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Il numero di dicembre '06

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Gli articoli
Finanziaria
Convegno della Fim  sulla produzione bellica
Finanziaria:una manovra impegnativa
Mam: accordo innovativo 
Fabbriche: a macchia di leopardo
Malattia:i controlli

 

Una equa finanziaria ?

Continua il percorso della finanziaria, una finanziaria complessa e anche con qualche contraddizione.

Una finanziaria che ha come asse portante il risanamento dei conti dello stato, per evitare il rischio di compromettere le prestazioni dello stato sociale e la stabilizzazione dello sviluppo economico in Italia, scaricandone i costi sulle fasce sociali più deboli.

Sui contenuti ne abbiamo parlato ampiamente nel numero precedente di Informazione. Verificheremo poi se complessivamente risponderà alle aspettative. Certo, lasciano perplessi le continue incertezze del governo sui singoli provvedimenti o i continui aggiustamenti che vengono apportati. Restano comunque aperte le questioni del mercato del lavoro (tipologie di assunzioni, regole, ecc..) e delle pensioni. Non si parte da zero. L'avvio della riforma della previdenza complementare da un lato e i benefici fiscali alle imprese che assumono a tempo indeterminato dall'altro, vanno già nella direzione giusta. Da gennaio partirà il confronto di merito. Sulla previdenza complementare è stata anticipata la riforma del precedente governo creando non poca confusione. Una problematica complessa sia perché si attendono i testi definitivi sia perché i vari fondi dovranno adeguare le proprie normative alle nuove decisioni assunte. All'interno del giornalino si potrà trovare un inserto che consente di avere una prima indicazione, ma è evidente che a partire da gennaio sarà necessario uno sforzo informativo notevole per consentire a tutti di essere messi nelle condizioni ottimali a prendere le proprie decisioni.

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"L'uso delle armi è sempre un problema"

A Busto Arsizio il convegno della Fim e della Fondazione Tarantelli sulla produzione bellica

"Per un democratico l'uso delle armi è sempre un problema. Usando strumenti di forza e di coercizione scadiamo nell'inciviltà". Lo ha detto Savino Pezzotta, intervenendo al convegno "Produzione militare e civile: etica e ragioni industriali a confronto" tenutosi il 1 dicembre a Busto Arsizio. L'ex segretario generale della Cisl, oggi presidente, tra l'altro, della Fondazione Tarantelli, ha ricordato anche come la Finanziaria in discussione in Parlamento preveda un aumento delle spese militari dell'11%, da 18miliardi 862milioni di euro a 21miliardi 144milioni. Mentre per la cooperazione allo sviluppo l'impegno è per uno 0,15% del Pil contro lo 0,33% promesso dal programma dell'Unione. "Un paese come il nostro che bisogno ha di strutture militari e aumenti come questi? - ha chiesto Pezzotta - Forse i compiti militari dovrebbero passare nelle mani dell'Europa".

L'incontro, organizzato dalla Fim (nazionale, Lombardia, Brescia e Varese), dalla Cisl varesina e dalla Fondazione Tarantelli, oltre all'ex leader della Cisl, ha visto la partecipazione di Gianni Alioti, dell'ufficio internazionale Fim Cisl, Riccardo Moro, direttore della fondazione "Giustizia e solidarietà" della Cei, Carlo Spreafico, consigliere regionale della Margherita, Carmela Tascone, segretaria generale della Cisl di Varese. I lavori sono stati introdotti da Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl Lombardia, mentre le conclusioni sono state affidate a Cosmano Spagnolo, segretario nazionale Fim.

La buona notizia è che avanza la produzione ad uso civile, giunta ormai ad impegnare i due terzi della produzione del settore aerospaziale europeo. La cattiva è che l'87% dell'export di armi è gestito dai paesi del G8 e il maggior importatore nel 2005 è stata la Cina.

Durante l'incontro sono stati anche ricordati i pericoli esistenti e di cui poco si parla, come le 27mila testate nucleari in giro per il mondo, e i costi spesso assurdi dei moderni sistemi d'arma, per lo più inutilizzabili nello scenario attuale che non prevede guerre convenzionali.

