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Il numero di dicembre '00

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Gli articoli
Contratto: la piattaforma unitaria
Contratto: il documento politico di Fim Fiom Uilm
Nizza 2000: cronaca della manifestazione sindacale
Inda: un gruppo industriale che sta cambiando
Bticino: l'accordo integrativo salariale
Bticino: salario professionale per gli operai di 5° livello
Agusta: elezione della Rsu di Vergiate
Italtractor ITM: l'accordo integrativo aziendale
Secondo Mona: l'elezione della Rsu
Previdenza integrativa: la riforma fiscale
Previdenza integrativa: Fondapi schiaccio l'acceleratore
Le novità fiscali della Finanziaria 2001(Inserto La Margherita)
 

Contratto

Fim Fiom Uilm siglano la piattaforma unitaria

Ora la parola ai lavoratori - Da gennaio le assemblee nei luoghi di lavoro - 11 gennaio 2001: attivo provinciale dei delegati metameccanici

Il Natale del 2000 ha portato un dono anche alla nostra categoria, la piattaforma unitaria. Il 20 dicembre le segreterie nazionali di Fim Fiom Uilm , sentite anche le segreterie confederali, hanno trovato un compromesso accettabile delle rispettive posizioni, mettendo fine ad un confronto che poteva risultare logorante per tutto il sindacato.

L'intesa è stata trovata sulla base di una richiesta economica di 135.000 lire, a metà strada quindi tra la richiesta iniziale della Fiom e quella della Fim, e sulla base di un documento politico che anticipa l'orientamento delle tre organizzazioni sindacali su due punti che dovranno caratterizzare il rinnovo della parte normativa del contratto tra due anni: il decollo della contrattazione territoriale e la riforma dell'inquadramento unico.

Sulla rivendicazione salariale, la cifra richiesta non è molto superiore a quella necessaria alla copertura del potere d'acquisto del biennio. Ciò non dovrebbe pregiudicare il "carattere fisiologico" che dovrebbe avere il rinnovo del biennio salariale del contratto nazionale, che era appunto l'obiettivo della Fim. Sappiamo che stiamo chiedendo qualcosa di più, sappiamo pure che una buona parte dello scostamento tra inflazione programmata e inflazione reale dipende da quella importata (petrolio), e quindi dovrebbe essere esclusa dal recupero, ma sappiamo anche che la congiuntura continua ad essere buona e che anche questo deve essere considerato ai fini della cifra salariale da riconoscere.

Sulla parte politica del documento unitario, che riportiamo qui a fianco, la Fim ottiene ciò che da tempo sta chiedendo: un impegno unitario a riformare gli assetti contrattuali ed in particolare a richiedere la contrattazione territoriale, unica condizione per diffondere la contrattazione di secondo livello anche nelle piccole fabbriche, che fino ad oggi ne sono state prive. Pure il secondo impegno fa parte della strategia sindacale della Fim. Su quest'altro punto inoltre possiamo rivendicare una primogenitura varesina, insieme agli amici di Bergamo. Sentiamo infatti con giusto orgoglio di essere stati tra i primi e tra i pochi ad aver saputo costruire le condizioni per accordi unitari in tema di professionalità e ad aver fatto scricchiolare le posizioni ottuse di Federmeccanica in una delle più importanti Associazioni Industriali del paese.

Ci pare quindi che il compromesso raggiunto premi la tenacia con cui la Fim ha voluto tenere ferma la propria impostazione iniziale e che pertanto si possa affrontare il rinnovo del contratto con una posizione sufficientemente coerente con l'accordo del 23 luglio 1993, una circostanza che darà credibilità e quindi forza alla delegazione contrattuale sindacale al tavolo della trattativa. Pertanto, se c'è voluto del tempo ad arrivare ad una posizione unitaria, non è passato invano. Ciò non toglie la possibilità di sorprese. Con la nostra controparte ci siamo fin troppo abituati, ma anche al nostro interno gli esempi non mancano, ultimo quello appunto della contrattazione territoriale. Era una posizione comune nella primavera di quest'anno, ma la Fim si è poi trovata sola a sostenerla nelle discussioni legate al rinnovo del contratto. Occorrerà quindi, come si dice, tenere alta l'attenzione. Ora però è importante l'unità di tutta la categoria, per avere un alto consenso tra i lavoratori e rendere più celere possibile la trattativa.

Sergio Moia

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Contratto nazionale

Il documento politico di Fim Fiom Uilm

Le Segreterie Nazionali di FIM, FIOM e UILM propongono per la piattaforma del rinnovo economico del CCNL 2001 – 2002 una richiesta pari a 135.000 £. medie per il V livello di inquadramento.

Richiedono inoltre una corrispondente rivalutazione del valore punto in vista del biennio 2003-2004 e la definizione di una quota contratto per i lavoratori non iscritti al sindacato. Tali richieste sono coerenti con quanto previsto dal punto 2.2. dell'accordo interconfederale del 23.07.93, a partire dall'obiettivo, ivi previsto, della salvaguardia del potere d'acquisto delle retribuzioni.

Si basano in particolare sul tasso di inflazione programmata per il biennio 2001-2002; sul differenziale tra inflazione reale e programmata del biennio 1999-2000 e sul buon andamento dell'economia e del settore.

Tengono inoltre conto di una valutazione complessiva delle ragioni di scambio e dell'andamento delle retribuzioni.

Le Segreterie Nazionali ritengono inoltre necessario, anche in vista del ben più impegnativo appuntamento del rinnovo normativo tra due anni, riprendere una discussione unitaria sul sistema e la strategia contrattuale, a partire dalla positiva discussione svolta negli esecutivi unitari del 11-12 aprile 2000

Tale discussione dovrà partire dalla volontà unitaria di confermare i due livelli contrattuali previsti dall'accordo di luglio e formulare proposte in grado di affrontare in particolare due temi di grande rilevanza:

a) La necessità di generalizzare il 2° livello di contrattazione anche introducendo nel modo più appropriato forme di contrattazione territoriale.

b) La riforma del sistema di inquadramento professionale, finalizzata a un sostanziale riassorbimento e alla redistribuzione tramite la contrattazione sindacale della erogazione di superminimi a personam e ad una riapertura delle possibilità di miglioramento professionale attraverso l'utilizzo di criteri di valutazione della professionalità che tengano conto delle profonde modifiche organizzative e tecnologiche realizzate nei luoghi di lavoro.

