluzione dell'Anolf. Nei suoi 14 anni di vita l'associazione è passata da qualche migliaio di iscritti agli attuali 60.000 e dalla presenza solo nel centro Italia e nei grandi centri metropolitani, a quella capillare in quasi tutte le province.

Oggi si può dire senza paura di essere smentiti che l'Anolf è la più importante associazione di immigrati del nostro paese. E proprio in questo, l'essere prima di tutto un'associazione di immigrati, sta il suo successo. Tramite l'Anolf infatti la Cisl ha portato la sua proposta associativa tra gli immigrati: l'associazione, l'auto-organizzazione come prima condizione per difendere i propri diritti, per organizzare la propria tutela ed il reciproco aiuto.

In provincia di Varese l'Anolf è presente a Busto Arsizio fin dal 1991, ma solo dal 2001 la sua presenza inizia ad essere organizzata in tutta la provincia, non solo come sportello, ma come associazione a tutti gli effetti.

L'Anolf in provincia è oggi prima di tutto un luogo di accoglienza e di incontro per gli immigrati di quasi tutte le comunità straniere presenti. I suoi uffici sono organizzati per assistere gli immigrati in tutte le pratiche che li riguardano e per indicare loro gli uffici pubblici o le strutture sindacali e assistenziali che possono aiutarli riguardo ad esigenze specifiche. Quasi tutto il personale che fa sportello al pubblico è straniero e immigrato.

L'Anolf inoltre è un'organizzazione che, insieme alla Cisl ed al movimento sindacale, si batte per migliorare i diritti civili e sociali degli stranieri immigrati in Italia.

L'Anolf infine vuole essere un fattore di integrazione e di incontro tra stranieri e italiani.

Prima di tutto accettando l'adesione anche di italiani che ne condividano gli scopi e le finalità, poi organizzando e partecipando ad iniziative che aiutano la conoscenza delle culture straniere presenti sul territorio ed infine costruendo progetti, anche con l'utilizzo di finanziamenti pubblici, per migliorare l'inserimento degli stranieri nel mercato del lavoro della nostra provincia e per aiutare i loro figli nell'inserimento nel mondo scolastico.

Oggi sono più di 700 gli stranieri iscritti a categorie della Cisl in provincia, che sono soci Anolf di diritto, ed a questi se ne affiancano almeno altri 300 iscritti direttamente dall'associazione.

I problemi sollevati da questa legge sull'immigrazione sono innumerevoli e così le presunte violazioni della Costituzione, tanto da giustificare il giudizio di legge già sostanzialmente fallita a solo un anno e mezzo dalla sua introduzione. Per esigenze di spazio, ci limitiamo ad uno degli ultimi guasti accertati.

Lo stretto legame tra permesso di soggiorno e rapporto di lavoro introdotto dalla legge, ha giustificato una pronuncia della Corte di Cassazione, secondo cui la decadenza del permesso di soggiorno rende giustificabile la risoluzione del rapporto di lavoro da parte del datore, anche se non "automaticamente", e comunque la sospensione dello stesso senza corresponsione della retribuzione. La Bossi-Fini ha causato un forte incremento dei controlli burocratici, che hanno costretto le questure ad allungare i tempi del rinnovo dei permessi. A Varese ad esempio occorrono ormai più di sei mesi dalla scadenza del permesso per avere l'appuntamento per il rinnovo.

Risultato: all'Anolf si stanno presentando i primi casi di lavoratori sospesi dal lavoro e dalla retribuzione per il permesso scaduto e non rinnovato tempestivamente a causa dei tempi imposti dalla questura.

Ci chiediamo: per quanto ancora può essere tollerata questa situazione?

Sergio Moia e Thierry Dieng  responsabili dell'Anolf di Varese

Anolf.varese@cisl.it

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Ripristinati i diritti per i lavoratori esposti all'amianto

La straordinaria mobilitazione dei lavoratori interessati ha costretto il governo a ripristinare le agevolazioni in materia di accesso alla pensione, previste per i lavoratori esposti alle lavorazioni con l'amianto.

La Finanziaria 2004 ha stabilito infatti che: "in favore dei lavoratori che abbiano già maturato, alla data del 2 ottobre 2003, il diritto al conseguimento dei benefici previdenziali di cui all'art. 13, comma 8, della legge 27 marzo 1992, n. 257, e successive modificazioni, sono fatte salve le disposizioni previgenti alla medesima data del 2 ottobre 2003. La disposizione, di cui al primo periodo, si applica anche a coloro che hanno avanzato domanda di riconoscimento all'Inail o che ottengono sentenze favorevoli per cause avviate entro la stessa data. Restano valide le certificazioni già rilasciate dall'Inail".

In attesa che siano chiarite le modalità di applicazione della disciplina nella sua interezza da parte del Ministero del Lavoro e dell'Inps, l'Inail ha emanato una circolare con le disposizioni per le sedi periferiche, con l'intento di fornire istruzioni operative per consentire l'attuazione delle disposizioni della Legge Finanziaria.

Tali disposizioni prevedono la riattivazione di tutte le funzioni istruttorie e certificative di competenza dell'Istituto – con le stesse modalità seguite in passato, e cioè sia sulla base di pareri Contarp che di Atti di indirizzo ministeriale - nei riguardi dei lavoratori assicurati Inail, a condizione che gli stessi lavoratori abbiano sicuramente presentato al- l' Istituto entro il 2 0ttobre 2003 la domanda per ottenere il certificato di esposizione all'amianto.