Un tema giudicato da molti controverso e difficile da affrontare senza cadere nel moralismo o nel massimalismo, soprattutto in una provincia come la nostra.

La provincia di Varese ha infatti da sempre nel suo territorio due delle più importanti aziende del settore aeronautico italiano, Agusta Westland e Alenia Aermacchi. La produzione delle due aziende, soprattutto dagli anni '90 in poi, si è caratterizzata per la sua dualità tra civile e militare, al punto di diventare in alcuni anni percentualmente più rilevante nel settore dell'aviazione commerciale.

Questo è anche frutto delle intese sindacali che hanno impegnato le aziende ad un maggior impegno nel campo della ricerca, progettazione e produzione civile. Aziende che oggi sono entrambe di proprietà di Finmeccanica, uno dei gruppi industriali più importante nell'ambito nazionale, le cui politiche di alleanze internazionali hanno una rilevanza notevole per le prospettive dei lavoratori varesini.

I documenti del convegno saranno pubblicati e a disposizione di tutti

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Una manovra impegnativa

Primi passi verso l'equità

METODO. Cgil, Cisl e Uil, ascoltate dal governo nel confronto con le parti sociali, hanno basato le loro richieste su tre criteri: risanamento, equità, sviluppo. Tali criteri hanno inciso sui contenuti della manovra. Lasciano tuttavia perplessi le continue incertezze del governo e della maggioranza sui singoli provvedimenti, che generano confusione e preoccupazione.

CONTENUTI. La finanziaria è pesante, ma lo stato dei conti non ammette alternative, se non si vogliono compromettere le prestazioni dello stato sociale, le prospettive di sviluppo economico e la stabilità del lavoro.

EQUITÀ. Ci sono indicazioni positive: la lotta all'evasione fiscale, la correzione dell'imposizione fiscale in senso progressivo, la tassazione delle rendite finanziarie, la revisione delle detrazioni e l'aumento degli assegni famigliari per lavoratori dipendenti e pensionati e l'incremento dei contributi sociali per il lavoro autonomo e parasubordinato.

SVILUPPO. Anche se si tratta solo di primi passi, ci sono importanti segnali di inversione di tendenza rispetto alle politiche del passato per quanto riguarda il sostegno alle imprese, al lavoro, alla ricerca e al Mezzogiorno.

Il tema dello sviluppo e della sua qualità, insieme con la salvaguardia dello stato sociale, deve restare al centro del confronto col governo ed essere l'elemento qualificante del rilancio della concertazione.

DA GENNAIO si aprirà un confronto importante sul mercato del lavoro e sulle pensioni. Non si parte da zero. L'avvio della riforma della previdenza complementare da un lato e i benefici fiscali alle imprese che assumono a tempo indeterminato dall'altro, vanno già nella direzione giusta.

Restano tuttavia aperte importanti questioni, a partire dalla revisione dell'accordo del 23 luglio 1993, sulle quali è necessaria un'assoluta chiarezza di impostazione che consenta di proseguire un confronto con i diversi interlocutori e con la gente che rappresentiamo.

La Segreteria nazionale Fim-Cisl

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Accordo innovativo alla Mam

La Mam è un'importante azienda di Morazzone che produce collettori per elettrodomestici. Gli anni novanta sono stati anni veramente positivi in cui l'azienda si è fortemente sviluppata arrivando a superare la quota di 300 dipendenti con fatturato positivo che ha consentito anche la stipula di accordi sindacali molto favorevoli.

Purtroppo gli ultimi anni hanno visto modificarsi la situazione. La concorrenza sempre più forte dei produttori Cinesi da una parte e l'aumento delle materie prime dall'altra (in particolare il rame) hanno determinato sempre più difficoltà fino ad arrivare, per la prima volta nella sua storia, a far ricorso alla fine del 2005 alla cassa integrazione ordinaria, seppur per poche settimane.

L'azienda sta tentando di rispondere alla esigenza di maggiore competitività con modifiche organizzative e produttive, essendo ormai sempre più ristrette le possibilità di intervenire sul prodotto con particolari innovazioni.