Roma, 20 dicembre 2000

FIM -CISL Naz.le Piergiorgio Caprioli    FIOM-CGIL Naz.le Claudio Sabattini UILM-UIL Naz.le Antonino Regazzi

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Nizza 2000

In Europa devono circolare le idee. Liberamente!

Passata Genova, la costa di ponente è una lunga sequenza di paesi e di insenature che vanno a tuffarsi nel mar Ligure: in fondo non c'è differenza con la Costa Azzurra se non nel fatto che le montagne che sovrastano il mare sembrano davvero invadenti. Troppo addosso per poter respirare. Ma non è per questo che la gendarmeria francese al confine di Ventimiglia blocca i pullman dei manifestanti italiani in un controllo che davvero ci riporta a prima di Schengen.

Si sta andando a Nizza per portare quello che viene definito "il punto di vista sindacale e dei lavoratori" sulla carta dei diritti che i "leader maximi" dei 15 paesi della comunità stanno per varare.

La manifestazione, organizzata dalla Ces (Confederazione europea dei sindacati), chiama a rapporto una serie di opinioni locali sull'Europa ed interrompe un lungo silenzio delle organizzazioni dei lavoratori sulle decisioni che sono state via via assunte dai governi e dalla comunità su fattori riguardanti il lavoro e lo stato sociale.

La Carta dei Diritti non è stata una illuminata elaborazione del centro studi della Comunità europea, ma un articolato e complesso risultato di mediazioni tra i vari paesi e, novità davvero positiva, dell'intervento puntuale della Ces e delle organizzazioni non governative, che hanno trovato un terreno comune di intervento.

Questo è bastato per impedire ai molti, che del sindacato e dei lavoratori ne farebbero volentieri a meno, di trasformare un'opportunità positiva in una burocratica pratica politica, che avrebbe liquidato qualsiasi possibilità di intervenire sulle esigenze reali delle comunità presenti e dei singoli cittadini.

Chiamare quindi i sindacalisti ed i lavoratori ad intervenire pubblicamente su questi argomenti ha significato per la Ces strappare, per un attimo, dal localismo la logica che ancora è presente nei sindacati nazionali.

"Europa, quanto sei complicata da raggiungere!" - pensavamo mentre eravamo fermi al confine con la Francia. In fondo non erano state abolite le dogane e i controlli e per un attimo ci siamo sentiti tutti extracomunitari.

Nizza ci accoglie con un cielo grigio dello stesso colore di chi governa la città e che sembra confermare il formalismo presente nella riunione ufficiale del 7 dicembre e dei giorni successivi: quante barriere sono ancora presenti nel nostro piccolo mondo immaginario e quante se ne dovrebbero abbattere per circolare liberamente in Europa?

Ecco, siamo nel cuore della città, i colori non sono più il grigio del cielo e del mare, ma le diverse tonalità delle bandiere sindacali europee: anche se il rosso è presente in maniera massiccia e nelle sue variegate sfumature, importanti sono le altre colorazioni e in fondo l'occhio cerca di raccogliere l'arcobaleno che c'è tra noi (e in noi).

La parte del leone la fanno i sindacati francesi, nelle varie realtà in cui sono organizzati, con una ossessiva ricerca dell'organizzazione: un serpentone uniforme, in vantaggio quelle rosse della Cgt, ma con discreta presenza delle altre organizzazioni sindacali.

Abbondante la presenza degli spagnoli, in particolare quelli organizzati dalle CC.OO., ma che lascia comunque spazio anche alla UGT e alle varie regioni in cui è organizzata.

La delegazione italiana, meno militare nell'organizzazione, ma più variopinta nelle espressioni, detiene la testa del corteo ed esplode nelle realtà più significative.

E poi tutti gli altri: la DGB tedesca, le Union inglesi, il sindacato belga, quelli del Nord Europa, le delegazioni della Polonia e della Slovenia, ecc. ecc.

La pioggia, che per un attimo sembrava attenuare il peso sulle migliaia (forse 60 o addirittura 100.000) di donne e uomini convenuti da tutta Europa, riprende prepotente, ma nulla impedisce al serpentone di attraversare la città. Un serpente che ha nella sua coda la parte più ribelle del sindacalismo europeo e sono li a Nizza per protestare contro la globalizzazione.

Contraddizione? Forse, ma non possiamo aspettare l'omogeneizzazione su questi problemi.

Lungo il percorso incontriamo facce sconosciute, gente comune che accoglie con simpatia questa grande giornata di festa e di protesta pacifica. Incontriamo Sergio Cofferati, alcuni parlamentari europei, tra cui Franco Chittolina, che sfila dietro lo striscione della Cisl di Varese. Una foto con noi la vuole fare pure la coordinatrice dei verdi Grazia Francescano, il segretario generale della CES Gabaglio e un gruppo di manifestanti del sindacato belga.

Una città forse preoccupata, che non è preparata al sociale, ma che preferisce vivere di vacanze e di tempo libero, che si trova improvvisamente ad essere al centro di tutto quello che ruota attorno.

Saracinesche sbarrate e strade bloccate dalla polizia è un segnale che non ci aspettavamo, ma che in fondo determina un distacco tra il mondo virtuale della politica e quello reale della gente.

E' difficile, risalendo verso Boulevar Torino, capire dove sta la testa del corteo e dove la coda, ma forse gli striscioni costruiti con lo spruzzo e un nutrito gruppo di giovani che lanciavano slogan contro la globalizzazione, ci indicano che non tutti sono li per appoggiare la carta, anzi.

