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Il numero di febbraio '05

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Gli articoli
Congresso provinciale: convocato dal 31 marzo al 1° aprile
Congressi di Lega: sedi e orari
Contratto: parte il rinnovo biennale
Viva il contratto nazionale
626: tutele antifortunistiche nei luoghi di lavoro
Odontotecnici Artigiani: firmato il Contratto
Galdabini: rinnovo del contratto aziendale
Pressofusione Brebbia: l'Odissea di 31 lavoratori
Reclami su Telecom
Presentato l'elicottero di Bush: l'economia Varesina non decolla
Indennità di mobilità, C.I.G. e C.I.G.S.
La Fim a Congresso

Dal 31 marzo al 1° aprile convocato il congresso provinciale.

Puntuale, a quattro anni da quella precedente, per la Fim e per la Cisl arriva la verifica congressuale. Il congresso è nella vita di una associazione il momento in cui si decide la strategia ed in cui si rinnovano i gruppi dirigenti. E' pertanto il fondamento democratico su cui è costruita la nostra organizzazione sindacale, quello che deve rimanere un punto fermo nella nostra vita associativa.

Il percorso congressuale parte dagli iscritti, che saranno chiamati a dare il loro contributo di idee, di proposte e di osservazioni critiche alla linea della Fim nei congressi di base. Questi si terranno nelle fabbriche e nelle leghe della nostra provincia a partire dal mese di febbraio. I congressi di base saranno anche l'occasione per fare il punto sullo stato dell'organizzazione nella nostra provincia e per eleggere, in parte direttamente ed in parte tramite i delegati al congresso territoriale, il gruppo dirigente locale della Fim.

Sulle idee e sulle proposte che dovranno orientare la strategia della nostra organizzazione nei prossimi quattro anni, la Segreteria Nazionale ha predisposto una traccia di riflessione, le Tesi congressuali, di cui riportiamo una sintesi nell'inserto interno di questo giornalino. Il testo integrale delle Tesi può essere scaricato dal sito web della Fim di Varese all'indirizzo www.fim.varese.it, o in Segreteria Fim).

Ogni iscritto ha il diritto di fare delle proposte sulla linea del sindacato, di esprimere delle critiche, di proporre degli emendamenti alle tesi o di presentare ordini del giorno all'approvazione del proprio congresso di base. Le indicazioni che verranno da questi congressi saranno esaminate in quello provinciale e potranno contribuire a definire le mozioni finali del congresso della Fim di Varese.

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Sedi e orari dei congressi di Lega

I mesi di febbraio è marzo saranno dedicati al percorso congressuale con le assemblee che si terranno nelle fabbriche e nelle Leghe. Le assemblee nelle fabbriche si tengono di regola dove c'è una Rsu o comunque un numero significativo di iscritti nei giorni concordati tra le Rsu e l'operatore sindacale.

Le assemblee nelle zone sono organizzate per gli iscritti delle restanti fabbriche secondo il programma sotto riportato:

Zona Varese 22 marzo dalle ore 15,00 alle18,00 presso la sede Fim, via B. Luini, 5

Zona Besozzo, 23 marzo dalle ore 15,00 alle18,00 presso la sede Fim, via Zangrilli, 8

Zona Busto Arsizio, 24 marzo dalle ore 15,00 alle18,00  presso la sede Fim, via Cairoli,7

Zona Gallarate, 24 marzo dalle ore15,00 alle 18,00  presso la sede Fim, via Checchi,5

Zona Saronno, 24 marzo dalle ore15,00 alle 18,00 presso la sede Fim, via Manzoni,45 

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Accordo raggiunto tra Fim-Fiom-Uilm

Parte il rinnovo biennale

Martedì 11 gennaio è stato raggiunto l'accordo tra i segretari generali di Fim-Fiom-Uilm sulla piattaforma unitaria per il rinnovo biennale del Contratto Nazionale (quello economico), scaduto il 31 dicembre scorso.

