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Il numero di ottobre '08

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Prosegue il confronto per la riforma del sistema contrattuale

Il 12 maggio, la riunione dei direttivi unitari di CGIL CISL e Uil approva le "linee per la riforma della struttura della contrattazione" e le nuove regole per la democrazia sindacale e la rappresentanza.

Nei periodo tra luglio a settembre si è sviluppato un confronto che ha portato Confindustria a presentare un documenti che in parte recepiva le richieste sindacali. Sulla base di tale documento è proseguito il confronto anche se con posizioni diverse tra le organizzazioni sindacali. Improvvisamente, senza alcun confronto unitario la Cgil decide unilateralmente un’iniziativa di lotta e la comunica alle altre organizzazioni sindacali. Non è la prima volta che accade. Ci pare che continua a permanere in tale organizzazione una sorta di atteggiamento contraddittorio, che va dalla convinzione che sia necessario ricercare una soluzione al problema, alla preoccupazione che può indurre ogni cambiamento. Continua comunque il confronto con la partecipazione di tutte le organizzazioni sindacali.

La convinzione che le difficoltà derivanti dalla situazione economica aggravata dalla pesantissima crisi finanziaria internazionale sembra comunque prevalere e rafforzare la convinzione che sia necessario trovare un’intesa se si vuole meglio tutelare i lavoratori ed in particolare i salari.

Questa la cronaca di quanto accaduto e che ha portato, il giorno 10 ottobre, alla definizione di un percorso condiviso da Cisl, Uil e Confindustria definito "linee guida della contrattazione".

I punti fondamentali di tale intesa sono:

- l’individuazione di un nuovo indice di "inflazione previsionale triennale", (IPCA depurato dell’inflazione da energia importata), più alto e credibile del tasso di inflazione programmata fissato dal Governo e, quindi, in grado di tutelare maggiormente il potere di acquisto delle retribuzioni;

- la durata triennale dei contratti e l’unificazione della parte normativa con quella economica che consentiranno di migliorare tempi e procedure per i rinnovi;
- la copertura economica dei nuovi contratti dalla data di scadenza dei precedenti;

- un meccanismo di recupero certo degli scostamenti fra l’inflazione programmata e quella effettiva misurati con il nuovo indicatore previsionale entro il triennio contrattuale;

- il pieno sviluppo della contrattazione di secondo livello, aziendale o territoriale, per ottenere la redistribuzione degli incrementi di produttività, da incentivare con la detassazione e la decontribuzione degli aumenti salariali erogati tramite la contrattazione collettiva integrativa;

- un elemento retributivo di garanzia che verrà previsto dai CCNL di categoria nelle realtà dove la contrattazione collettiva integrativa non viene effettuata e per chi non ha avuto aumenti negli ultimi 4 anni.

Sulla base di tale documento ora il confronto procederà con le altre associazioni datoriali, consentendo di rafforzare la richiesta delle parti sociali al Governo per la conferma e il miglioramento delle misure di decontribuzione e detassazione degli incrementi di produttività nel contratto di secondo livello, da rendere strutturali.

Sarà importante in tale percorso (a cui parteciperà anche la CGIL) mantenere inalterati i punti principali per il sindacato ed in particolare, nel momento in cui si dovesse arrivare (come auspichiamo) alla stesura di un accordo, vengano garantiti i meccanismi di calcolo stabiliti dai contratti e quindi la salvaguardia reale del salario dal costo della vita, e il diritto certo alla contrattazione decentrata per tutti i lavoratori che, per i lavoratori delle piccole aziende vuol dire il diritto alla contrattazione territoriale.

 

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Provincia di Varese

Partono le politiche attive per il lavoro

Il progetto è stato approvato il 10 luglio scorso dalla commissione tripartita provinciale, la commissione che in provincia di Varese si occupa delle misure di sostegno al mercato del lavoro locale e che vede la presenza dell'amministrazione provinciale, dei sindacati, delle associazioni dei datori di lavoro.

A fine settembre è arrivata l'autorizzazione della regione ed a inizio novembre è previsto l'avvio operativo.

Di cosa stiamo parlando? Del "Piano di azione provinciale per il reimpiego", ossia di un aiuto fornito ai lavoratori disoccupati, in cassa integrazione speciale, in mobilità, residenti o domiciliati in provincia di Varese, per la ricerca di un nuovo posto di lavoro.