Efficiente, il servizio di pulizia delle strade organizzato dalle autorità locali, mentre ancora stanno sfilando i manifestanti, in fondo domani è ¼ UN ALTRO GIORNO E SI VEDRA'¼ Il pullman ci riporta verso l'Italia e la radio ci informa che il treno del "popolo di Seattle" è ancora fermo al confine e che anche a Nizza si stanno vivendo i primi momenti di tensione tra i manifestanti e la polizia.

In Europa devono circolare liberamente il capitale, le merci, le persone e le idee. Anche quando sono diverse?

Rinaldo Franzetti

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Inda Caravate

Un gruppo industriale che sta cambiando

Nata come azienda di accessori per bagno, oggi si trova a produrre l'intera gamma di arredamento bagno. Questa scelta di mercato, ha comportato una serie di acquisizioni in Italia e la trasformazione della Holding Finanziaria (Indafin) in capogruppo di tutte le attività industriali e commerciali.

La Inda, con sede a Caravate (in zona Laghi), è un gruppo presente in Italia con 3 stabilimenti produttivi e una serie di attività commerciali, che complessivamente danno occupazione a circa 650 dipendenti.

In Europa conta filiali in Francia, Spagna, Germania, Austria e Svizzera con una cinquantina di addetti.

Recentemente ha aperto una filiale a S. Paulo in Brasile, per acquisire una fetta di mercato in un'area che viene definita in espansione.

Forse non siamo di fronte ad una multinazionale classica, che rientra nella Direttiva sui Comitati aziendali (anche se la Fim ha attivato una procedura in tal senso), ma ci sono tutte le condizioni per costruire concretamente il Coordinamento nazionale e quindi ottenere le informazioni preventive previste dal contratto nazionale di lavoro.

Su questo secondo aspetto stanno lavorando la Rsu di Caravate e Fim/Fiom di Varese. Il primo appuntamento è previsto nel gennaio del 2001.

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Integrativo Bticino

Le Rsu in internet

Il 28 novembre 2000 è stato siglato l'accordo per il rinnovo dell'integrativo alla Bticino, società che fa capo al gruppo multinazionale francese Legrand, un gruppo con 27.500 dipendenti sparsi in tutto il mondo. L'accordo, oltre a rinnovare il premio di risultato, introduce, tra i primi in Italia, il diritto per le Rsu del Gruppo e per il Coordinamento sindacale nazionale di usare la rete informatica aziendale per le comunicazioni di carattere sindacale, nonché di disporre di un proprio sito web all'interno dell'intranet Bticino.

Gli aspetti innovativi dell'accordo hanno caratterizzato, oltre che i contenuti, anche il percorso per definirli in piattaforma. Le rivendicazioni sindacali sono state infatti definite all'interno della Rsu, dopo che le organizzazioni presenti in azienda, la Fim e la Fiom, avevano sottoposto unitariamente ai propri iscritti un questionario, tramite il quale si è fatta la selezione delle esigenze da affrontare con la piattaforma. Agli iscritti è quindi stato riconosciuto un ruolo prioritario nell'indicare i punti su cui costruire il documento sindacale, prima ancora di sottoporlo alla discussione della Rsu, e quindi un ruolo di decisori dell'impostazione della stessa vertenza. Successivamente la piattaforma è stata sottoposta al voto di tutti i lavoratori. In questa occasione ai non iscritti è stato richiesto di sottoscrivere la quota contratto, un contributo alle organizzazioni sindacali fissato in 40.000 lire. Durante tutto il corso della vertenza, questi lavoratori sono stati invitati dai delegati a sottoscriverne la delega. Nei soli stabilimenti della provincia di Varese in 150 hanno aderito alla richiesta.

Prima della sigla dell'ipotesi di accordo gli iscritti sono stati interpellati una seconda volta, in questo caso per conferire al sindacato il mandato a concludere, sulla base dello stato delle trattative e dell'accordo che si andava prospettando. Anche in quest'occasione la partecipazione è stata interessante e soprattutto è iniziata a farsi strada la consapevolezza del ruolo distinto degli iscritti nelle decisioni di carattere sindacale. E' un'importante conquista, che in occasione della prima consultazione degli iscritti di due anni fa, quando si votò il mandato a concludere l'ipotesi di accordo del contratto nazionale, non era ancora compresa nella sua portata innovativa, come invece è avvenuto in questa occasione.

Tra gli altri punti conclusi l'accordo impegna le parti in una commissione paritetica sui problemi della professionalità, introduce la commissione paritetica prevista dal contratto sulla formazione professionale ed introduce la certificazione della formazione effettuata, regolamenta alcuni diritti sindacali relativi al coordinamento sindacale ed alla maturazione dei permessi.

Gli aumenti del Premio di risultato

Anno

2001

2002

2003

2004

2005

Aumento

200.000

350.000

350.000

350.000

200.000

Nuovo Pdr

2.200.000

2.550.000

2.900.000

3.250.000

3.450.000

S.M.

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Il salario professionale in Bticino

La stipula del contratto integrativo alla Bticino è stato anche l’occasione per aggiornare gli importi di un accordo di regolazione del salario professionale per i 5° livelli operai. L’accordo fu stipulato nel 1989 per rispondere all’insufficienza, già allora evidente, dei profili del contratto nazionale al fine di riconoscere la complessità della professionalità operaia. Allora, come oggi, non fu possibile estendere il sistema anche alle fasce impiegatizie per l’opposizione netta dell’azienda, né è stato possibile definirne un’articolazione appropriata per gli altri livelli operai. Sarà uno dei compiti della commissione paritetica, introdotta dal nuovo contratto aziendale, occuparsi anche di questi aspetti, anche se l’azienda non ha perso occasione per confermare nel merito la propria posizione negativa.