La richiesta salariale è di 130 euro complessivi al 5° livello, di cui 105 di aumento sui minimi contrattuali per tutti i lavoratori e di altri 25 per i lavoratori privi della contrattazione aziendale. Questa seconda cifra sarà corrisposta entro il 2005 ai lavoratori che non hanno mai fatto la contrattazione di secondo livello dal 1993 e successivamente agli altri lavoratori, ma saranno assorbibili dalla contrattazione aziendale nel prossimo quadriennio. L'aumento salariale complessivo di 130 euro chiesto da Fim, Fiom e Uilm equivale a 92 euro per il 3° livello e a 97 euro per il 4° livello.

Ma l'accordo è stato raggiunto anche sulle regole per evitare quanto accaduto negli ultimi contratti. Verrà costituita un'assemblea nazionale composta da 500 delegati, comprensiva degli Esecutivi Nazionali delle tre organizzazioni e da Rsu. Tale assemblea, appositamente costituita per la vertenza contrattuale, ha una fondamentale natura consultiva, ma non deliberante. La titolarità delle decisioni resta infatti alle Organizzazioni Sindacali, che possono unitariamente richiedere il ricorso a referendum finale tra tutti i lavoratori sull'ipotesi di accordo. Se unitariamente Fim-Fiom-Uilm dovessero decidere di consultare i lavoratori tramite referendum, l'esito della consultazione sarà deciso da una maggioranza semplice 50% + 1 dei votanti. Qualora a richiedere il referendum fosse una sola organizzazione, la consultazione verrebbe comunque indetta da tutti e tre i sindacati, ma con il vincolo di una maggioranza qualificata appositamente prevista dall'accordo. I richiedenti il referendum, per vincere, dovranno raggiungere una maggioranza del 50% + 1 dei votanti al referendum di andata sulla piattaforma.

Infine, Fim-Fiom-Uilm hanno deciso di indire una giornata nazionale di mobilitazione e hanno convenuto di riprendere il confronto con Federmeccanica sulla riforma dell'inquadramento professionale dei lavoratori e sui lavori atipici (temi sui quali già sono insediate due apposite commissioni congiunte tra le parti).

Si tratta di una piattaforma innovativa e coraggiosa che oltre a recuperare l'unità tra Fim, Fiom e Uilm affronta le due lacune manifestate dall'accordo del luglio '93: l'esclusione di una parte dei lavoratori dalla distribuzione della produttività e la non credibilità dell'inflazione programmata dal Governo. Se si considera anche l'introduzione sperimentale di un'assemblea nazionale per il pronunciamento sul mandato a concludere e i tre temi di impegno unitario per il 2005 il bilancio politico per la Fim è positivo e premia il coraggio dimostrato negli ultimi anni. I risultati contrattuali sono tutti da conquistare, ma siamo unitariamente sulla buona strada, che è in buona sostanza quella tracciata negli ultimi anni dalla Fim.

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Viva il contratto nazionale

Il clima è decisamente cambiato, rispetto ad un passato non troppo lontano: nelle aziende metalmeccaniche si può ridiscutere unitariamente di contratto nazionale (e non solo di quello).

In aiuto sono giunti in questi mesi la posizione antisindacale del governo di Berlusconi, il cambiamento del gruppo dirigente in Confindustria ma la vera differenza è determinata dal fatto che tra i sindacati si è ricominciato a discutere. La strategia degli ultimi anni scelta dalla Cgil era arrivata a un punto di non ritorno: solo una coraggiosa verifica interna poteva fermarla (e cosi in parte ha fatto la segreteria di Epifani).

Nello stesso periodo è terminata la tormentosa ricerca di una parte della Cisl di una collocazione politica. I fatti dimostrano che la segreteria Pezzotta ha ricollocato la Cisl nel suo ambito naturale.