Uno degli interventi in cui si è concentrata l'azienda negli ultimi mesi, è stata la riorganizzazione del reparto stampaggio. In tale reparto l'organizzazione del lavoro è piuttosto rigida: le macchine devono stampare e su ogni macchina c'e un operatore a controllare le stampate e il funzionamento della macchina.

L'azienda ha operato per una riorganizzazione che prevede una maggiore saturazione dei tempi di lavoro recuperando quindi efficienza e garantire il raggiungimento di alcuni standard numerici giornalieri di stampate. La proposta prevedeva quindi la riorganizzazione del reparto (o almeno di una parte) in isole di lavoro composte da 8 macchine seguite da 5 persone (4 operatori sulle macchine più un jolly).. Per consentire ciò però sarebbe stato necessario che tutti i lavoratori inseriti nelle nuove linee di lavoro fossero capaci di far funzionare tutte le macchine e contestualmente garantire alcuni controlli minimi sui pezzi prodotti. Poiché però lavorare in tale linee avrebbe comportato una maggiore impegno lavorativo e professionale, occorreva trovare il modo di rispondere con soluzioni adeguate.

Si è così sviluppata una lunga e complessa trattativa che ha portato nel mese di ottobre alla sigla di un accordo sindacale particolarmente innovativo. L'accordo prevede infatti:

i lavoratori sono inseriti sulle nuove linee di lavorazione per tre giorni alla settimana, poi con un sistema di rotazione, gli altri due giorni ritornano a lavorare nelle posizioni tradizionali;

nelle nuove isole di lavoro sono stabilite delle pause concordate durante la giornata per un totale di 45 minuti (tre pause da 15 minuti) nel periodo settembre/maggio e di 60 minuti (tre pause di venti minuti) nel periodo giugno/agosto;

al raggiungimento degli obiettivi produttivi giornalieri, predefiniti sulla base delle medie giornaliere storiche, viene riconosciuto un premio giornaliero di 6,50 euro;

le figure professionali inserite nel reparto (posizioni professionali di terzo livello), potranno accedere al livello superiore (4° livello) sulla base dei seguenti requisiti: anzianità medio/lunga aziendale, affidabilità/capacità di lavorare su tutte le macchine garantendo gli standard produttivi, flessibilità/disponibilità alle esigenze di reparto.

Sulla base di tale accordo nel mese di ottobre sono passate al quarto livello sei lavoratori ma la strada è aperta per tutti.

Un accordo quindi innovativo che ha anche degli aspetti di criticità che dovranno essere attentamente monitorati in stretto rapporto con i lavoratori, ma che finalmente apre la strada al riconoscimento del livello superiore anche alla posizioni professionali bloccate al terzo livello e contestualmente riconosce benefici economici a fronte di miglioramenti produttivi.

Pozzi Amedeo

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A macchia di leopardo

Percorrere lo stato di salute del nostro settore in due zone della provincia di Varese ci potrebbe aiutare per dare un'immagine delle difficoltà che sono ancora presenti. In passato abbiamo definito questa situazione come a... macchia di leopardo. E' ancora questa la situazione presente oppure siamo di fronte ad una ripresa?

Partiamo dalla situazione più pesante presente a Somma Lombardo: la decisione di chiudere la Zamark e il conseguente licenziamento dei 35 dipendenti ha senz'altro inferto un colpo mortale alle attività industriali della città. La situazione della Parker di Arsago Seprio è invece abbastanza positiva, dopo il rinnovo del contratto aziendale siamo di fronte alla richiesta aziendale di maggior utilizzo degli impianti. Continuano invece le difficoltà di mercato alla Silmer di Gallarate e alla Jametti di Casorate Sempione dove è presente la cassa integrazione, mentre alla Galdabini di Cardano al Campo la situazione sembra in miglioramento e le prospettive per il prossimo anno sono buone. Non ha avuto difficoltà nel 2006 la Silvio Fossa di Gallarate e questo ha permesso alla Rsu di rinnovare il contratto interno. Discreta la situazione alle Officine Lattuada di Cassano Magnago e lo stesso possiamo dire per la TPS di Gallarate.