Invece, per i seguenti lavoratori assicurati Inail:

- di cui sia incerta la data di presentazione della domanda ;

- di cui sia certo che la domanda è stata presentata dopo il 2 ottobre 2003;

- che non siano assicurati Inail, oppure assicurati Inail che richiedono il riconoscimento dell'esposizione per periodi non coperti da assicurazione Inail (ferrovieri fino al 31.12.1995; postali fino al 31.12.1998), a prescindere dalla data di presentazione della domanda;

- occorrerà limitarsi all'inserimento in procedura dei dati anagrafici e, qualora presenti, di quelli contenuti nei curricula professionali, ricordando, per i lavoratori non assicurati INAIL, che prima dell'inserimento dei dati del curriculum, si dovrà richiedere alla DCSIT, con le consuete modalità, l'apertura delle PP.AA fittizie.

Un risultato importante. Occorrerà però vigilare che,quanti nel governo sono usciti sconfitti su questa questione non cerchino di ostacolare l'applicazione della norma.

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Siglato l'accordo sulla spesa sanitaria in Lombardia

Raggiunti primi risultati importanti

Dopo quasi un anno di forti iniziative unitarie, che ha visto coinvolti lavoratori e pensionati, finalmente la Regione Lombardia ha accettato di rivedere le scelte fatte in materia sanitaria.

Il 25 novembre 2003 al termine di una lunga fase di confronto sul tema della compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria e della tutela dei soggetti più deboli è stato raggiunto infatti un importante accordo i cui punti salienti sono:

1) estensione, a partire dal 1° gennaio 2004 sulla base dell'autocertificazione (come precisato più avanti), delle disposizioni concernenti l'esenzione dal pagamento del ticket sulla spesa farmaceutica per ragioni di reddito a tutti i titolari di pensione e i familiari a loro carico, purché appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo riferito all'anno 2002, non superiore a euro 8.263,31, incrementato fino a euro 11.362,05 in presenza del coniuge a carico ed in ragione di ulteriori euro 516,45 per ogni figlio a carico;

2) dalla stessa data sono esenti dal pagamento del ticket sulla spesa farmaceutica i disoccupati di cui agli elenchi anagrafici dei centri per l'impiego, i lavoratori in mobilità, quelli in cassa integrazione straordinaria e i familiari a loro carico.

Il diritto all'esenzione per i lavoratori che rientrano in queste categorie scatta dal momento in cui si verifica una delle condizioni indicate, previa autocertificazione da presentarsi ai sensi e con le modalità indicate più avanti, e ha validità per tutto il periodo di durata di tale condizione;

3) dalla stessa data sono esenti dal pagamento del ticket sulla spesa farmaceutica i cittadini trapiantati d'organo con un reddito di nucleo familiare riferito all'anno 2002 non superiore a euro 36.151,98, in analogia con una delle esenzioni connesse alle prestazioni specialistiche e con le modalità, i tempi e gli strumenti, come precisato più avanti ;

4) a far data dal 1° gennaio 2004, l'esenzione dal pagamento della quota di rimborso per l'erogazione di prestazioni di pronto soccorso, che la citata DGR prevedeva per gli assistiti di età superiore ai 75 anni, è estesa agli assistiti di età superiore ai 65 anni.

I titolari di pensione nelle condizioni di cui al punto 1), i lavoratori indicati al punto 2) e i soggetti di cui al punto 3), per poter usufruire dell'esenzione dal pagamento dei ticket devono obbligatoriamente presentare preventivamente agli uffici competenti delle ASL, nonché degli altri soggetti eventualmente autorizzati, apposita autocertificazione sui modelli predisposti dalla DG Risorse e Bilancio della Regione Lombardia attestante i limiti di reddito 2002 conformi all'ultima dichiarazione annuale.

Per i suddetti cittadini questa procedura avrà validità sino all'entrata in vigore dell'ISEE (Indicatore Sociale equivalente) che verrà definito a livello regionale un apposito confronto con le Organizzazioni Sindacali.

Le parti convengono inoltre sulla necessità che la Regione effettui i doverosi controlli sulle prescrizioni mediche e sulle esenzioni per ragioni di reddito e assuma, in presenza di violazione delle disposizioni vigenti, i previsti provvedimenti.

A conferma di tale impegno le parti convengono che le esenzioni di cui al punto 1) 2), 3), 4), saranno usufruibili solo a condizione della presentazione del "Tesserino di Esenzione" che verrà fornito dai competenti uffici delle ASL, e dagli eventuali altri soggetti appositamente autorizzati, ai cittadini che presenteranno l'autocertificazione secondo la modulità sopra definita. L'autocertificazione – e il relativo tesserino di esenzione – potranno essere presentati e ottenuti a partire dal 19 dicembre 2003.

Le Parti, consapevoli della complessità delle procedure attuative del presente accordo, dichiarano che, laddove insorgessero problemi tecnici relativi alle autocertificazioni, questi saranno oggetto di informazione preventiva e di immediato confronto.

lteriori chiarimenti oltre ai moduli per le autocertificazioni si possono avere agli sportelli dell'INAS-CISL.

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