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Il numero di luglio '07

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Mercato del lavoro, difesa dei salari e delle pensioni, riforma pubblica amministrazione

Torna la concertazione, ma non c'è alternativa.

In questi giorni le Segreterie Generali di Cgil-Cisl-Uil sono impegnate nel confronto con il Governo sulla piattaforma unitariamente definita.

Quattro sono i temi fondamentali sul tavolo.

1 La tutela del sistema pensionistico con al centro le rivalutazioni del potere d'acquisto delle pensioni, soprattutto le più basse, e l'abolizione dello scalone introdotto con la riforma attuata dal precedente Governo.

2 La riforma del mercato del lavoro per limitare e meglio regolamentare il ricorso alle varie tipologie di contratti atipici ed evitarne gli abusi cui abbiamo assistititi negli ultimi anni; altro obiettivo è quello di rivedere il sistema degli ammortizzatori sociali per allargare il diritto ad usufruirne anche a coloro (e orami sono tanti) che oggi non ne possono beneficiare o ne beneficiano solo in parte, definendo regole e procedure che facilitino il reinserimento al lavoro specie dei lavoratori più anziani.

3 La definizione di regole che garantiscano il diritto alla contrattazione collettiva e quindi della tutela del salario (basta ricordare quanti sono i contratti scaduti da anni che non si riescono a rinnovare), con particolare attenzione alla contrattazione decentrata per la redistribuzione della maggior produttività.

4 La riforma della pubblica amministrazione con l'obiettivo di renderla più efficace nella prestazione dei servizi e contestualmente puntare ad eliminare gli sprechi ancora fortemente presenti.

Sono obiettivi certamente importanti e di forte valenza politica, che richiedono coraggio e volontà di azione e che inevitabilmente si scontrano con altri interessi. Come si sa, le risorse sono poche e puntare tutto sul "tesoretto" appare piuttosto complicato. Peraltro le aspettative maturate in questi anni sono tante, causate dalla completa assenza di una politica di controllo dei prezzi e da scelte concentrate unicamente sulla riduzione delle spese, difendendo in modo indiscriminato la proprietà privata contro lo Stato e la Pubblica Amministrazione, esaltando il diritto individuale, con il risultato che pochi si sono ulteriormente arricchiti mentre tanti sono diventati più poveri. Non è un caso se, dopo il cambio della maggioranza politica, da qualche mese le entrate tributarie sono tornate ad aumentare, anche se l'evasione fiscale resta ancora alta e rappresenta uno dei più gravi problemi italiani.

E' mancata in questi anni un'azione forte e autorevole del Sindacato capace di costringere la politica a fare i conti anche con gli interessi e i diritti delle fasce più deboli. Un ruolo forte come quello svolto negli anni '90, capace di trascinare fuori dalla crisi economica e politica in cui era finito il nostro Paese. Per la verità la Cisl ci aveva provato anche successivamente, con l'accordo del 2002, ma sappiamo come poi è andata a finire: di quell'accordo è stata realizzata solo una piccola parte anche se ha evitato una deriva anti-fiscale pericolosa. Cgil-Cisl-Uil sono state più attente a difendere le proprie posizioni anziché riuscire a costruire una sintesi che evitasse di arrivare a questa situazione.

La ritrovata unità che in questi ultimi mesi ha permesso, seppur a fatica, la definizione di una piattaforma comune, fa ben sperare per il futuro. Lo sbaglio più grosso sarebbe ripercorrere gli stessi errori del 2003. Seppur in una condizione diversa, vista la precarietà dall'attuale Governo che ad ogni sussulto rischia di cadere, un Sindacato che vuole difendere i più deboli, in un sistema politico maggioritario, non deve mai smettere di trattare lasciando campo libero alla controparte ed evitare di generare una condizione che favorisca la crisi ed il vuoto legislativo.

Il tempo che passa senza aver definito meccanismi di tutela rafforza solo chi è forte.

Gli obiettivi stabiliti unitariamente possono essere affrontati anche in modo graduale, definendone le priorità. L'importante e che le soluzioni che si costruiscono volta per volta siano praticabili e condivise dai lavoratori.

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I nemici del sindacato

Riflessioni di Graziano Resteghini

In questi giorni e con grande enfasi mediatica è stato fatto un pesantissimo attacco al sindacato da parte del Presidente di Confindustria.

Da molto tempo, anche strumentalizzando le opinioni di alcuni esperti del mercato del lavoro, è in atto una campagna che tende a delegittimare il sindacato, costruendone una caricatura qualunquista che ha facile presa nell'opinione pubblica.

La questione più grave, al di là delle polemiche spicciole sui fannulloni o sul pubblico impiego, è quella riferita ai fondi pensione: qui siamo arrivati all'assurdo che una legge approvata dal governo di centro destra e applicata dal governo di centrosinistra che lo ha sostituito è stata occasione per rinfacciare al sindacato tutta una serie di questioni politiche.

Ma non vorrei addentrarmi in un'analisi troppo complicata, dove rischia di essere inutile ricordare (ad un paese che ha dimenticato la sua storia e le sue tradizioni più importanti) quale è stato il ruolo del sindacato nella ricostruzione di una nazione distrutta da vent'anni di dittatura e uscita sconfitta dalla guerra. O quale peso ha avuto nella definizione di regole della democrazia e della tutela sociale.

Penso piuttosto che i veri nemici il sindacato li abbia dentro di sé. Due sono "storici" mentre uno è figlio dei nostri tempi.

Il primo nemico è il populismo, la tentazione cioè di andare dietro a tutte le istanze senza cercare di fare sintesi. A lungo andare, specie in una società mediatica dove le problematiche si moltiplicano a livello planetario, la continua enfasi data ai problemi piuttosto che alla loro soluzione porta inevitabilmente alla delusione, alla frustrazione e alla convinzione che tutto è inutile.