L’accordo del 1989 è stato aggiornato introducendo anche un sesto "grade" (fascia salariale professionale) definito sulla base dei compiti organizzativi e non più solo dalla complessità della mansione, come invece era avvenuto per gli altri cinque livelli. Ciò in effetti amplia il concetto di riconoscimento professionale nel senso indicato dal sindacato e riconosciuto da alcuni recenti accordi innovativi, come quelli siglati all’Aermacchi ed alla Delta Elettronica. Sarebbe a questo punto incoerente che sindacato ed azienda non ne traessero le conseguenze su tutto il sistema di classificazione delle professionalità presenti in azienda.

I riconoscimenti professionali agli operai di 5° livello. Ogni grade è determinato dalle mansioni dell’operaio, tranne il sesto che è invece determinato da compiti organizzativi di coordinamento.

Liv. Professionalità (Grade)

LEADER

PROFESSIONALE

ECCELLENTE

SUPERIORE

ASPETTATIVE

PERFETTAM.

ADEGUATO

QUASI

ADEGUATO

SUFFICIENTE

19

420.000

360.000

300.000

240.000

180.000

120.000

20

360.000

300.000

240.000

180.000

120.000

60.000

21

300.000

240.000

180.000

120.000

60.000

-

22

240.000

180.000

120.000

60.000

-

-

23

180.000

120.000

60.000

-

-

-

24

120.000

60.000

-

-

-

-

 

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Rinnovo Rsu all'Agusta di Vergiate

Per la Fim, una battuta d'arresto

Si sono tenute nella seconda settimana di dicembre le elezioni per il rinnovo della Rsu dello stabilimento Agusta di Vergiate. Per la Fim si è interrotto un ciclo fortunato, che l'ha vista vincente ed in progresso in tutte le altre elezioni che si sono tenute nel corso del 2000 in fabbriche significative della provincia. Non si può parlare di sconfitta, ma neanche di progresso ed è proprio questo a giustificare il giudizio che si è trattato di una battuta d'arresto.

In effetti il risultato è stato fortemente condizionato dalla riduzione dei delegati della Rsu da 15 a 11, clausola posta dall'azienda per il riconoscimento della nuova rappresentanza sindacale. La Fiom, in particolare, pur perdendo voti e passando dal 53,4% dei votanti al 47,9%, ottiene in queste nuove condizioni la maggioranza assoluta dei seggi (6 su 11), performance che non le era riuscita nelle elezioni passate. La Fim, che ha visto invece aumentare i propri consensi, seppur di poco, dal 14,0% al 14,1% è passata da 3 delegati a 2, diminuendo la propria rappresentanza in seno alla Rsu dal 20,0% al 18,1%. Per soli 11 voti ha infatti mancato il quorum elettorale nel collegio degli impiegati. Peggio è andata per la Uilm, passata da 4 a 2 delegati e quindi dal 26,6% al 18,1%. Un exploit significativo invece c'è stato per la Flmu, che ha raddoppiato i suoi consensi, passando dal 7,3% al 14,2%, senza migliorare però in termini di delegati, per non aver raggiunto il quorum elettorale nel collegio degli operai.

Le ragioni del mancato successo della Fim, che puntava a mantenere i suoi 3 delegati nella nuova Rsu, vanno ricercate sia in motivi congiunturali, sia in altri più profondi. Tra i primi va annoverata la mancata candidatura del coordinatore sindacale della Fim, appunto un impiegato, che per motivi professionali non sarebbe stato in grado di garantire una continuità di mandato. Una ragione di correttezza e di moralità politica si è quindi rivelata, a cose fatte, un motivo di penalizzazione elettorale.

Ma, come detto, ci sono ragioni più profonde che spiegano l'insieme del risultato elettorale. In particolare queste vanno ricercate nelle forti difficoltà che in Agusta trova la gestione di un corretto processo negoziale. In sostanza in questa azienda si contratta poco, male e solo ad un livello prevalentemente centralizzato. Ciò genera forti sofferenze per la rappresentanza sindacale negli stabilimenti, costretta spesso ad inseguire i problemi, ad affrontarli dentro un dialogo tra sordi o, peggio ancora, a scontrarsi contro muri di gomma fatti di grandi disponibilità a parole e di altrettanto grandi iniziative e decisioni unilaterali nei fatti. A Vergiate, che è uno stabilimento di assemblaggi finali e dove i problemi, come è ovvio, sono maggiori, questa situazione è deleteria e si scarica in particolare su quelle organizzazioni che trovano nei risultati della contrattazione le ragioni principali del loro consenso tra i lavoratori. E questa purtroppo è la situazione in cui la Fim si è venuta a trovare e nella quale è stata penalizzata più di altri. La Fiom infatti gode di un consenso in larga parte "politico", legato alla cultura e all'orientamento elettorale di una fascia considerevole di lavoratori che, insieme alle nuove condizioni elettorali, le ha garantito una sostanziale tenuta dei consensi ed un successo in termini di seggi. Flmu dall'altra parte è premiata dalla miopia della gestione aziendale. Dove infatti i problemi non trovano soluzioni sul terreno contrattuale, dove l'azienda blandisce il sindacato, ma poi governa solo in forza della sua iniziativa unilaterale, le insoddisfazioni ed i malesseri tra i lavoratori trovano più facilmente uno sbocco nell'opposizione ideologica o per via giudiziaria, che non in processi di composizione costruttiva dei conflitti. La Uilm, che da sempre in quest'azienda ha una linea spesso convergente con le propose e le iniziative della direzione, deve registrare un periodo di più scarso consenso di queste ultime, non sufficientemente compensato dall'altro punto di forza della sua iniziativa sindacale, la nicchia della rappresentanza individuale, soprattutto tra gli impiegati, dove sa esercitare una lobbing più "persuasiva" di quanto riescano a fare gli altri.

Ci si chiede comunque se un'azienda con i programmi ambiziosi di Agusta, con esigenze di qualità e problemi di competitività crescenti, alle prese con un mercato internazionale sempre più esigente, si possa permettere ancora per molto tempo relazioni sindacali, che forse erano sufficienti negli anni della crisi e della ristrutturazione, ma che, in un momento di crescita ed espansione come quello attuale, finiranno probabilmente per creare corto-circuiti poi difficilmente recuperabili.