Ai segretari dei sindacati metalmeccanici era chiesto un lavoro supplementare: trovare un'intesa politica sul rinnovo del contratto e sulle regole di coinvolgimento dei lavoratori. Non era un'impresa facile, dopo quattro anni di accuse e di insulti e anche se siamo solo all'inizio dobbiamo sentirci soddisfatti di questo risultato.

Siamo obbligati a stare insieme e questo è più complicato che decidere ognuno la propria strada.

Le regole scritte non sappiamo se avranno riscontro nei futuri accordi confederali, ma senza dubbio saranno determinanti nei difficili mesi della trattativa con Federmeccanica e Api.

Regole che reggeranno fino alla fine ad una condizione: che abbiano termine gli anni delle divisioni e delle accuse e inizi un rapporto schietto ma leale.

La trattativa sarà lunga? Stando alle premesse lette sui giornali da dichiarazioni industriali sembra di sì. Le nostre richieste possono sembrare onerose, ma almeno sono molto chiare.

I 105 euro di aumento mensile al 5° livello non possono essere definiti dagli industriali una follia, ma è un ragionamento che racchiude mesi di discussione tra i sindacati metalmeccanici e tiene in considerazione un elemento essenziale: il costo della vita reale. Come la richiesta di 25 euro mensili per quei lavoratori (e sono tanti, oltre il 50% della categoria) che non hanno mai avuto un contratto aziendale. Sono due richieste irrinunciabili e il principio del diritto alla distribuzione della produttività a livello locale va portato a casa.

Una attenzione maggiore nel contratto nazionale bisogna averla anche sugli assorbimenti che le aziende attuano sui superminimo. Ogni lavoratore deve avere effettivamente gli aumenti salariali in paga base.

Il clima nelle aziende e nelle assemblee è di consenso per la piattaforma unitaria e per l'articolazione delle richieste salariali.

Permane una grossa difficoltà produttiva in molte aziende e questo peserà negativamente durante la trattativa.

Gli altri temi contenuti nel documento (difficoltà industriale, limiti dell'inquadramento professionale, mercato del lavoro e precarietà) saranno il cuore del confronto con gli industriali nei prossimi mesi (e forse anticiperanno l'esigenza di affrontare anche la parte normativa, rimasta incompleta).

Questo sarà l'aspetto forse più delicato dell'intera vicenda, ma sarà impossibile tirarsi indietro.

F.R.

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Proposte di modifica alla 626

Peggiorano le tutele antifortunistiche nei luoghi di lavoro

Dopo un anno e mezzo di "gestazione", in gran segreto e dietro la regia occulta di Confindustria, il 18 ottobre il Consiglio dei Ministri ha varato in via preliminare il maxi schema di decreto legislativo previsto dalla legge di semplificazione amministrativa del 2001, un testo unico della sicurezza sul lavoro, che abrogherà una volta approvato definitivamente (entro il mese di febbraio 2005), tutte le normative precedenti degli anni cinquanta ancora in vigore e il D.Lgs 626/94.

Sulla necessità di riordinare, armonizzare, coordinare, le varie norme di legge che sono state emanate negli anni anche la Cisl era concorde, ma già nel 2001 con l'inserimento nella legge di semplificazione amministrativa della delega per il riordino, i principi cui si è ispirato il Governo sono stati contestati dalle Organizzazioni Sindacali. Le finalità dichiarate portano però ad un incentivo agli imprenditori senza scrupoli, depenalizzazione dei reati, svuotamento del ruolo del RLS, ambiguo ruolo della bilateralità nella certificazione aziendale, abolizione del registro degli infortuni, annullamento dei principi generali di prevenzione, sono tra i più significati cambiamenti che il testo unico introdurrà.