La scarsa autonomia dalla politica e dalla proprietà (una volta si diceva dai "padroni") o addirittura la sua assenza è l'altro vero pericolo cui è esposto il mondo sindacale e non solo. L'essere autonomi non significa essere indifferenti, anzi! La vera maturità sta nel rappresentare gli interessi dei lavoratori che scelgono il sindacato in ogni condizione e con qualsiasi governo, aldilà degli orientamenti politici. La CISL e la FIM hanno fatto dell'autonomia un elemento distintivo della propria azione, pagando a volte pesantemente per questo, assumendosi però la responsabilità di scelte innovative che hanno permesso soluzioni importanti per i lavoratori italiani.

L'ultimo nemico è l'individualismo. Figlio, secondo alcuni sociologi, del benessere, resta il più grande ostacolo per chi quotidianamente lotta per i diritti sociali e di chi si batte per la solidarietà. L'individualismo è facile da individuare ma altrettanto difficile da combattere. L'unica arma che abbiamo a disposizione è quelle di fare crescere la consapevolezza, specie tra le persone più professionalizzate, che è un'illusione quella di poter fare sempre da solo. Avere un forte potere contrattuale individuale non è una garanzia eterna.

Qualcuno ha pensato in questi anni di rincorrere i lavoratori offrendo loro servizi e benefit, scelta corretta se non offusca i più grandi impegni di tutela dei diritti e di difesa delle condizioni di lavoro.

Ma sappiamo per esperienza che solo attraverso una forte organizzazione collettiva dove tutti hanno ruolo e responsabilità possiamo costruire una maggior tutela personale. E il nostro sindacato è una realtà che ben risponde a questo requisito.

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CCNL artigiani rotte le trattative

Si passa alla mobilitazione

Il 16 maggio 2007 a Roma nel corso di un incontro di trattativa, le Associazioni Artigiane hanno deciso di rompere il negoziato per il rinnovo del CCNL dei dipendenti delle aziende artigiane metalmeccaniche che riguarda oltre 500.000 dipendenti. Il contratto è scaduto da 2 anni e mezzo sul piano economico e da oltre 7 anni sul piano normativo.

La rottura è avvenuta sulla regolamentazione dell'apprendistato: le Associazioni Artigiane non rinunciano a mantenere un sistema di retribuzione degli apprendisti fondato su una percentualizzazione dei minimi contrattuali.

Esse sono pregiudizialmente contrarie a quanto richiesto dalla piattaforma sindacale, in conformità con quanto previsto dalla legge sull'apprendistato e recepito dai Contratti Nazionali stipulati in tutti i settori industriali in cui si è definito che la retribuzione dell'apprendista sia stabilita sulla base dell'inquadramento dello stesso in una misura che non può essere inferiore a più di due livelli rispetto all'inquadramento finale di sbocco previsto dal contratto di apprendistato.

Le Associazioni Artigiane nei fatti vogliono usufruire dei benefici delle nuove norme di legge riguardanti l'utilizzo dell'apprendistato professionalizzante per tutte le qualifiche di operai ed impiegati, vorrebbero l'allungamento delle durate fino a 6 anni, ma contemporaneamente chiedono di sancire strutturalmente retribuzioni inferiori ai minimi contrattuali. Viene in questo modo richiesto a Fim, Fiom, Uilm, quale condizione per rinnovare il CCNL, di definire per l'artigianato un sistema di apprendistato professionalizzante a minor costo per le imprese artigiane rispetto a quanto definito in tutti i contratti nazionali dell'industria ed anche a quanto indicato dalla legislazione vigente.

Fim, Fiom, Uilm nazionali si sono presentate alla trattativa con una proposta: regolamentare il ricorso all'apprendistato professionalizzante prevedendo nell'arco della vigenza del CCNL un regime transitorio, che sancisse anche tempi e modalità per il passaggio da un sistema di retribuzione in percentuale alla piena applicazione dei minimi contrattuali in base all'inquadramento ed alla qualifica finale prevista dal contratto di apprendistato professionalizzante.

Per tutta risposta le Associazioni Artigiane hanno deciso di interrompere ogni negoziato.

Fim, Fiom, Uilm nazionali hanno giudicato sbagliata e grave la scelta di interrompere il negoziato.

Questo atto che evidenzia la loro scarsa volontà negoziale confermata dalle difficoltà che in quasi tutti i tavoli aperti per i rinnovi contrattuali, anche con le altre categorie per gli altri settori, mette in discussione l'esistenza stessa del Ccnl e con essa il sistema di relazioni sindacali esistenti nel settore dell'artigianato.

In questi giorni la situazione si è poi ulteriormente aggravata infatti, anche al tentativo fatto da CGIL CISL UIL con le organizzazioni imprenditoriali dell'artigianato, per ribadire l'importanza della ripresa dei negoziati, le nostre controparti hanno, confermato la loro indisponibilità ad andare verso una fase risolutiva dei negoziati sostenendo che le imprese artigiane si trovano oggi in una situazione di pressione per esse insostenibile su un duplice versante:

1) il confronto col Governo che rischia di determinare, a loro avviso, nuovi oneri per le aziende (con particolare riferimento agli studi di settore);

2) le richieste sindacali, a loro giudizio eccessivamente onerose, nelle piattaforme per il rinnovo dei CCNL (con particolare riferimento al tema dell'apprendistato).

A fronte di questa situazione CGIL CISL UIL hanno proclamato una prima giornata di lotta per il 6 luglio con uno sciopero di otto ore.

Contestualmente saranno promosse iniziative parallele, anche attraverso i media, per informare l'opinione pubblica nazionale sulle condizioni dei lavoratori dell'artigianato e sulle problematiche del settore.

Ma sarà probabilmente necessario programmare altre iniziative per dare continuità alla lotta in caso di mancata evoluzione positiva della situazione. E' però importante che tali iniziative trovino un'adesione forte dei lavoratori.