Di cosa si tratta

Ai lavoratori interessati viene riconosciuta la possibilità di ottenere gratuitamente una serie di servizi (il loro insieme è chiamato "Dote-lavoro") che li aiuteranno a trovare in tempi più celeri una nuova occupazione.

I servizi riconosciuti sono:

  1. colloqui di orientamento e bilanci delle competenze (degli strumenti cioè che aiutano a capire in quali settori è meglio orientare la ricerca del lavoro tenendo conto delle capacità professionali e delle predisposizioni del soggetto interessato)
  2. formazione professionale, se necessaria a costruire o integrare il profilo professionale del soggetto interessato al fine di un più rapido inserimento al lavoro
  3. accompagnamento all'inserimento lavorativo (stesura "professionale" del proprio curriculum, preparazione al colloquio di lavoro, ricerca delle aziende a cui inviare il curriculum, lavoro di preselezione per le aziende, ricollocazione)

A chi ci si deve rivolgere

Agli enti o alle agenzie accreditate, a chi cioè è stato autorizzato dalla regione ad operare in questo campo. La Cisl ha il proprio ente di formazione professionale, lo Ial Cisl, che è stato accreditato per erogare tutti quei sevizi e lo fa sia direttamente, che tramite il contributo di società specializzate.

Incentivi economici alla ricollocazione

Quando una persona si rivolge allo Ial Cisl, o ad un altro ente accreditato, per avere i servizi al lavoro che abbiamo descritto, la provincia riconosce all'ente un finanziamento (la Dote-lavoro).

Questo finanziamento, almeno per un terzo, è erogato solo se il soggetto interessato è stato effettivamente ricollocato con un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o comunque non inferiore ai 12 mesi consecutivi. Ciò è un forte incentivo a lavorare per una rapida ricollocazione.

Un incentivo analogo va anche ai datori di lavoro che assumono.

 

Come fare per attivare i servizi di politica attiva del lavoro

Basta rivolgersi ad un centro accreditato, nel nostro caso lo Ial Cisl, che si trova a Saronno, via Carlo Marx n.1 (tel. 02 96702399)

Per favorire il contatto con i lavoratori interessati lo Ial, in collaborazione con la Cisl di Varese, ha inoltre aperto una serie di sportelli nelle principali sedi sindacali della provincia, come riportato nella tabella, a cui è possibile rivolgersi per tutte le informazioni del caso e per iscriversi al programma.

 

Sportello

Indirizzo

Orari

Operatore

Telefono

Besozzo Via Zangrilli, 8 Venerdì 9.30-11.30 Elisabetta Casanova 0332-771344
Gallarate Via Checchi, 5 Martedì 9.30-11.30 Elisabetta Casanova 0331-795515
Luino P.za Marconi, 35 Giovedì 15.00-17.00 Elisabetta Casanova 0332-531767
Varese Via B.Luini, 8 Lunedì 15.00-19.00 Elisabetta Casanova 0332-230637

Sportelli, orari e recapiti telefonici dello Ial presso sedi di zona Cisl in cui è possibile ricevere informazioni e iscriversi al programma di aiuto alla ricerca del lavoro.

 Azioni di sostegno anche per giovani diplomati e laureati

Non solo disoccupati, cassintegrati e lavoratori in mobilità, cioè lavoratori che avevano un posto di lavoro e lo hanno perso, o lo stanno perdendo.

Un secondo programma della provincia di Varese rivolge le azioni di sostegno alla ricerca del lavoro anche ai giovani inoccupati, a coloro cioè che trovano difficoltà nella ricerca del primo impiego. Il requisito richiesto per iscriversi a questo programma è di avere un'età compresa tra i 19 e i 29 anni, di aver conseguito il diploma di scuola media superiore o la laurea e di essere iscritto alle liste del centro per l'impiego da almeno 6 mesi. La Cisl si era battuta perché il programma fosse esteso a tutti i giovani in possesso del diploma della scuola media inferiore, ma la maggioranza della commissione tripartita provinciale non ha ritenuto opportuno accettare questa richiesta per la carenza dei fondi a disposizione.