Nella stessa giornata dell'approvazione del decreto legislativo da parte del Consiglio dei Ministri, le Organizzazioni Sindacali, hanno emesso un comunicato stampa, che definisce il nuovo testo unico fortemente lesivo dei diritti dei lavoratori e delle stesse garanzie costituzionali che li sorreggono, impegnandosi ad adire a tutte le vie possibili, nazionali ed europee, per chiedere modifiche sostanziali soprattutto nei seguenti punti:

- il principio delle misure generali di tutela, che invece di ispirarsi alla "massima sicurezza tecnologicamente possibile" (art. 2087 del codice civile) ispiratore per il legislatore europeo di uno dei principi cardine della direttiva 89/391, si trasforma nella nuova legge in "misure concretamente attuabili in quanto generalmente utilizzate";

- il RLS non potrà più prendere visione del documento di valutazione dei rischi, scompare il diritto di chiedere la riunione periodica nelle aziende fino a 15 dipendenti (il 90% dei casi);

- l'introduzione nella disposizione della diffida, al posto della segnalazione alla magistratura di reati penali;

- il declassamento a norme di buona tecnica, per tutte le norme degli anni cinquanta (dpr 547, dpr 3003) che prevedono sanzioni penali;

- il ruolo di certificazione da parte degli enti bilaterali circa il rispetto delle norme di sicurezza, ruolo che non può sostituire la vigilanza delle ASL;

- la responsabilità del datore di lavoro (aumenta da 30 a 50 il numero di dipendenti, per svolgere il ruolo di<T> RSPP senza fare quindi aggiornamento);

- la riduzione dei casi in cui è obbligatoria la sorveglianza sanitaria.

Nelle prossime settimane a livello regionale si valuteranno le iniziative da intraprendere.

Salvatore Manta

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Firmato il Contratto Odontotecnici Artigiani

Tabelle

Fim, Fiom, Uilm e la associazioni imprenditoriali artigiane hanno firmato il 3 dicembre 2004 l'accordo per il rinnovo della parte economica del contratto collettivo nazionale dei lavoratori Odontotecnici artigiani.

L'accordo fissa gli incrementi retributivi che decorreranno dal 1° gennaio 2005 e dal 1° agosto 2005 (vedi tabella allegata). Dal 1° gennaio 2005 cesserà quindi l'erogazione della indennità di vacanza contrattuale.

L'accordo prevede inoltre che ad integrale copertura del periodo dal 01/04/2002 al 31/12/2004, ai soli lavoratori in forza alla data di sottoscrizione dell'accordo verrà corrisposto un importo forfetario una tantum pari a Euro 470,00 lordi, suddivisibile in quote mensili, in relazione alla durata del rapporto di lavoro nel periodo interessato. In attuazione di quanto previsto nel verbale di accordo sottoscritto il 30 giugno 2004 alla erogazione della prima rata di una tantum, prevista con la retribuzione del mese di dicembre 2004, verrà trattenuta una quota dell'importo "una tantum" pari a Euro 5,00, per essere destinata a sostegno della previdenza complementare di settore.

L'importo una tantum di cui sopra verrà così erogato:

- 325,00 corrisposti con la retribuzione relativa al mese di dicembre 2004;

- 5,00 andranno versati a sostegno della previdenza complementare;

- 70,00 corrisposti con la retribuzione del mese di aprile 2005;

- 70,00 corrisposti con la retribuzione del mese di ottobre 2005.

Per gli apprendisti in forza alla data di sottoscrizione dell'accordo saranno erogati a titolo di una tantum Euro 329,00 lordi suddivisibile in quote mensili, in relazione alla durata del rapporto di lavoro, come segue:

- 226,00 corrisposti con la retribuzione relativa al mese di dicembre 2004;

- 5,00 andranno versati a sostegno della previdenza complementare;

- 49,00 corrisposti con la retribuzione relativa al mese di aprile 2005;

- 49,00 corrisposti con la retribuzione relativa al mese di ottobre 2005.