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ITW Ispracontrols: buona gestione di una delocalizzazione

Alla ITW di Castiglione Olona, azienda del settore elettronico per elettrodomestici, non è da poco che si respira aria pesante. Infatti già una ristrutturazione di due anni or sono ha ridotto considerevolmente gli organici portandoli agli attuali 130 lavoratori. Ma a febbraio di quest'anno tutto si è complicato, con la decisione aziendale di portare nell'est europeo (Bulgaria) praticamente tutta la parte produttiva. L'inseguimento dei principali clienti produttori di elettrodomestici che già hanno delocalizzato la loro produzione in quei paesi e l'ulteriore inseguimento dell'abbassamento dei prezzi per poter mantenere gli ordini anche in futuro, hanno costretto l'azienda a questo doloroso passo. Quindi saranno persi in modo progressivo fino a febbraio 2008 circa 40 posti di lavoro nell'unità produttiva di Castiglione. In queste condizioni non si prospettava certo una facile soluzione, infatti il confronto è durato due mesi, ma con sinergie, intelligenze e risorse finanziarie, è stata costruito un accordo con buone potenzialità. Un anno di cassa integrazione straordinaria consente ai lavoratori che perdono il posto di aderire ad un percorso per essere ricollocati passando da corsi di riqualificazione e di "outplacement" con il coinvolgimento di enti formativi e finanziati in concorso con fondi pubblici finalizzati.

Non mancano gli incentivi per chi lascerà l'azienda consensualmente attraverso la mobilità, da 17 a 21mila euro in rapporto all'età, più 2.000 euro per ogni carico famigliare. Il concorso di questi strumenti dovrebbe favorire il passaggio alle dipendenze di altre aziende. Sono comunque previsti incontri per verificare la situazione passo per passo. Un sindacato attento alle problematiche internazionali non si può dimenticare di pensare anche ai lavoratori destinatari della delocalizzazione. E' stato così raggiunto un accordo su richiesta sindacale che prevede l'impegno per l'azienda a rispettare i dettami dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL).

L'impegno previsto per la Ispracontrols e per i propri fornitori locali, vincola al non utilizzo del lavoro minorile, forzato o discriminatorio e di riconoscere ai lavoratori la facoltà di tutelarsi anche attraverso la costituzione di proprie rappresentanze.

Certamente non è piacevole subire decisioni aziendali così pesanti, però l'accordo dimostra come un sindacato partecipativo, una direzione aziendale attenta e supportata da una associazione delle aziende aperta a soluzioni innovative, possono consentire la gestione di situazioni difficili riducendo al minimo possibile i disagi per i lavoratori.

L'augurio è che anche la successiva messa in pratica dell'accordo sia all'altezza, consentendo a tutti i lavoratori di trovare un impiego alternativo sul territorio.

Ballante Mario

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INDA

Premiata la Fim

Nel 1946, Aras Malapelle e Grabriele Frattini e sucessivamente con l'arrivo di Fantoni Domenico danno vita all'azienda INDA spa, un'azienda che produce accessori per il bagno. Un percorso aziendale sempre crescente sul piano produttivo, occupazionale e sociale del territorio varesino che ha vissuto periodi di storia importanti e con i propri prodotti utilizzati per l'arredamento del transatlantico Michelangelo e l'Andrea Doria.

La storia sindacale della INDA è lunga e ha visto anche in questo caso momenti importanti.

Dall'accordo del 1974 sull'inquadramento professionale all'accordo di metà anni '90 sul riconoscimento delle professionalità per gli specializzati e gli impiegati, all'accordo sul premio feriale intorno al 1990 e a seguire l'introduzione del premio di risultato. Un storia fatta anche di momenti molto complicati e di forti tensioni con l'azienda.

Nel 2000 la Inda incorpora altre due aziende: la Olmi di Treviso che produce mobili e la Pagazzano di Bergamo che produce box doccia arrivando complessivamente ad un gruppo che occupa circa 600 dipendenti di cui 277 a Caravate.

Dal 2001 al 2005 la situazione produttiva è stata piuttosto complicata. E' in questa fase che si colloca il tentativo di rinnovare l'accordo aziendale sul premio di risultato, risolto dopo momenti di forte tensione tra le due organizzazioni sindacali Fim e Fiom, e che ha visto la proposta di mediazione fatta dalla Fim uscire vincente da un referendum molto complicato. Alla Inda la RSU è sempre stata di prevalenza Fiom fino alle recenti elezioni (la Fim aveva solo due delegati contro i 7 della Fiom). Il consenso ottenuto attraverso il referendum è stato per certi versi quasi imprevisto ma anche la conferma che i lavoratori preferivano la concretezza della Fim.

Questa impostazione è stata confermata nelle elezioni per il rinnovo della RSU tenutosi nelle scorse settimane. I lavoratori hanno infatti nuovamente premiato la Fim. La RSU su 9 posti, 6 sono andati alla Fim e 3 alla Fiom.

Nell'immediato futuro ci sono due importanti appuntamenti sindacali, il contratto nazionale e la situazione interna alla INDA.

Soprattutto sulla ristrutturazione interna, dove l'azienda ha l'impegno di presentare un piano industriale, la RSU della Fim si adopererà per evitare ancora riduzioni di personale, con l'auspicio che la discussione venga fatta unitariamente con la Fiom.

Comunque sia il nostro intento sarà di far abbassare il livello di litigiosità tra le organizzazioni, ma laddove non si troveranno convergenze, l'ultima parola spetterà a tutti i lavoratori e lavoratrici della Inda.

De Leo Giuseppe RSU Inda

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Alla Cobra continua il braccio di ferro tra due modelli sindacali

La Fim vince le elezioni per la RSU

Ricordate l'articolo sulla Cobra nello scorso numero del giornalino? La FIM ha sottoscritto un accordo per il rinnovo del premio di risultato, nonostante l'abbandono pretestuoso ed unilaterale del tavolo di trattative da parte della FIOM.

Alla Fiom non è bastato proclamare uno sciopero da sola, non seguita dai lavoratori (circa 20 adesioni su 384 dipendenti), ma ha fatto di tutto per cercare di delegittimare l'accordo e chi lo ha sottoscritto. L'articolo si chiudeva con l'annuncio dell'avvio della procedura non concordata di elezione delle RSU.