S.M.

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Integrativo aziendale e Pdr

ACCORDO FATTO ALLA ITALTRACTOR ITM DI BRUNELLO

La Italtractor ITM è un gruppo industriale Modenese della Famiglia Passini, che si è fortemente sviluppato nell'ultimo decennio. Nel 2000 la ITM ha inglobato anche la Sorefa di Brunello, azienda di lavorazione di stampaggio a caldo, che già da un decennio faceva parte del gruppo, ma con una sua ragione sociale autonoma. La Italtractor ha la sede Centrale a Modena e stabilimenti a Castelvetro, Frosinone, Potenza oltre che a Brunello. Dal 2000 è presente anche in Brasile.

Va peraltro aggiunto che il gruppo, ancora in espansione, ha manifestato l'intenzione di costruire un nuovo stabilimento a Casale Litta, dove è già stata acquistata l'area, con la prospettiva di un incremento occupazionale nella nostra provincia e insieme ha confermato ulteriori investimenti a Potenza, dove l'occupazione attuale è di circa 400 unità. Tutti investimenti che sarebbero già nella fase di realizzazione se in Italia i soliti inghippi burocratici non ritardassero come sempre l'inizio dei lavori.

Per la prima volta nel 2000 si è quindi dovuto contrattare un accordo di gruppo. E' stata un'esperienza positiva durata i canonici ¼ 9 mesi.

Nell'accordo la nuova situazione è stata affrontata con un'articolazione dello stesso in due parti: una che vale per tutto il gruppo e una parte specifica per stabilimento.

Scorriamo qui di seguito i punti più interessanti.

La parte che riguarda il gruppo è costituita da una serie di punti sui diritti collettivi e individuali.

Il primo è riferito al sistema di relazioni industriali e riguarda la composizione e le modalità di funzionamento del coordinamento, i costi, le tematiche che devono essere affrontate a livello di gruppo e quelle a livello di stabilimento.

Il secondo è riferito alla formazione professionale, con l'impegno dell'azienda a fornire ogni anno i programmi di formazione previsti, le figure professionali interessate e le modalità operative, prevedendo l'impegno al confronto con le Rsu anche in materia di certificazione della formazione svolta. Sempre sulla formazione è previsto che i nuovi assunti siano inseriti nei reparti produttivi solo dopo un periodo di addestramento di almeno 10 giorni, soprattutto in materia di antifortunistica.

Segue poi il part time, con l'impegno ad esaminare tutte le richieste anche in deroga alle norme contrattuali.

Sui diritti individuali si introduce una norma che prevede la possibilità dei lavoratori nuovi assunti, provenienti da altre regioni o nazioni, di avere un prestito fino ad un massimo di tre milioni per potersi organizzare l'alloggio o altro. E' un chiaro segnale delle difficoltà, soprattutto nel Modenese, a trovare manodopera. Inoltre ai lavoratori extracomunitari viene data la possibilità di fruire cumulativamente di più periodi feriali. Anche in questo caso la norma vuole agevolare coloro che provengono da paesi lontani e quindi devono sopportare costi alti di viaggio.

E' stata regolata la tematica della malattia soprattutto in riferimento ai casi gravi. La norma prevede la valutazione congiunta tra RSU e Direzione Aziendale di questi casi, in presenza dei quali si riconosce la possibilità di derogare dal CCNL mantenendo la retribuzione al 100% per i seguenti periodi:

- fino a un massimo di 7 mesi per lavoratori di anzianità fino a 3 anni, con conservazione del posto fino a 9 mesi;

- fino a un massimo di 9,5 mesi per lavoratori di anzianità compresa tra 3 e 6 anni, con conservazione del posto fino a 13,5 mesi;

- fino a un massimo di 15 mesi per lavoratori di anzianità oltre i 6 anni, con conservazione del posto fino a 18 mesi.

L'altra parte dell'accordo è quella differenziata per stabilimento e regola le problematiche antifortunistiche e dell'ambiente di lavoro, il premio di risultato e il trattamento per il lavoro notturno.

Sul premio di risultato è presente una novità. Infatti oltre ai classici parametri di qualità e produttività è stato introdotto il parametro della puntualità di consegna.

Si sta evidenziando da parte aziendale la difficoltà di rispondere ad un mercato sempre più incontrollabile, cosa che preoccupa anche il sindacato per le implicazioni negative che ne possono derivare.

Il premio massimo raggiungibile è stato fissato in due milioni di lire ripartito nel 40% alla produttività, nel 35% alla puntualità, nel 25% alla qualità.

Per quanto riguarda le maggiorazioni per il turno notturno sono state portate dall'attuale 30% al 35%, calcolate dalle ore 18.00 alle 6.00.

Infine l'accordo prevede la disponibilità dell'azienda, a fronte di espressa delega positiva, di trattenere ai lavoratori non iscritti alle Organizzazioni Sindacali, in occasione dell'erogazione del P.d.R., un contributo di £. 30.000

A.L.

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RINNOVO R.S.U. SECONDO MONA

Fim Cisl al primo posto

Le elezioni per il rinnovo della RSU in Secondo Mona si sono svolte il 25 ottobre 2000, dopo cinque anni dalle precedenti.

In questo periodo l'azienda ha attraversato un lungo periodo di ristrutturazione, che in dieci anni ha visto una riduzione del personale da 370 a 160 unità.

Ci sono stati momenti delicati in cui la Secondo Mona ha rischiato il tracollo e quindi il fallimento.

La Fim aziendale si è resa protagonista nel ricercare soluzioni sempre equilibrate e che non penalizzassero i lavoratori.

Quando la proprietà ha ritrovato gli stimoli per continuare l'attività, si è dovuti passare ad una ristrutturazione pesante e quindi alla mobilità.