Gli importi saranno inoltre ridotti proporzionalmente per i casi di servizio militare, assenza facoltativa post-partum, part-time, sospensioni per mancanza lavoro concordate. Dagli importi di una tantum dovranno essere detratte, fino a concorrenza, le erogazioni corrisposte dalle imprese a titolo di Indennità di Vacanza Contrattuale nel periodo 1 aprile 2002 – 31 dicembre 2004. A titolo convenzionale e definitivo gli importi di IVC erogata da detrarre vengono quantificati pari ad Euro 260,00 in misura uguale per tutti i livelli di classificazione. Per gli apprendisti l'importo di IVC erogata da detrarre viene quantificato in misura pari a Euro 182,00. La detrazione dell'IVC, nelle misure sopra previste, verrà effettuata in occasione della erogazione della prima tranche di una tantum.

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Rinnovo del contratto aziendale alla Galdabini

Nei giorni scorsi è stato siglato l'accordo per il rinnovo del contratto aziendale in Galdabini. Una accesa assemblea e una votazione finale hanno autorizzato la Rsu a concludere una situazione che si è protratta per troppo tempo.

L'accordo precedente era infatti scaduto il 31 dicembre del 2003 e la lettera all'azienda con cui si chiedeva un incontro per definire insieme il rinnovo è stata inoltrata nella primavera del 2004: solo nel mese di luglio, in un incontro presso l'associazione industriali di Gallarate sono state presentate le richieste sindacali definite in una assemblea generale dei lavoratori.

In sintesi la richiesta era di andare al rinnovo, mantenendo la struttura e i riferimenti dell'accordo del 2000, con un incremento del premio di risultato e un superamento della distribuzione del premio stesso attraverso fasce di assenteismo.

Il premio ha "pagato" mediamente lire 1.150.000 nei quattro anni (1.200.000 nel 2000, 1.500.000 nel 2001, 1.300.000 nel 2002, 600.000 nel 2003) anche se il 2004 non si presentava come un anno buono.

Il coefficiente di presenza andava dal 110% con un assenteismo dell'1% allo 0,70% con un assenteismo oltre il 7% (anche se con una correzione delle ore di straordinario).

Queste sono state le basi di partenza per una richiesta formalizzata nell'incontro di incremento del 50% del premio e una esclusione del parametro di presenza (o almeno una riduzione della parte penalizzante).

L'azienda si è detta disponibile al rinnovo del premio, anche se riteneva eccessive le richieste sindacali e intendeva mantenere il parametro assenteismo così com'era. Si concordava una verifica a fine settembre, in modo da avere dati maggiori sul 2004.

Non trovando riscontro, il 7 ottobre il sindacato invia una lettera chiedendo di proseguire la trattativa per arrivare ad un accordo.

Si chiede alla Rsu di verificare le disponibilità dell'azienda e a fine ottobre si ritiene che l'azienda rinvia anche perché in presenza di un momento di difficoltà produttive.

Arrivano i primi segnali di disponibilità, ma sempre in forma non ufficiale. La Galdabini pensa forse ad un rinnovo senza grosse modifiche nelle quantità del premio.

Ci si avvicina a fine anno senza nessuna conclusione concreta e con proposte che le assemblee dei dipendenti ritengono insufficienti. Diventa inevitabile quindi accompagnare con azioni di lotta le richieste sindacali e dare visibilità, attraverso i mass media, delle richieste.

Anche se la trattativa tra Rsu e Direzione aziendale non si è mai interrotta, proseguono gli scioperi (4 ore in pochi giorni) con una partecipazione molto alta.

La Rsu viene affiancata, in questa fase delicata del confronto, da un gruppo di lavoratori definiti in assemblea, ma in dicembre non si trova l'intesa.

Si sospendono gli scioperi e si rinvia al rientro in gennaio.

Al rientro si convoca di nuovo un'assemblea di tutti i dipendenti e l'azienda poco prima convoca la Rsu per proporre una ipotesi di accordo che la Rsu decide di presentare in assemblea.

La discussione molto vivace delinea due soluzioni inconciliabili: chi ritiene accettabile il compromesso con l'azienda e chi invece è convinto che ci siano ancora margini di trattativa.