Il clima in fabbrica è diventato molto pesante in quanto, a meri fini di propaganda elettorale, la Fim è stata accusata di essere responsabile di tutti i malcontenti presenti tra i lavoratori, dai mancati riconoscimenti professionali agli spostamenti, alle mancate assunzioni e chi più ne ha più ne metta! La vita non è stata per nulla facile per i candidati della FIM subendo pesanti aggressioni, per fortuna solo verbali, e denigrazioni continue nelle aree aziendali dove i rappresentanti della Fiom hanno montato un attacco senza precedenti. Addirittura nelle assemblee di preparazione delle elezioni, assemblee gestite separatamente da Fim e Fiom, in tutte le assemblee Fim prima ancora di cominciare vi erano richieste di intervento già preparate e pseudodomande tese ad innescare polemiche e a non permettere ai lavoratori di interloquire per capire cosa prevede l'accordo. Rimandati gli interventi a fine relazione, le accuse si sono trasformate nel "non fate parlare la gente". Potete quindi ben immaginare in che situazione si sono svolte le elezioni.

La Fim non si è certo fatta intimorire e molti lavoratori si sono candidati per difendere e promuovere un sindacato che contratta e risolve i problemi, al punto che abbiamo dovuto ritirare un candidato perché ne avevamo troppi! Il gruppo di attivisti ha cercato di sostenere con argomenti concreti la bontà dell'accordo e si è speso fino all'ultimo per ottenere un buon risultato nelle elezioni. Alla fine però, la Fim è stata premiata infatti 5 sono i delegati eletti dalla Fim (la maggioranza della RSU) e 3 dalla Fiom (la precedente RSU era composta da tre Fime tre Fiom). Oltre ad essere un giusto premio per il lavoro di tutta la squadra, ci consegna la grande responsabilità della conduzione della contrattazione come punto di riferimento per i lavoratori. Viene invece bocciato un modo di fare sindacato tutto propenso al conflitto pregiudiziale con uno spirito di pura contestazione e rivalsa, peraltro espressa non col lo sciopero ma con denunce a raffica dell'azienda, rendendo oltremodo difficile ed aggiungendo ostacoli alla contrattazione e al raggiungimento di risultati concreti. Un caso emblematico è quello dei lavoratori somministrati: dopo le denunce della Fiom, l'azienda osserva un limite temporale "di sicurezza" oltre il quale non rinnova più il contratto interinale al lavoratore, assumendone un altro al suo posto. La parola ritorna ancora ai lavoratori con il referendum per l'approvazione dell'accordo: confidiamo nell'ennesima prova di responsabilità e determinazione per confermare l'unico strumento che può dare tutele, garanzie e salario a chi ne ha sicuramente tanto bisogno.

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Estinzione anticipata mutui

Le possibilità e i consigli

L'accordo raggiunto tra l'ABI e le associazioni dei consumatori prevede:

A) Per i mutui stipulati prima del 1° gennaio 2000.

Sono questi i mutui che possono essere maggiormente interessati da una possibile estinzione anticipata. Molti dei tassi d'interesse sui mutui a tasso fisso, infatti, sono ancora all'8%.

L'accordo prevede per tutti questi mutui (siano essi a tasso fisso, a tasso variabile, a tasso misto), che la nuova penalità massima non potrà più superare lo 0,50%. Inoltre, nel caso in cui il mutuo sia prossimo alla scadenza del terzultimo anno, la penalità è dello 0,20, mentre per gli ultimi due anni non è prevista alcuna penalità.

È prevista inoltre una clausola di salvaguardia che prevede per quei casi che già oggi sono al di sotto dello 0,50% o prossimi a tale soglia una riduzione comunque dello 0,20% nel caso di tasso fisso, e zero nel caso di mutuo a tasso variabile.

B) Per i mutui stipulati dopo il 1° gennaio 2001

Per questi mutui, l'accordo prevede:

- per i mutui a tasso variabile, restano le condizioni precedenti e cioè dello 0,50%-0,20% e zero per gli ultimi due anni, così come permane la clausola di salvaguardia;

- per i mutui a tasso fisso la penalità viene ridotta all'1,90% nel caso in cui l'estinzione anticipata avvenga nella prima metà di durata del mutuo, e all'1,50% per la seconda metà del mutuo. Inoltre anche per questi, nel terzultimo anno la penalità scende allo 0,20% ed è a costo zero per gli ultimi due anni;

- per i mutui a tasso misto, se la possibilità di passare dal tasso fisso al variabile o viceversa è inferiore a 2 anni, le penali previste sono quelle del tasso variabile (0,50%-0,20%-0,0%); se la possibilità di variare il tasso ha una periodicità superiore i due anni, le penali sono quelle previste per i fissi (1,90%-1,50%-020%-0,0%).

Per i mutui a tasso fisso, stipulati dopo il 1° gennaio 2001, è prevista una clausola di salvaguardia, per assicurare una riduzione anche a coloro che avessero delle penalità al di sotto o prossime alla soglia stabilita dall'accordo. Per questi mutui la riduzione è dello 0,25% nel caso di penalità contrattuali superiori all'1,25% e dello 0,15% nel caso di penalità contrattuale inferiore all'1,25%.

Per quelli a tasso variabile, stipulati sempre dopo il 1° gennaio 2001, resta la salvaguardia dello 0,20%.

L'accordo prevede la costituzione di un Comitato apposito con rappresentanti dell'Abi e delle associazioni consumatori, che verificherà l'attuazione corretta dell'accordo e che potrà, trascorso l'anno, anche revisionare le condizioni dell'accordo stesso. Inoltre i benefici devono essere applicati automaticamente e senza alcun costo (neppure di comunicazione). Per i mutui estinti dopo il 2 febbraio 2007 fino ad oggi le maggiori somme versate dovranno essere rimborsate sulla base del nuovo ammontare delle penali.