Il programma è stato approvato in provincia il 1 ottobre ed è in attesa delle autorizzazioni ministeriali, previste entro l'anno.

Le modalità con cui iscriversi sono le stesse previste dal piano per i disoccupati. Anche in questo caso è possibile rivolgersi agli sportelli dello Ial nelle sedi Cisl della provincia.

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La crisi colpisce Varese

Chiusa la Italtractor 

La Italtractor era una azienda di Brunello facente parte del gruppo Italtractor ITM la cui sede principale è a Modena. Nella sua vita situazioni complicate si sono alternate a momenti buoni. Rilevata dal gruppo Italtractor nel 1989, (gruppo con varie sedi in Italia e leader nella costruzione di sottocarri) dopo una fase difficile a metà degli anni novanta, per un po’ di anni la situazione è stata abbastanza positiva: il mercato tirava , conseguentemente anche la situazione economico-finanziaria era buona, consentendo buoni risultati anche sulla contrattazione aziendale.

Tra il 2003/2004 però la situazione è iniziata a cambiare, il mercato ha iniziato a dare segnali di difficoltà, la concorrenza dei paesi asiatici ha iniziato a farsi sentire. La proprietà a tentato di reagire cercando di acquisire nuovi mercati attraverso un processo di acquisizioni che però, in un contesto di mercato sempre più in crisi e concorrenziale ha aggravato la situazione di difficoltà finanziaria portando il gruppo vicino alla chiusura.

Fortunatamente ciò non è avvenuto perché il gruppo è stato rilevato dalla TITAN EUROPE, un gruppo a proprietà inglese con stabilimenti anche in Italia. L’arrivo della Titan è stato accolto con grande interesse iniziale, visto che ha consentito il salvataggio di un migliaio di posti di lavoro. Italtractor aveva infatti in Italia 4 stabilimenti (oltre a quello di Brunello c’era la sede principale a Modena, uno stabilimento a Castelvetro, uno a Ceprano e il più grosso con circa 400 dipendenti a Potenza). Purtroppo però, se l’arrivo di Titan ha consentito di evitare il fallimento, si è dovuto comunque fare i conti con un mercato che non si voleva riprendere e con la necessità di riorganizzazione del gruppo per ridurre le potenzialità produttive e i costi.

Il primo intervento è stato operato su Modena con la completa chiusura dello stabilimento e la perdita occupazionale di circa 200 dipendenti. Ma questo intervento non è stato sufficiente e così, a maggio 2008 è stato formalmente comunicata la decisione di chiudere lo stabilimento di Brunello e portare le poche produzioni di stamperia rimaste nella più ampia e sotto utilizzata sede di Ceprano (stabilimento con circa 120 dipendenti).

I lavoratori, la RSU e il sindacato si sono così trovati a dover decidere le iniziative necessarie per tentare di far cambiare opinione alla proprietà, oppure cercare di contrattare le migliori condizioni per un accordo che rendesse meno traumatica possibile tale decisione.

La scelta fatta è stata la seconda, anche perché ha prevalso la convinzione che le possibilità alternative sarebbero state poche e comunque, il lento declino della Italtractor sembra inarrestabile.

La trattativa è stata come al solito complicata ma alla fine si è arrivati ad un accordo positivo che ha visto il consenso praticamente unanime dei 46 lavoratori. L’accordo prevede la chiusura dello stabilimento con la fine del mese di luglio e un incentivo alla mobilità che è legato all’anzianità lavorativa individuale con le seguenti modalità: 7.500 euro per chi ha meno di 5 anni di anzianità mentre, per chi ha più di 5 anni è previsto un’aggiunta di 1.400 euro per ogni anno, dal sesto in poi, (quasi la metà dei lavoratori erano alle dipendenze da 18 anni e solo 5 con meno di 5 anni di anzianità). Inoltre, è stato attivato un percorso di outplacement con il coinvolgimento dello IAL Cisl e della Fairplace con l’utilizzo dei fondi messi a disposizione dalla provincia.

Un buon accordo quindi che con gli incentivi in aggiunta alla mobilità consente di rendere meno traumatico la fase di ricerca del nuovo posto di lavoro ma contestualmente la messa in campo di strumenti che aiutino i lavoratori a ricollocarsi nel più breve tempo possibile e soprattutto di non lasciare solo il lavoratore in tale ricerca.