Al termine viene richiesto una votazione e la maggioranza dei presenti autorizza la Rsu a chiudere con un accordo la vertenza. La votazione ripropone una fabbrica divisa e per questo l'azienda e il sindacato dovranno lavorare nei prossimi mesi per superare questa situazione.

L'accordo nel merito è un compromesso dignitoso in un panorama industriale del territorio spesso in difficoltà: viene rinnovato il premio per 4 anni, si ottiene un incremento del 30% del premio stesso, si riduce a 0,90/1,10 l'incidenza della presenza con un miglioramento dei tassi di assenteismo.

Nel merito in questi mesi si sono utilizzate tutte le forme di democrazia presenti nel mondo sindacale, qualche volta andando anche oltre alle regole codificate. Lo stesso voto finale sull'ipotesi di accordo dimostra che ai lavoratori della Galdabini è stato dato l'ultimo parere su come concludere la trattativa.

In questa azienda la partecipazione e il poter decidere è sempre stato un sentimento diffuso, quindi non siamo di fronte a novità.

F.R

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Continua l'Odissea dei 31 lavoratori della Pressofusione Brebbia

Dall' 11 di gennaio scorso, giorno della iniziativa pubblica dei 31 dipendenti della Pressofusione Brebbia ad oggi, 16 febbraio 2005, non è cambiato nulla, anzi il dramma del lavoro è diventato una questione di sopravvivenza per molte famiglie.

Dal 10 di dicembre 2004 ad oggi, hanno avuto solo la miseria di 250 euro e nulla altro (nonostante gli impegni presi negli incontri con il liquidatore della società.

L'azienda posta in liquidazione dalla proprietà a fine novembre (alla quale in questi due mesi abbiamo inutilmente chiesto di intervenire per risolvere il problema), ha aperto la procedura di licenziamento e di messa in mobilità di tutti i dipendenti con una lettera inviata solo dopo le pressioni del sindacato e dei lavoratori.

In attesa di vendere gli impianti di proprietà ( e quindi pagare i dipendenti e proporre al sindacato un accordo), l'azienda si era impegnata a dare ai lavoratori altri acconti in modo da rendere meno drammatica la loro situazione economica e familiare. Di fatto, questi (ex) lavoratori sono a disposizione della società, seppure la stessa ha esaurito le ultime lavorazioni da almeno 20 giorni e gli impianti sono fermi. Non possono cercarsi un altro posto di lavoro perché l'azienda non ha ancora spedito le lettere di licenziamento: i giorni previsti dalla legge 223/91 sono 45 ( + 30 a disposizione dell'Ufficio provinciale del lavoro per tentare una soluzione concordata).

Si può interrompere questa procedura, ma a condizione che ci sia un accordo con il sindacato, che ci sia in corso una richiesta di fallimento da parte dei dipendenti o di altri soggetti creditori, che vengano depositati i libri in Tribunale (procedura di fallimento in proprio) da parte degli ex proprietari della società.

Nei ultimi due casi la decisione passerebbe ad un giudice fallimentare che renderebbe esecutivi i licenziamenti e il blocco dei beni della società in fallimento a favore dei creditori (e i lavoratori sono privilegiati nei confronti di altri soggetti).

Per evitare questo, ci può essere un accordo con il sindacato che permette al liquidatore di procedere ai licenziamenti collettivi e agli ex dipendenti di iscriversi alle liste di disoccupazione speciale (e quindi di cercarsi un altro lavoro con il privilegio della mobilità per chi assume) e in caso di inattività di ricevere un'indennità di mobilità (e gli assegni familiari) da parte dell'Inps.

Ma per fare questo ci vogliono alcune garanzie che solo gli ex proprietari possono fornire: un impegno a ridurre in toto o in parte le retribuzioni arretrate e un piano di pagamento del TFR maturato al momento del licenziamento.

Queste condizioni l'azienda se le potrebbe permettere perché l'esposizione creditizia dei dipendenti é di circa 200.000 euro mentre il valore ancora presente in azienda è senz'altro superiore.