Prima di decidere l'estinzione anticipata è opportuno valutare attentamente i costi e i possibili vantaggi:

1) ad esempio, l'estinzione anticipata può essere conveniente per i vecchi mutui con tasso di interesse del 9%;

2) l'estinzione non è invece conveniente per chi ha stipulato un mutuo a tasso fisso in euro, poiché gli attuali tassi sono certamente superiori a quelli del passato.

Un'alternativa all'estinzione anticipata è la rinegoziazione. In questo caso è opportuno, prima di presentarsi allo sportello della propria banca, disporre di offerte di mutuo più vantaggiose di altre banche e quindi esercitare un potere negoziale per ottenere un tasso d'interesse più conveniente.

Per poter calcolare con precisione le penalità sul proprio mutuo alla luce dell'accordo sono indispensabili alcuni dati: importo del mutuo, ratei pagati, durata, tipologia (fisso, variabile, misto), ecc..

Per richiedere il "conteggio personalizzato" è opportuno rivolgersi alla Adiconsum .

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Elemento perequativo per chi non ha contrattazione aziendale

Ricordiamo che il Contratto Nazionale firmato nel gennaio 2006 prevedeva una novità per chi lavora in aziende dove non si fa contrattazione aziendale. La nuova norma introdotta prevede che ai lavoratori in forza alla data del 1° gennaio 2007 e che nel 2006 abbiano percepito un trattamento retributivo composto esclusivamente da importi retributivi fissati dal CCNL (ad esempio lavoratori privi di superminimi collettivi o individuali, premi annui o forme retributive analoghe) e privi di contrattazione di secondo livello con contenuti economici, verrà erogata con la retribuzione del mese di giugno 2007, a titolo perequativo, una cifra in forma annua sperimentale pari a 130 euro, onnicomprensiva e non incidente sul tfr, ovvero una cifra inferiore fino a concorrenza in caso di presenza di retribuzioni aggiuntive a quelle fissate dal CCNL inferiori a 130 euro annue. In caso di incertezze è opportuno rivolgersi alle sedi sindacali per le opportune verifiche.

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La Fim di Varese: organizzazione e risorse

Anche quest'anno si è tenuta la Convention della Fim di Varese. Un appuntamento annuale vissuto con interesse e partecipazione dai delegati Fim, perché consente di fare il punto sulla situazione organizzativa, fare proposte di cambiamento o miglioramento che possano consentire alla nostra organizzazione di meglio rispondere alle esigenze dei lavoratori.

Il primo elemento che viene verificato è lo stato del tesseramento: a livello provinciale e poi nelle singole realtà. La valutazione di tale dato è infatti importante per capire quali sono le dinamiche dell'industria metalmeccanica della nostra provincia ma anche per capire il livello di consenso che hanno le proposte della Fim. Il sindacato, ed in particolare la Fim è fondamentalmente un'associazione, la cui forza è strettamente legata alla rappresentatività di cui sa essere portatrice e quindi, in ultima analisi, al numero di associati su cui può contare. Il lavoro di proselitismo è pertanto fondamentale per l'affermazione anche politica del sindacato.

Il 2006 è stato un anno molto positivo infatti sono risultati iscritti 4.005 lavoratori (nel 2005 erano 3.888 - vedi tabella) superando ampiamente l'obiettivo stabilito ad inizio anno ma soprattutto raggiungendo una quota storica. Il dato è ancora più importante se raffrontato con quello delle altre due organizzazioni Fiom e Uilm ed in particolarecon la Fiom con cui negli ultimi anni ci sono stati diversità di opinioni su alcuni temi e di impostazione sindacale. A parte le Uilm che da anni non ufficializza i propri dati (comunque inferiori al migliaio), la Fiom chiude con un leggero calo rispetto all'anno precedente.

Come è ormai tradizione, a fronte del raggiungimento degli obbietti fissati ad inizio anno sono stati premiati anche i delegati che maggiormente hanno partecipato al conseguimento di tale obiettivo. Sono stati quindi premiati: Garzonio Gianpaolo della Whirlpool, Pozzi Amedo della MAM di Morazzone, De Girolamo Nicola della Yanmar di Cassano Magnago, Radice Paolo dell'Agusta di Cascina Costa, Ceriani Valentino della Fratelli Borroni di Saronno e Vago Cristian della BTSR International di Olgiate.

Per il 2007 l'obiettivo stabilito è quello di riuscire a riconfermare il dato del 2006. Un dato che sostanzialmente punta a consolidare il buon risultato ottenuto nel 2006 e tiene conto della situazione non paricolarmente felice ancora presente nel nostro territorio. E' necessario che tutti si sentano coinvolti nel lavoro. Solo il raggiungimento dell'obiettivo può consentire il mantenimento dei servizi fino ad ora dati (giornalino, internet, compilazione 730 in fabbrica, ecc ).

La Convention è stato anche l'occasione per presentare e discutere sul bilancio consuntivo 2006 e preventivo 2007. Un fatto importante di democrazia che consente una discussione seria su come vengono spesi i soldi frutto del contributo dei lavoratori ma anche per definire le linee di sviluppo della nostra organizzazione. Come ormai avviene da qualche anno, riteniamo opportuno pubblicarlo sul nostro giornalino perché ci sembra importante rendere conto a tutti gli associati di come vengono utilizzate le quote versate (vedi tabella). Come si potrà inoltre constatare, l'attività sindacale vive quasi esclusivamente dei contributi degli iscritti e quindi una riduzione degli associati porta inevitabilmente ad una riduzione dei servizi e della attività.

Il buon andamento del tesseramento ha ovviamente consentito una chiusura positiva del bilancio con un attivo di euro 866,15 che sono stati destinati all'attività sindacale per il 2007 oltre a consentire il pagamento della quota parte di ristrutturazione della sede Cisl. Nel merito:

- sul fronte delle entrate la voce contribuzione sindacale sono le quote tessere pagate dagli associati mentre nella voce varie sono compresi: contributi unatantum derivanti da accordi aziendali dove si iniziano a sperimentare quote di servizio per i lavoratori non iscritti, contributi volontari derivanti da servizi a non iscritti, e i contributi accantonati a disposizione di grosse fabbriche e zone che rappresenta solo una partita di giro sul capitolo dell'attività sindacale; proprio per l'incertezza di tali contributi a preventivo è stata messa una voce più bassa.