Rimane comunque l’amarezza e la delusione perché, anche in una realtà in cui, tutto sommato si era riusciti a instaurare un clima positivo di relazioni sindacali, ancora una volta ha prevalso la volontà della proprietà di non provare ad evitare il peggio magari cercando, attraverso il confronto, soluzioni alternative. E’ un obiettivo che tutto il sindacato (ma non solo) deve incominciare a porsi soprattutto in una situazione in cui, certi tipi di produzione tendenzialmente finiscono per essere prodotti fuori dall’Italia.

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UFFICIO PENALE SALUTE E SICUREZZA

Un nuovo servizio Cisl

Prevenire è meglio che curare e per tale lavoro sono presenti all’interno delle aziene gli RLS. Ma nonostante gli sforzi, nel mondo del lavoro ci si infortuna come e più di prima, il tragico bilancio in vite umane continua con inesorabile cadenza quotidiana anche perché, troppo spesso le aziende inadempienti depistano le indagini e i lavoratori non sanno che possono osare di pù.

Non è più tempo di indugi. Occorre porre in primo piano la tutela dei diritti dei lavoratori infortunati nella immediatezza del fatto, già nella fase delle indagini preliminari promosse dalla Autorità Giudiziaria. Per renderlo possibile la CISL di Varese ha deciso di istituire L’UFFICIO PENALE SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO.

Si tratta di un nuovo servizio offerto agli iscritti e a tutti i lavoratori per la tutela, sia penale che amministrativa, nei casi di infortunio sul lavoro e di malattia professionale.

In caso di infortunio o di malattia professionale, va infatti ricordato che:

- l’art. 2087 stabilisce che è in capo al datore di lavoro la responsabilità di adottare le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e morale dei prestatori di lavoro;

- la lesione subita da un lavoratore determina, a suo favore, il diritto al risarcimento del danno in base all’art. 2043 c.c., secondo cui "qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno";

- la vittima di un infortunio sul lavoro ha sempre diritto alla tutela INAIL e, in presenza di determinati presupposti, anche a un risarcimento ulteriore del danno;

- il risarcimento ulteriore del danno verrà riconosciuto nel caso in cui il Giudice avrà accertato, la responsabilità del datore di lavoro o dei suoi collaboratori, per la violazione delle normative di prevenzione;

- in questo caso il danno va rivendicato direttamente al datore di lavoro.

In caso di infortunio o di malattia professionale è quindi sempre opportuno rivolgersi al patronato Cisl di Fabbrica o ai RLS o direttamente al N. 0332/241736 della Cisl di Varese dove si trova il referente dell’Ufficio Penale Salute e Sicurezza. Verrà immediatamente fatta una valutazione dell’infortunio e quindi procedere:

- a nominare un avvocato penalista esperto in materia, per essere assistita/o nella fase delle indagini preliminari e poter richiedere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali; il legale, convenzionato con la CISL, assisterà l’infortunata/o in tutta la fase del procedimento penale e nelle trattative per la liquidazione dei danni sofferti; all’occorrenza, l’Ufficio Penale si potrà avvalere della collaborazione di un medico legale e di un medico del lavoro per le valutazioni relative ai postumi di invalidità permanente;

- nei casi di infortunio sul lavoro superiori a 3 giorni, per la tutela amministrativa, l’infortunata/o sarà invitato a rivolgersi al patronato INAS-CISL per verificare tramite i medici del patronato il grado percentuale di invalidità permanente attribuito dall’I.N.A.I.L. ed eventualmente impugnare la valutazione se ritenuta non adeguata.

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Mobilità anche alla Condenser di Ispra

Dichiarati 40 esuberi

L’azienda, produttrice di particolari per il settore elettrodomestici ha aperto la procedura di mobilità per 40 dei 180 dipendenti del sito produttivo di Ispra. L’azienda da circa un anno ha ridotto i volumi produttivi e di conseguenza ha messo in cassa integrazione ordinaria una parte dei propri dipendenti. Negli ultimi mesi la situazione degli produttori di elettrodomestici in Europa si è ulteriormente aggravata con la chiusura di alcune unità produttive e una drastica diminuzione dei frigoriferi prodotti (mercato principale di sbocco di Condenser) dai 9.000.000 del 2002 ai circa 4.000.000 previsti nel 2009.