In questo delicato momento la Fim ha fatto scelte coraggiose, battendo l'impostazione aziendale e dell'Associazione Industriali, evitando licenziamenti generalizzati, coinvolgendo gli stessi lavoratori in una mobilità volontaria, attraverso incentivi, accompagnamento alla pensione e altre sistemazioni.

Ciò ha creato tra i lavoratori e la RSU momenti di tensione, perché chi si sentiva garantito non accettava la nostra soluzione, valutandola lunga e faticosa.

In azienda ci sono state raccolte di firme con strumentalizzazioni contro la RSU, accusata di non voler firmare un accordo -quello proposto inizialmente dall'azienda- che i firmatari ritenevano vantaggioso, ma che a nostro avviso lo era solo per pochi.

La nostra posizione ha trovato la conferma successivamente, perché ha sicuramente pagato, favorendo il livello occupazionale, che nell'attuale momento di rilancio viene confermata come una scelta positiva, che ha saputo salvaguardare anche la risorsa rappresentata da lavoratori che altrimenti sarebbero stati persi.

Nel 1998 è stato sottoscritto l'accordo per l'istituzione di un premio di risultato aziendale.

Contro lo scetticismo della Fiom , la RSU ha dovuto aprire nei mesi scorsi la procedura per il rinnovo senza un accordo unitario.

Questo per dire che il rinnovo della RSU in Secondo Mona non era scontato e che è stato un momento di verifica importante.

La partecipazione è stata numerosa. Ha votato l'80% dei lavoratori presenti in azienda, ma la cosa importante, che ci rende soddisfatti, è che sono stati eletti come nella RSU uscente:

n. 3 componenti FIM-CISL

n. 2 componenti FIOM-CGL

n. 1 Componente UILM-UIL

La FIM ha anche ottenuto la maggioranza assoluta dei voti.

Adesso si tratta di mettere in atto un programma di lavoro che vede tra gli impegni prioritari il problema della professionalità e il controllo sulle scelte programmatiche dell'azienda. Queste ultime in particolare, secondo la Fim, devono essere mirate sempre più ad un prodotto di qualità, ma diversificato, a un prodotto proprio nel settore civile, non solo legato a programmi militari e a contratti di revisione con il Ministero della Difesa.

Si tratta inoltre di verificare gli investimenti, perchè siano sempre più mirati alla produttività e quindi ad un ritorno economico ai lavoratori attraverso il premio di risultato, e di aumentare l'attenzione alle problematiche che i lavoratori giornalmente ci presentano e che vanno risolte. In particolare la questione Ambiente e Salute, attraverso il nostro rappresentante RLS, dovrà essere oggetto di attenzione e di maggiore informazione ai lavoratori, con comunicati periodici, su tutti gli interventi che vengono fatti.

Quindi ancora una volta i rappresentanti FIM-CISL dovranno essere protagonisti, "metterci le idee e anche le gambe perché possano camminare", come diceva un personaggio famoso.

Ci facciamo tanti auguri e scusate se ci siamo intromessi con questa comunicazione per informarvi sulla situazione sindacale della Secondo Mona.

Giovanni CIRINO

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LINEE GUIDA DELLA RIFORMA FISCALE DEI FONDI DI PREVIDENZA COMPLEMENTARE

La nuova normativa in vigore dal 1 gennaio 2001

Dal 1° gennaio 2001 parte la riforma della tassazione della previdenza complementare

Da quella data cominceranno ad essere applicative per i Fondi pensione le disposizioni contenute nel decreto legislativo n.47 del 18 Febbraio 2000. Tale provvedimento apporta sostanziali modifiche al regime tributario dei Fondi pensione per quanto riguarda le contribuzioni, i rendimenti, le prestazioni e il trattamento di fine rapporto.

Nel decreto è evidente la volontà di differenziare il risparmio previdenziale da quello finanziario; infatti, il decreto agevola sensibilmente il trattamento fiscale delle rendite, considerate come forme di realizzo di tipo previdenziale, a svantaggio di ogni tipo di realizzo considerato di natura finanziaria (es. riscatto).

Indichiamo qui di seguito le novità principali introdotte dal decreto.

Soggetti

E' stata ampliata la categoria dei soggetti destinatari della previdenza complementare; a partire dal 1° gennaio 2001 è possibile versare contributi in deduzione anche per i cosiddetti famigliari a carico.

Pilastri

E' stato ridefinito l'assetto della previdenza complementare: accanto al pilastro della previdenza obbligatoria ed al secondo pilastro costituito dai Fondi Pensione contrattuali di categoria e dai Fondi pensione aperti ad adesione collettiva, è previsto un terzo pilastro, costituito da Fondi pensione aperti ad adesione individuale e polizze vita previdenziali. Queste ultime risultano parificate nel trattamento ai Fondi Pensione e pertanto inserite a pieno titolo nell'ambito di disciplina del D.Lgs.124/93

Regime fiscale dei contributi

Il decreto eleva al 12% del reddito annuo, con un limite massimo di 10.000.000, il limite dei contributi che godono di deducibilità fiscale per tutte le categorie di lavoratori: i lavoratori autonomi, quelli dipendenti e i cosiddetti "assimilati" (es. rapporti di collaborazione). Inoltre esiste anche un vantaggio qualitativo: i contributi sono considerati oneri deducibili e possono essere riferiti a qualsiasi tipo di reddito, anche ai redditi di capitale e di fabbricati.

Regime fiscale dei rendimenti

Il Fondo pensione applica annualmente un'imposta sostitutiva dell'11% sui rendimenti finanziari, inferiore quindi al 12,5% previsto per i titoli di stato. Su questo punto il sindacato e la Cisl in particolare hanno richiesto un'ulteriore riduzione dell'aliquota.