- Sul fronte delle uscite invece, al capitolo costi generali compare a consuntivo la cifra di euro 38.172,85 cioè una cifra indicativamente superiore di 10.000 euro alla normale consistenza, dovuta appunto alla sistemazione della sede Cisl che nel 2007 non ci sarà (da qui la quota di 28,900 euro sul preventivo 2007);

- Altro capitolo dolente è l'incidenza delle quote che vanno alle strutture regionale/nazionale su cui è aperto un forte dibattito in Cisl che speriamo possa essere finalmente risolto dall'Assemblea Organizzativa che si terrà nei prossimi mesi, prendendo decisioni importanti che consentano di lasciare più risorse alla periferia dove, la frammentazione delle fabbriche rende sempre più necessaria una maggiore presenza dell'operatore sindacale.

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Assegni familiari

La finanziaria entrata in vigore il 1° Gennaio 2007, ha cambiato le regole in merito agli assegni familiari determinando le condizioni a molti lavoratori di ritornare a percepirli. Poiché le tabelle sono tante, non è più possibile pubblicarle interamente. Riportiamo sotto alcuni esempi per una famiglia tipo (ricordiamo che l'ammontare degli assegni varia anche in funzione del fatto che in famiglia ci sia un solo genitore oppure famigliari inabili definiti da specifiche tabelle che si possono trovare anche nel sito della Fim.

Ricordiamo che nel mese di luglio va ripresentata la richiesta all'azienda. Consigliamo quindi a tutti di rivolgersi ad una sede del patronato INAS-CISL o ai rappresentanti sindacali di fabbrica per farsi compilare la domanda o chiedere informazioni portando il CUD o 730 del 2006.

 

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Cancellato il ticket di 10 euro sulle prestazioni specialistiche

Il Parlamento ha cancellato il super ticket di 10 euro previsto dalla Finanziaria sulle ricette per le prestazioni specialistiche. Cgil Cisl Uil della Lombardia, che ritengono sbagliata la politica dei ticket, hanno incalzato in questi mesi la giunta regionale e anche a seguito della manifestazione fatta il 12 aprile scorso che ha visto la partecipazione di migliaia di lavoratori lombardi davanti al Pirellone, la giunta Formigoni ha modificato alcune scelte in tema di compartecipazione alla spesa sanitaria, che collocano la Lombardia al primo posto per l'onere a carico dei cittadini.

La Giunta regionale ha infatti preso le seguenti decisioni che con decorrenza dal 1° giugno 2007:

- riduzione a 25 euro il ticket sulle prestazioni di Pronto Soccorso, allineandolo a quello della Finanziaria, prevedendone l'esenzione per i minori di 14 anni, i cittadini con più di 65 anni e le categorie già esenti per le prestazioni ambulatoriali;

- esenzione per i minori di 14 anni, senza limiti di reddito, dal pagamento di tutti i ticket (farmaci e prestazioni specialistiche).

Si tratta di correzioni positive, seppure insufficienti poiché rimangono ancora in vigore alcuni punti fondamentali di cui si chiedeva la modifica, in particolare :

- il livello massimo di contribuzione di ogni ricetta per prestazioni specialistiche di 46 euro, che andrebbe ridotto, come nelle altre regioni, a 36 euro;

- il ticket aggiuntivo di 7 euro per le prime visite specialistiche (portate da 16 a 23 euro) e per le visite di controllo successive (passate da 12 a 19). Le ultime decisioni sui ticket confermano comunque la giustezza della posizione sindacale che prevede la necessità di intervenire e correggere un sistema di compartecipazione iniquo, che penalizza le fasce più deboli. Per fare questo è necessario rivedere in particolare il sistema delle esenzioni per introdurre criteri di equità sociale; non è sufficiente intervenire sull'età esentabile, ma è necessario affrontare il nodo delle condizioni economiche, ampliando l'area dell'esenzione in base al reddito, come richiesto più volte dal sindacato.

 

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Piattaforma Rinnovo CCNL

Lavoratori in Somministrazione (ex interinale)

A dieci anni dall’avvio del lavoro interinale si sono evidenziati problemi ed esigenze a cui si intende dare risposta con questo rinnovo contrattuale.

Ciò è necessario in particolare sul terreno dell’ampliamento dei diritti, nel determinare un uso delle missioni teso a valorizzare la professionalità come tratto caratterizzante della somministrazione, nel necessario rafforzamento delle relazioni sindacali.

In tema di diritti assume rilevanza centrale l’attivazione della previdenza integrativa per il settore, insieme al rafforzamento di tutele e diritti della maternità ed al miglioramento delle prestazioni connesse alla bilateralità, a partire dall’introduzione di forme di sostegno al reddito. Nel contempo, si richiedono misure atte a rendere effettivo il diritto alla parità salariale e più efficace il sistema di prevenzione e sicurezza, attraverso una maggiore responsabilizzazione delle ApL.

Per quanto attiene la valorizzazione della professionalità come tratto distintivo di offerta della somministrazione, questo richiede il rafforzamento della formazione, in particolare nelle fasi di inattività da utilizzare per l’aggiornamento ed il completamento delle competenze dei lavoratori; richiede, inoltre, il disincentivare drasticamente il ricorso alle missioni di breve o brevissima durata, in particolare di quelle dovute allo spezzettamento artificioso e dalla reiterazione all’interno di contratti commerciali di più ampio periodo.

Infine, in un settore nel quale il livello relazionale delle parti è cardine operativo, riteniamo maturi i tempi per il rafforzamento e l’estensione del sistema della rappresentanza dei lavoratori, anche nelle fasi di mancanza di missione, con l’obiettivo di ampliare in particolare gli spazi delle relazioni sindacali a livello aziendale e territoriale.