Se nei prossimi giorni non si trova una soluzione concordata, le Organizzazioni Sindacali e i lavoratori promuoveranno un'azione legale presso il Tribunale di Varese chiedendo il pignoramento delle proprietà a favore dei crediti rivendicati.

F.R

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Reclami su Telecom

L'Adiconsum sta raccogliendo i reclami e le controversie sorte tra i consumatori e la Telecom per quanto attiene le tariffazioni a valore aggiunto sulla decade 8¼ ¼ ..(899¼ .,894¼ ., 892¼ .).

Si sta approntando un dossier che sarà utilizzato, per tutelare i consumatori, nei confronti di:

Telecom

Ministero delle Comunicazioni

Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni

(Altri gestori)

Pertanto invitiamo i consumatori che hanno avuto delle bollette esose dovute a traffico anomalo e/o non voluto a rivolgersi al numero 0332 283654 (pomeriggio) verrà fissato un appuntamento e saranno assistiti nella controversia.

I documenti da portare sono i seguenti per poter compilare opportunamente il modulo di reclamo.

Bolletta contestata

Denuncia contro ignoti effettuata presso le Autorità di Polizia/Carbinieri (è indispensabile per la contestazione).

Copia del bollettino con il versamento del traffico riconosciuto (quello effettivamente sostenuto)

ADICONSUM Varese Via B. Luini 5, 21100 Varese

adiconsum.varese@cisl.it

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Presentato l'elicottero di Bush

Ma l'economia Varesina non decolla

La recente affermazione di Agusta Westland nella gara per la fornitura di elicotteri per la Presidenza degli Stati Uniti d'America ha giustamente indotto una certa euforia negli ambienti economici varesini. Questa notizia arriva tra l'altro pochi giorni dopo l'annuncio che Aermacchi ha concluso con il Governo greco un importante accordo per la partecipazione dell'industria greca alla produzione dell'M346. Ricordo che Agusta e Aermacchi sono aziende di proprietà di Finmeccanica, la società controllata dal Governo e in cui sono concentrate le più importanti aziende ad alto contenuto tecnologico italiane.

I successi delle aziende del settore aeronautico varesino non sono frutto del caso. All'inizio del 900 la voglia di impresa di alcuni industriali ha fatto nascere nel nostro territorio diverse aziende. La presenza dei laghi ha fatto da cornice a questi eventi, fornendo una naturale pista di decollo agli idrovolanti della Macchi, della Siai, della Caproni. Da ultimo, ma non per importanza, in queste realtà i lavoratori hanno dato un contributo determinante: è cresciuta così una professionalità tecnica e operaia che ha permesso di garantire continuità alle imprese e ricchezza al territorio sino ai nostri giorni.

In questi ultimi decenni all'imprenditoria familiare, pure importante ma non più adeguata alle nuove condizioni di mercato e competitività, è subentrata nelle proprietà Finmeccanica, che ha permesso di mantenere alto il livello di investimenti in ricerca e sviluppo, di avviare una politica di razionalizzazione interna e di consolidare una politica di alleanze internazionali che hanno permesso il posizionamento a livelli di eccellenza di queste aziende.

Leggo alcuni titoli di giornale per cui l'economia varesina "spera di volare con l'elicottero di Bush". È importante, o dovrebbe esserlo, ma purtroppo non è scontato che lo sia. In particolare non è assolutamente scontato che questo nuovo potenziale in un settore della nostra economia locale si trasformi in un volano per tutto il sistema, come invece sarebbe opportuno che fosse. Resta tuttavia di fronte a noi una realtà che possiamo definire preoccupante. Un dato su tutti è il ricorso alla cassa integrazione ordinaria, che ha raggiunto un totale di più di 7,5 milioni di ore autorizzate dall'INPS. La stessa Unione degli Industriali, nella sua recente nota congiunturale, riferisce che è il dato più elevato dal 1993.