Regime fiscale delle prestazioni

E' stato modificato il regime tributario delle prestazioni; si è agevolato il regime applicabile alle rendite previdenziali, mentre è stato penalizzato il trattamento dei riscatti e quello delle prestazioni in forma di capitale (all'atto del pensionamento) laddove venga richiesta una somma superiore ad un terzo del montante maturato al momento del pensionamento. Questa scelta del legislatore è criticabile nel caso di quei lavoratori che, non avendo maturato i requisiti per ottenere la prestazione nella forma di rendita (ossia quei lavoratori che non hanno versato al fondo almeno 5 anni in caso di pensionamento di vecchiaia o 15 anni in caso di pensionamento di anzianità) sono nei fatti obbligati a richiederla nella forma del capitale.

In questo caso, ad avviso del sindacato, non si può definire "realizzo di tipo finanziario" la richiesta di liquidazione di un soggetto "pensionato", che non ha più la possibilità di continuare a contribuire al Fondo pensione e che, nello stesso tempo, si trova nell'impossibilità di ottenere le prestazioni previdenziali. La Fim Cisl nazionale ha pertanto votato un odg. di vibrante protesta chiedendo per questi lavoratori il ripristino delle condizioni precedenti.

Agevolazioni

E' stato introdotto un regime favorevole per le prestazioni in forma di capitale nel caso in cui, al momento del pensionamento, l'importo della rendita a cui si ha diritto risulta di ammontare esiguo, quando cioè non supera il 50% dell'assegno sociale (fissato per il 2000 in lit. 643.600 mensili per 13 mensilità). Il riferimento è da farsi alla parte che residua dopo aver liquidato in capitale la quantità permessa dalla legge (50% del montante).

In questo caso è stata prevista la possibilità di ritirare in forma di capitale il montante salariale accumulato anche oltre la soglia del 50% fissata dalla legge mantenendo il regime fiscale più favorevole.

Neutralità

Nella fase di erogazione della prestazione vengono tassati i redditi che in fase di entrata sono stati dedotti, mentre i redditi che hanno già scontato imposte vengono riassoggettati a tassazione solo ove si richiedano prestazioni particolari, come anticipazioni, prestazioni in forma di capitale superiore ad un terzo o riscatto.

Tfr

Il regime fiscale del Tfr è stato modificato, in quanto sono stati eliminati gli abbattimenti annuali della base imponibile ed è stata introdotta un'imposta sostitutiva annua dell'11% sui rendimenti (che prima erano esenti). Sono state inoltre introdotte delle varianti nel calcolo delle aliquote di tassazione separata.

Pro rata

Il nuovo regime fiscale si applica solo alle somme maturate (e riscattate a qualunque titolo) a partire dal 1° gennaio 2001. Ciò significa che le somme riscattate sono assoggettate ad un doppio regime fiscale: la parte maturata fino al 31/12/2000 viene tassata separatamente ex L.335/95, quindi con la normativa precedente, mentre la parte maturata a partire dal 1° gennaio 2001 viene tassata secondo le nuove regole.

A.Vassallo

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Pensione complementare Fondapi

Fondapi schiaccia l'acceleratore

Nell'ultimo periodo il Fondo Fondapi ha adempiuto all'elezione di diversi organismi necessari per la partenza del Fondo stesso, recuperando in parte la lunga attesa a cui sono stati costretti i lavoratori interessati.

Le motivazioni principali di questa lunga attesa sono dovute essenzialmente alla ricerca di soluzioni che rendessero il Fondo attraente quanto a costi di gestione e possibilità di rendere remunerativi gli investimenti, allargando la platea dei possibili aderenti.

La soluzione che è stata individuata si è concretizzata istituendo un fondo con l'adesione di diverse categorie aderenti a Confapi e cioè il settore metalmeccanico, chimico, tessile, alimentare, grafico/editoriale/carta.

I passaggi più salienti sono stati i seguenti.

Nel mese di luglio sono avvenute le elezioni dell'assemblea dei delegati.

In ottobre l'assemblea ha eletto il consiglio di amministrazione e il 5 dicembre il consiglio di amministrazione ha nominato Alessandro Zanner presidente, Luciano Falchi (responsabile per la Fim del settore previdenza) vice presidente, Giuseppe Florio consigliere delegato e Stefano Vignolo presidente del collegio dei sindaci revisori contabili.

C'è stata quindi un'accelerazione nei tempi per l'elezione degli organismi, che lascia ben sperare per i passaggi successivi.

Ora la partenza vera e propria del Fondo è condizionata solo dall'autorizzazione della COVIP (Commissione di vigilanza del Ministero del Lavoro). Nel frattempo il Fondo dovrà procedere alla scelta del servizio amministrativo e, dopo l'autorizzazione COVIP, alla scelta della Banca depositaria ed a quella dei gestori degli investimenti. Se i tempi fossero analoghi a quelli di Cometa, il Fondo potrebbe concretamente effettuare la prima trattenuta non più tardi del mese di marzo 2001.

Per finire riportiamo qualche numero sulle adesioni.

Gli aderenti registrati al Fondo a tutto il mese di novembre erano 19.789, distribuiti in 1.614 aziende. In particolare il 41,6% delle aziende aderenti si trova in Lombardia. L'86% sul totale degli aderenti appartiene al settore metalmeccanico. Un ultimo dato interessante consiste nella rilevazione che il 57% degli iscritti ha optato per una contribuzione al fondo superiore al minimo.

Per chi vuole saperne di più ricordiamo che è attivo l'indirizzo internet di Fondapi: www.fondapi.it.

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ANNO 2001

LE NOVITA' DELLA MANOVRA FINANZIARIA IN MATERIA DI FISCO PER I LAVORATORI DIPENDENTI ".

Pubblichiamo di seguito le novità previste dalla legge finanziaria in materia di aliquote fiscali, detrazioni, imposizione fiscale sulla casa, detrazione affitto, ristrutturazione, spese di assistenza ed altre ancora.

Aliquote IRPEF.