 1. Diritti d’informazione

Si chiede che:

1.1 i diritti d’informazione di cui all’art. 1 del CCNL siano estesi anche ai livelli territoriali;

1.2 sia previsto l’obbligo per le ApL di dare alle OO.SS. firmatarie del CCNL informazione dei contratti di fornitura stipulati di consistenza pari o superiore a 10 lavoratori entro 5 giorni dalla stipula della fornitura stessa. Tale informazione dovrà far riferimento alla durata della fornitura, all’impresa utilizzatrice ed ai CCNL applicati.

1.3 le predette informazioni devono essere fornite a livello nazionale e territoriale;

1.4 sia adottato un programma informatico, specifico e condiviso, per la puntuale comunicazione relativa ai diritti di informazione e agli iscritti;

1.5 siano messe a disposizione bacheche elettroniche sui siti web aziendali nonché l’utilizzo delle buste paga per veicolare comunicazioni sindacali;

1.6 sia prevista la stampa del testo del CCNL con periodicità tale da garantire la costante distribuzione ai lavoratori.

2. Diritti sindacali

Si chiede di:

2.1 integrare il modello di rappresentanza previsto, individuando a livello nazionale - nelle Agenzie per il Lavoro che impieghino almeno 30 assunti a tempo indeterminato in regime di somministrazione - una rappresentanza aziendale di agenzia . Tale rappresentanza nazionale sarà individuata nella misura di 3 ogni 30 dipendenti;

2.2 riformulare il calcolo per la determinazione del monte ore retribuito per permessi relativi ad attività sindacale nella misura di 1 ora ogni 1300 lavorate. Il valore convenzionale di ogni ora viene stabilito in 10 euro.

2.3 estendere la facoltà di partecipazione retribuita alle assemblee in sede aziendale ai lavoratori in somministrazione entro 30 giorni dal termine del loro rapporto di lavoro.

2.4 prevedere la cumulabilità di eventuali ore di permessi non godute dai rappresentanti a livello aziendale con quelle maturate nei mesi successivi.

2.5 aumentare le agibilità dei dirigenti sindacali: in particolare, di diminuire da 6 mesi a 3 il requisito di anzianità nel settore e di aumentare a 72 ore i permessi individuali su base annua.

3. Relazioni sindacali territoriali

Al fine di promuovere un sistema di relazioni sindacali maggiormente strutturato in ambito territoriale, si chiede di costituire commissioni sindacali a ogni livello regionale che assumano funzioni di:

  • confronto sui diritti di informazione;
  • conciliazione;
  • proposizione in ordine alla programmazione nazionale delle iniziative formative, sulla base degli effettivi fabbisogni territoriali;
  • proposizioni sul miglioramento delle prestazioni degli enti bilaterali.

 4. Classificazione del Personale

Si chiede di eliminare la classificazione per gruppi attualmente prevista e di sostituirla con il seguente dispositivo: "Il lavoratore in somministrazione sarà inquadrato sulla base di quanto previsto dal CCNL dell’impresa utilizzatrice, con esclusione dei livelli considerati di primo accesso e aventi carattere transitorio ".

5. Trattamento economico, trasparenza della busta paga

5.1 All’atto dell’assunzione e/o dell’invio in missione, l’indicazione del trattamento economico collettivo spettante al lavoratore deve, nel dettaglio delle singole voci, comprendere esplicito riferimento agli eventuali premi di produzione o risultato presenti in forma consolidata, nonché la consegna di copia dell’accordo aziendale di riferimento.

La mancata presenza di tale riferimento, in presenza di premio consolidato, comporterà il pagamento integrale delle spettanze da parte dell’ApL.

Per quanto attiene eventuali premi di produzione definiti contrattualmente nel corso dell’anno, e comunque entro la cessazione della missione, in caso di mancanza di previsioni contrattuali sulle modalità di erogazione ai lavoratori in somministrazione, si richiede a carico dell’agenzia il pagamento, a compimento di missione, di una quota dello stesso rapportata alla durata della prestazione lavorativa.

5.2 In relazione al trattamento economico in caso di malattia del lavoratore, si chiede che la quota di spettanza dell’Inps sia anticipata dall’ApL.

5.3 Al fine di sanare le problematiche emerse e garantire l’effettiva parità salariale, si chiede la revisione del divisore orario applicato per la determinazione della retribuzione.

Ratei

Per le missioni superiori ai due giorni e inferiori a quindici relativamente ai ratei di tredicesima, quattordicesima, ferie e Tfr si richiede la corresponsione in misura pari all’intero rateo mensile.

Tale disposizione vale altresì per le missioni fino a due giorni qualora le stesse vengano reiterate nell’arco dei trenta giorni successivi.

 Ferie

Si chiede di rendere fruibili le ferie maturate dai lavoratori negli stessi periodi in cui ne fruiscano i dipendenti dell’azienda utilizzatrice, ove la missione non sia dovuta a sostituzione per ferie dei medesimi. Si chiede inoltre che i periodi, anche nel caso di missioni reiterate, siano cumulabili ai fini del computo del limite dei sei mesi stabilito per la fruizione delle ferie stesse.

6. Prova, preavviso

6.1 Per il periodo di prova dei lavoratori somministrati a tempo determinato si chiede la seguente articolazione: 1 giorno ogni 15 lavorati, con l’esclusione dei primi quindici, e per un massimo 10 di giorni. Per i lavoratori assunti a tempo indeterminato dalle ApL, si chiede di prevedere un massimo di 60 giorni di prova.

6.2 Per il preavviso relativo alle eventuali dimissioni del lavoratore, si chiede la seguente articolazione: dopo il primo mese di missione, un giorno di preavviso ogni 30 gg e per un massimo di 5.

7. Proroghe

Il periodo di assegnazione iniziale potrà essere prorogato per un massimo di due volte, per una durata complessiva non superiore a 24 mesi a far data dall’inizio dell’assegnazione stessa.