Spostandoci verso la zona dei laghi troviamo un discreta situazione alla Aviotecnica di Sesto Calende e alla OMT di Mercallo dei Sassi: non siamo ai livelli degli scorsi anni però il lavoro non sembra mancare.

Bene, anche per scelte di diversificazione alla Fa&Mi di Angera. L'indotto del settore elettrodomestici sta producendo una situazione di incertezza in alcune medie aziende del territorio che dopo anni, hanno dovuto ricorrere alla cassa integrazione: la Condenser di Ispra (circa 250 dipendenti) e la Cavikos di Sangiano (circa 80 dipendenti). Qualche incertezza ulteriore alla Gamma Varano di Ternate che dovrà diversificare la produzione. Chi non sembra subire contraccolpi è la V2 di Besozzo che ha saputo incrementare i volumi e l'occupazione in un settore molto complicato come quello degli elettrodomestici. Buona la situazione alla Lae di Caravate, alla Tecnoelettra di Brebbia, alla Cassani di Besozzo e alla Tema di Ternate. Prosegue senza interruzioni il lavoro alla Metalvar di Gavirate e alla Gea di Monvalle. Sembra invece arrivata al termine l'agonia dei ex lavoratori della Pressofusione di Brebbia: la chiusura del fallimento permetterà il recupero delle spettanze dopo oltre 2 anni.

Questa è una parzialissima situazione dell'industria metalmeccanica di due zone della provincia

   F.R

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I controlli delle malattia

Ritorniamo ancora sull'argomento poiché, troppo spesso si verificano situazioni di lavoratori che si sono visti respinte dall'Inps, le giustificazioni con cui hanno motivato l'assenza alla visita medica di controllo nelle fasce orarie stabilite.

Premettendo che la vigente legislazione prevede che il lavoratore in malattia è tenuto, fin dal primo giorno di assenza dal lavoro e per tutta la durata della malattia a trovarsi a disposizione nel domicilio comunicato al datore di lavoro, dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19 (giorni domenicali e festivi compresi), per consentire l'accertamento del suo stato di salute, ricordiamo ancora una volta che secondo l'Inps, tutte le richieste di giustificazione, che hanno alla base motivazioni di carattere sanitario, comprese quelle relative alle assenze per visite specialistiche e per cure fisioterapiche, vengono esaminate dal medico legale dell'istituto, al quale compete il relativo giudizio professionale.

Per quanto concerne le assenze dovute a visite effettuate con carattere d'urgenza, le stesse vengono valutate caso per caso, ricordando che il giudizio del medico dell'INPS si fonda non solo sulle cause dell'urgenza, ma anche sulla reale capacità di accedere all'ambulatorio da parte del lavoratore, poiché talune infermità che richiedono l'intervento urgente del curante, spesso non dovrebbero consentire al paziente di recarsi all'ambulatorio, necessitando al contrario, l'intervento del medico a domicilio (ad esempio: minaccia di aborto, colica renale, colica addominale).

Pertanto, la sola dizione "visita urgente", annotata dal curante, senza la specificazione della causa reale (allegando documenti o certificazioni sulla patologia), in genere non viene accettata dall'Inps come giustificazione sufficiente.

Per quanto riguarda le visite specialistiche o gli esami strumentali, è opportuno che vengano programmati al di fuori delle fasce di reperibilità, ad eccezione di quelli eseguiti presso strutture pubbliche.

Se ciò non fosse possibile, occorre avvisare l'Inps ed in particolare l'azienda. La normativa contrattuale prevede infatti che "sono fatte salve le necessità di assentarsi dal recapito comunicato per motivi inerenti la malattia o per gravi, eccezionali motivi familiari comunicati preventivamente, salvo casi di forza maggiore, all'azienda e successivamente documentati". In mancanza di tale condizione può accadere che, anche se l'INPS giustifica l'assenza, non sia disponibile a giustificarla l'azienda e quindi a non retribuire i primi tre giorni di malattia.

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