Le aliquote Irpef relative ai diversi scaglioni di reddito sono così modificate: tabella

Il limite d'esenzione da imposizione fiscale per lavoratori dipendenti e pensionati che hanno percepito tali redditi per tutto l'anno e di conseguenza hanno diritto alla specifica detrazione per intero passa per effetto della norma già approvata per l'anno 2000 dal D.L. n. 268, da 9,1 a 12.000.000.

Analogamente sono confermati gli importi già modificati con il predetto Decreto Legge per quanto riguarda la misura della detrazione per lavoro dipendente e pensione.

A tale proposito rimandiamo alle tabelle pubblicate nell'articolo riportato sul precedente numero di Informazione-FIM.

Detrazioni per carichi di famiglia.

Vengono anche qui riconfermate le ulteriori detrazioni già previste per l'anno 2000, per i titolari di soli redditi da pensioni e di abitazione principale, diverse per età (più o meno di 75 anni) e fino a 19.000.000 e la detrazione di 240.000 per i figli di età inferiore ai tre anni.

Prima casa di abitazione.

E' completamente esentata, ai fini Irpef e a decorrere già dal 1 gennaio 2000, attraverso la concessione di una deduzione del reddito pari all'ammontare del valore della rendita catastale, la casa di abitazione e le sue pertinenze.

Si conferma il suddetto beneficio nel caso di variazione della dimora in caso di ricovero permanente in istituti di ricovero o sanitari, a condizione che non sia locata e l'importante precisazione che per abitazione principale s'intende quella nella quale il contribuente " o i suoi familiari " dimorano abitualmente.

Si estende da sei mesi a un anno il periodo entro il quale, in caso di acquisto con mutuo ipotecario, l'abitazione principale deve diventare tale per usufruire della detrazione del 19% degli interessi pagati e analogamente è portato a un anno, prima o dopo l'atto di acquisto, il termine entro il quale stipulare il mutuo.

Ulteriori novità sono introdotte per favorire la detrazione degli interessi nel caso di acquisto di unità immobiliare da adibire ad abitazione principale, se questa è al momento dell'acquisto locata, o in fase di ristrutturazione.

Ai fini della detrazione degli interessi passivi non si tiene conto se la variazione della dimora è avvenuta, oltre che per trasferimento, a seguito di motivi di lavoro, anche in caso di ricovero permanente in istituti per motivi di salute.

Abitazione in affitto.

Gli importi delle detrazioni previste per i titolari di contratti d'affitto di abitazioni adibite ad abitazione principale, stipulati ai sensi della legge 9/12/1998 n. 431 (i cosiddetti affitti concordati), sono aumentati a Lire 960.000 per redditi fino a 30 milioni e a Lire 480.000 per i redditi compresi tra 30 e 60 milioni.

E' prevista inoltre una detrazione a favore di lavoratori dipendenti, che trasferiscono o hanno trasferito nei tre anni antecedenti quello della richiesta la propria residenza nel comune di lavoro o in uno limitrofo e sono titolari di un contratto d'affitto per un'unità immobiliare adibita a dimora principale e a condizione che la stessa sia situata a non meno di 100 Km. dal precedente comune e in ogni modo al di fuori della propria regione.

Tale detrazione, per i primi tre anni, è di importo pari a L. 1.920.000, se il reddito non supera i 30 milioni, e di L. 960.000 se il reddito è compreso tra i 30 e i 60 milioni.

Spese per interventi di ristrutturazione nelle abitazioni (Detrazione 36% IRPEF).

Si conferma anche per l'anno 2001 la detrazione del 36% Irpef per gli interventi di ristrutturazione e recupero.

La lista dei lavori detraibili è integrata con l'ammissione delle spese realizzate per favorire la mobilità di portatori di handicap (ascensori e montacarichi), di quelle finalizzate alla prevenzione del compimento di atti illeciti (es. impianti di antifurto e porte blindate per le abitazioni) e quelle utili ad evitare infortuni domestici.

LEGGE COLLEGATA ALLA FINANZIARIA 2000.

Oltre alle misure sovraesposte, è importante sapere che diverse novità in materia fiscale arrivano con effetto retroattivo e pertanto sono valide già per l'anno d'imposta 2000, per opera della legge n. 342, comunemente chiamata Legge collegata alla manovra Finanziaria 2000.

La stessa è in vigore dal 10 Dicembre scorso e contiene le disposizioni elencate qui di seguito.

Deducibilità dal reddito dell'importo fino a un massimo di tre milioni dei contributi obbligatori versati per gli addetti ai servizi domestici.

Detrazione del 19% e fino a un massimo di 12 milioni delle spese di assistenza specifica (compensi a personale paramedico abilitato) rese a persone affette da patologie che danno diritto all'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria (esonero dal ticket).

Il beneficio spetta anche per le spese sostenute per un familiare non fiscalmente a carico, nel limite suddetto e per la parte che non trova capienza nell'imposta eventualmente dovuta sul reddito del familiare interessato.

Detrazione del 19% per le spese veterinarie entro il limite di 750.000 e con una franchigia di 250.000.

Restituzione, anche sulla parola in caso di mancanza della documentazione del versamento, dell'80% della tassa sul medico di famiglia (le famose 85.000) versata nel 1993.

Sempre con la legge 342, a decorrere però dal gennaio 2001, è stata disposta la trasformazione da lavoro autonomo a redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente (con conseguente diritto alle detrazioni specifiche) dei compensi da collaborazione coordinata e continuativa.

... NON E' TUTTO!

Con la Finanziaria 2001 e con la Legge collegata alla Finanziaria 2000 arriveranno altre significative novità (progressiva abolizione dei ticket sulle ricette e sulla diagnostica per le prestazioni rese dal Servizio Sanitario Nazionale, riduzione del contributo per i farmaci, riforma della tassa di Successione, I.C.I.).

Rimandiamo a prossimi articoli per aggiornamenti e approfondimenti.

Il Servizio Fiscale della Cisl è a disposizione per ogni eventuale chiarimento e/o ulteriore informazione in merito (tel.0332-241559).

Varese Dicembre 2000. A cura del Servizio Fiscale CISL.

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