La conseguenza è una previsione per l’autunno e i prossimi anni di una riduzione di oltre il 20% del lavoro (la metà se come riferimento è quello del 2004 quando in azienda erano occupati circa 260 persone.

Si è aperta quindi una complicata trattativa sindacale con l’obiettivo di ridurre la conseguenza negative dei licenziamenti e di acquisire garanzie per i dipendenti che rimarranno occupati nel sito di Ispra. Le Organizzazioni Sindacali puntano a definire un accordo che preveda la possibilità di un accesso alla mobilità su base volontaria definendo incentivi economici, in aggiunta di chi riesce ad agganciarsi alla pensione.

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Nuova convenzione per gli iscritti Cisl Lombardia

DUTTILIO, il prestito personale flessibile

In un contesto di mercato sempre più complesso diventa importante mettere in campo strumenti di aiuto che possano consentire ai lavoratori di affrontare i momenti di difficoltà finanziaria.

Con questi intenti la Cisl Lombardia ha realizzato con Agos, società finanziaria specializzata nel credito al consumo da oltre vent’anni, una convenzione per la richiesta del prestito personale flessibile DUTTILIO per tutti i propri iscritti.

La convenzione prevede la possibilità per gli iscritti Cisl della Lombardia di chiedere un prestito fino a 30.000 euro, rimborsabili fino a 120 mesi, a tassi agevolati: TAN min. 7,90% TAEG max. 9.35%, senza spese di istruttoria. Naturalmente l'accettazione della richiesta resta subordinata all'approvazione da parte di Agos.

DUTTILIO consente di cambiare la rata per tre volte nel corso del prestito, aumentandola o diminuendola in base alle proprie disponibilità del momento; saltare una rata all’anno, per tre volte nel corso del prestito e accodarla alla fine del periodo di rimborso; estinguere anticipatamente il prestito senza pagare né penali né spese. Le modifiche non hanno alcun costo e possono essere richieste con una semplice telefonata al numero verde Agos.

Il prestito flessibile DUTTILIO è caratterizzato da tempi di erogazione veloci (24/48 ore dalla richiesta) e modalità di rimborso tramite RID bancario e/o (senza cessione del quinto dello stipendio o l’apertura di specifici conti correnti).

La procedura per la richiesta è semplice e rapida, è sufficiente rivolgersi alle filiali territoriali Agos con 4 documenti: documento di riconoscimento valido, codice fiscale, documento di reddito (ultima busta paga, modello unico o cedolino pensione), tessera di iscrizione in corso di validità alla CISL.

Per ulteriori informazioni si può telefonare al numero numero verde Agos 800.12.90.10 per fissare un appuntamento nella filiale più comoda o telefonare direttamente in sede a: VARESE via Tonale angolo via Merini, tel. 0332.231280; BUSTO ARSIZIO via Magenta 43, tel 0331.625979; SARONNO via Varese 31, tel 02-9602323.

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Chiusa la MMG

Una storia assurda

Non ce l'ha fatta. La MMG, minuterie metalliche con sede a Gavirate, è fallita e, a ottobre, i suoi creditori si presenteranno davanti al curatore fallimentare. La ditta è stata "sconfitta" non dalla concorrenza o dalla Cina, ma dal vicino di casa che si è rivolto al giudice per zittire il chiasso delle macchine. L'odissea giudiziaria e paragiudiziaria è durata svariati anni, alla fine dei quali la giustizia ha fatto il suo corso completo dando ragione al privato.

Una storia assurda che ha interrotto ogni possibile trattativa sindacale facendo perdere il posto di lavoro ai 28 dipendenti. A nulla sono serviti i tentativi di cercare soluzioni alternative anzi, l’unica soluzione possibilità era di trovare una sede diversa. Cosa risultata non facile e proprio quando sembrava concretizzarsi una possibile soluzione è arrivata l’ingiunzione di fallimento. A chiedere la fine di 60'anni di storia della MMG, è stato ancora il vicino che si è rivolto alla giustizia perché non aveva ancora ottenuto il risarcimento stabilito dal tribunale per il danno subito in quegli anni.

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