Il problema è che la politica locale in questi anni è stata poco attenta alle dinamiche industriali. Spesso le stesse associazioni degli imprenditori fanno fatica a vedere le cose in un ottica di sistema. Grazie soprattutto all'impegno del sindacato confederale le amministrazioni locali hanno seguito le diverse vicende legate ai processi di ristrutturazione degli anni '90, sostenendo i processi di ricollocazione dei lavoratori in altre realtà emergenti come ad esempio Malpensa e il suo indotto. Ma le istituzioni e la politica hanno però tralasciato l'importante compito di coordinamento della rete formativa, scuole e centri di formazione professionale, con le aziende che hanno, oggi più che nel passato, la necessità di reperire manodopera specializzata.

Il sistema di aziende dell'indotto e di fornitori che è presente nel nostro territorio subisce, come tutti, i forti conflitti della concorrenza sempre più agguerrita, rischiando di perdere importanti quote di lavoro che si traducono, inevitabilmente, in perdite di posti di lavoro. È quindi necessario chiedersi come attivare, nel rispetto delle regole di concorrenza, una vera politica di sostegno e promozione, attenta al rispetto ambientale ma capace di non disperdere un patrimonio tecnologico e produttivo così prezioso, frutto, come abbiamo visto, non del caso ma dell'intelligente connubio tra imprenditoria e capacità professionale.

Questo è un problema che non riguarda solo il settore aeronautico e che tutti dovrebbero mettere all'ordine del giorno. Noi siamo pronti. Chi c'è, se c'è, batta un colpo.

Graziano Resteghini

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-INDENNITA' DI MOBILITA' - C.I.G. e C.I.G.S. INDENNITA' ECONOMICA, TETTO MASSIMO

In vigore dal 1° Gennaio al 31 Dicembre2005

* Per retribuzioni fino a € 1.773,19 (comprese mensilità aggiuntive)

€ 819,62 lordi. Al netto delle trattenute sociali (5,54%) = € 774,21

* Per retribuzioni oltre € 1.773, 91 (comprese mensilità aggiuntive)

€ 985,10 lordi Al netto delle trattenute sociali (5,54%) = € 930,53

Pagamento Indennità Mobilità:

Decorrenza: dopo 8 giorni dalla presentazione della domanda al collocamento.

Il pagamento dell'indennità di mobilità inizia dal giorno di registrazione della domanda.

La riscossione della indennità attualmente avviene dopo circa 2/3 mesi.

Domanda: Occorre presentarla al collocamento di appartenenza entro 68 giorni

Trascorsi i primi 12 mesi l’indennità viene ridotta del 20%

ETA' LAVORATORI/ICI DURATA:

Meno 40 anni età anagrafica 12 mesi

Da 40 anni a 50 anni età anagrafica 24 mesi

Oltre i 50 anni età anagrafica 36 mesi

Per Cassa Integrazione Speciale e Mobilità si ha diritto a:

  • Assegni familiari: spettano per intero.
  • Maternità: se ne ha il diritto per il periodo obbligatorio ( 3+2 mesi )
  • Maternità facoltativa: in maternità facoltativa non spetta l’indennità.
  • Assegno di invalidità: è possibilità l’opzione.
  • Indennità di malattia: non spetta.
  • Ratei ( Tredicesima e premi) sono compresi nella indennità.
  • Indennità sostitutiva preavviso: sì ma non è cumulabile con mobilità, che slitta in coda a un periodo pari al mancato preavviso.
  • Preavviso: Sì l'indennità si percepisce dopo il termine del preavviso previsto.
  • FONDO COMETA: Nei periodi di CIGS e Mobilità la trattenuta a carico del lavoratore per il fondo Cometa, è sospesa
  • Pensioni: i periodi di Cassa Integrazione e Mobilità sono contributi utili sia per il diritto che per la misura.

Per i controlli e la contestazione rivolgersi ai delegati sindacali e/o agli operatori della FIM CISL presso le sedi CISL di Zona.

Varese via B. Luini, n°.5 – Tel. 0332/283285

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