8. Maternità, diritti lavoratrici madri, congedi parentali

8.1 Per le lavoratrici in gravidanza, alle quali la missione cessi nell’arco dei primi 5 mesi della stessa, si richiede la corresponsione di un’una tantum pari a 1000 euro a carico della bilateralità.

8.2 Per missioni di pari livello e contenuto professionale, si richiede precedenza per le lavoratrici già avviate a missione, che abbiano terminato il periodo di astensione obbligatoria e che abbiano reso dichiarazione di disponibilità all’ApL entro 30 giorni dalla cessazione dello stesso.

8.3 Per quanto riguarda i congedi parentali, si applica quanto previsto dalla legge 53/2000.

9. Salute e sicurezza

Rispetto alla esigenza di una maggiore responsabilizzazione delle ApL nei confronti dei propri lavoratori dipendenti, si chiede:

9.1 la responsabilità in solido delle ApL, ove le aziende utilizzatrici non ottemperino a quanto previsto in materia di dispositivi di protezione individuale nei confronti dei lavoratori in regime di somministrazione;

9.2 che, all’atto dell’avviamento a missione, oltre alla formazione ed addestramento previsto dalla legge si richiamino i contenuti generali relativi alla sicurezza con un corso aggiuntivo in materia tenuto dall’ApL e dall’azienda utilizzatrice;

9.3 che copia della comunicazione delle informazioni riguardanti salute e sicurezza consegnate al lavoratore da parte dell’ApL, venga inoltrata al Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza nell’impresa utilizzatrice;

9.4 che nella Valutazione dei rischi, venga prevista la presenza dei lavoratori in somministrazione, soprattutto in costanza di rischi particolari a cui essi siano esposti;

9.5 di aggiungere nella comunicazione ai lavoratori, oltre ai dati già previsti, anche il nominativo del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza in sede aziendale.

10. Formazione

10.1 Si chiede l’estensione dell’obbligatorietà del modulo sui diritti e doveri dei lavoratori tenuto dai docenti sindacali a tutti i corsi di formazione professionale promossi dalle ApL e finanziati da Forma.Temp.

10.2 Si chiede che l’esonero dalla partecipazione ai moduli obbligatori relativi ai diritti e doveri e alla sicurezza sia limitato ai dodici mesi successivi all’intervento formativo.

10.3 Si chiede la revisione dei massimali di spesa relativamente alla formazione "on the job", e nello specifico l’esclusione del finanziamento delle attività di affiancamento.

10.4 Per il rafforzamento del diritto alla formazione, si chiede la revisione della disciplina della formazione continua e l’istituzione di un sistema di voucher individuali a bando, spendibili in percorsi a scelta del lavoratore.

10.5 Si chiede di condividere la programmazione della formazione estendendo le prerogative della contrattazione sindacale nei territori.

11. Previdenza integrativa

Ai fini della costituzione del fondo di settore, così come previsto nell’intesa del 21 febbraio 2007, si chiede che lo stesso sia alimentato da parte delle ApL e dal sistema della bilateralità con le seguenti modalità:

  1. Per la copertura dei costi di avvio e di gestione si prevede l’utilizzo del 50% dell’avanzo di gestione Ebi.Temp nonché l’utilizzo di beni strumentali dello stesso.
  2. Al fine di rendere possibile l’accesso alla previdenza del più ampio numero di lavoratori e prevedendo a tale scopo la possibilità, da parte del lavoratore, di ricostruzione successiva dei periodi previdenziali mancanti, si chiede che il 50% dell’importo di ricostruzione sia a carico del fondo Forma.Temp.
  3. Per quanto attiene l’alimentazione del fondo a carico delle ApL, si chiede che la stessa avvenga, stante le particolari caratteristiche del settore, con una duplice modalità:
  • una quota collettiva su fondo EbiTemp per ogni missione effettuata nella misura dello 0,30% della retribuzione imponibile, con successivo transito al fondo di previdenza.
  • una quota individuale, per ciascun lavoratore aderente, da versare al fondo, definita in misura inversamente proporzionale alla durata della missione sino ad un massimo dell’1%.

12. Enti Bilaterali

12.1 Prestazioni

12.1.1 Le parti sindacali propongono di rivedere le prestazioni in essere e di introdurne di nuove. In particolare:

  • accesso al credito: superamento della soglia dei 2500 euro;
  • assicurazione infortuni: innalzamento della diaria giornaliera;
  • tutela sanitaria: estendere il rimborso dei ticket, allargare la prestazione ai familiari a carico e ad una serie di visite specialistiche e di prevenzione più ampia. Si chiede inoltre di prevedere il rimborso del costo del ricorso, ove previsto dal sistema sanitario regionale, del lavoratore al medico competente secondo quanto previsto dall’art. 17 del D.Lgs. 626/94.

12.1.2 Si chiede poi di introdurre, anche al fine di agevolare azioni di politiche attive legate alla formazione, un assegno di sostegno al reddito per chi, avendo lavorato per almeno sei mesi nel settore, abbia una disoccupazione di durata superiore ai 45 giorni.

12.1.3 Per le domande relative alle prestazioni di accesso al credito e di sostegno al reddito, si richiede che esse siano preferibilmente inoltrate tramite le parti sociali.

12.2 Commissioni presso Ebitemp

12.2.1 Si chiede di superare la previsione contrattuale in merito alle seguenti commissioni:

  • Calcolo della retribuzione
  • Qualifiche
  • Comitato paritetico Informazione

Le competenze residue saranno in capo alla Paritetica Nazionale, per quella dell’informazione alla commissione Osservatorio.

12.2.2 Rispetto alla centralità dei temi sicurezza e pari opportunità, si riconferma il ruolo delle commissioni già previste, rinviando a disciplina regolamentari che ne garantiscano il pieno funzionamento.

12.2.3 Per quanto riguarda la Commissione Paritetica nazionale si chiede di introdurre un meccanismo di silenzio assenso superati i sessanta giorni dalla richiesta del lavoratore.

 

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