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Il numero di aprile '04

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Gli articoli

Artigiani: siglato l'accordo inteconfederale

Fim Cisl Varese: Loris Andreotti nuovo segretario

Incarichi apparato Fim

Fondo Pensione Integrativa: discreti  i risultati di Fondapi

Costruire il futuro

Tesseramento 2004

RLS: rinnovata alla Whirlpool di Cassinetta

Aermacchi: vincono i lavoratori!
MV Agusta: qualche cosa cambia in meglio


SIGLATO L'ACCORDO INTERCONFEDERALE PER I LAVORATORI DELL'ARTIGIANATO

Vicino il rinnovo del contratto nazionale

Come annunciato nel precedente numero di "Informazione" è stato siglato l'accordo interconfederale tra le organizzazioni artigiane (Confartigiana-

to-Cna-Casa-Claai) e Ggil-Cisl-Uil.

Si tratta di un'intesa importante e significativa perché permette la rapida soluzione delle trattative contrattuali bloccate da oltre due anni che riguardano oltre un milione di lavoratori, in un settore ampio e frammentato come l'artigianato. L'accordo crea le condizioni per dare impulso allo sviluppo del settore e contemporaneamente migliora le condizioni per i lavoratori.

L'importanza di questo accordo è determinata anche dal fatto che tenta di superare i problemi che si sono verificati negli ultimi anni a causa della mancata politica di concertazione decisa dal governo.

Si avvia infatti un percorso per la riforma del modello contrattuale, sulla base di linee guida che confermando i due livelli contrattuali (nazionale e regionale) per la tutela e valorizzare delle retribuzioni, prevedendo che il contratto nazionale adegui le retribuzioni all'inflazione e, nel caso venga a mancare la possibilità di concordare l'inflazione programmata per mezzo della concertazione triangolare ( mancata intesa governo/parti sociali come è avvenuto lo scorso anno) tale compito viene assunto direttamente dalle parti (Cgil-Cisl-Uil / Associazioni Artigiane). Questa dovrebbe quindi rappresentare la soluzione per evitare quanto avvenuto negli ultimi anni che ha determinato un ritardo nel rinnovo del contratto nazionale di ormai quattro anni, ma potrebbe essere un'indicazione da trasferire anche nel contratto dell'industria e diventare l'occasione per il superamento dei problemi di divisione sindacale (vedi ultimo contratto nazionale).

Altro elemento importante introdotto è che la contrattazione decentrata (in questo caso regionale) avrà il compito di ridistribuire la produttività ma anche quello di garantire la tutela del salario in caso di scostamento tra inflazione prevista e inflazione reale, consentendo così di iniziare a rispondere alle problematiche che si sono evidenziate negli ultimi anni determinate dalla fatto che il costo della vita (inflazione) non è omogeneo in tutto il territorio nazionale.

L'intesa prevede inoltre che per le regioni in cui non si riesce a realizzare un accordo regionale, il tema del potere di acquisto del salario e dalla distribuzione della produttività sarà comunque affrontato in sede nazionale.

Un'intesa dunque su cui tutta la categoria è chiamata a riflettere.

Conseguentemente, l'accordo prevede l'impegno a chiudere al più presto i contratti nazionali relativamente alla parte economica per tutti settori, con aumenti pari al 7,3% (calcolati sugli importi di paga base, ex contingenza e EDR attualmente in vigore) a copertura del periodo dal 1 gennaio 2002 - 31dicembre 2004.

Si tratta per il nostro contratto di cifre importanti (mediamente di circa 73 euro al netto della indennità di vacanza contrattuale laddove è stata erogata in modo corretto e di una unatantum per gli arretrati di circa 720 euro sempre al netto della IVC), che consente finalmente di fare giustizia per i lavoratori dell'artigianato soprattutto in quelle realtà a bassa professionalità dove spesso non è stata riconosciuta in questi anni nemmeno l'indennità di vacanza contrattuale per i quali gli aumenti saranno ben più consistenti.

L'intesa prevede inoltre che da aprile 2004, riprenda la contrattazione di secondo livello per redistribuire la produttività sulla base di parametri concordati tra le parti a livello regionale e la trattazione delle normative che non rientrano tra le competenze generali dei Ccnl.

Un altro capitolo importante sempre legato all'innovazione dei modelli contrattuali affronta tre questioni:

- l'impegno a proseguire la trattativa -per verificare la possibilità di eventuali aggregazioni contrattuali e dare copertura a settori scoperti;

- la ricerca di soluzioni volte a stabilire un più adeguato sistema degli inquadramenti professionali e dei bisogni formativi;

- stabilire materie, tempi e procedure della contrattazione nazionale e di quella di secondo livello.

Altro capitolo molto importante è lo sbloccato della previdenza complementare con l'avvio operativo di Artifond (il fondo di pensione integrativa sul modello di Cometa e Fondapi) con l'introduzione del meccanismo del silenzio-assenso che, garantendo la volontarietà del lavoratore, renda più agevoli le adesioni alla previdenza complementare.

Artifond infatti non è ancora partito proprio perché le adesioni arrivate sono state insufficienti ( ne servivano 10.000) rispetto al numero minimo previsto e ciò soprattutto a causa del "boicottaggio" da parte delle imprese artigiane oltre che della difficoltà a dare le necessarie informazioni ai lavoratori.

Il meccanismo del silenzio-assenso (chi non vuole aderire deve indicarlo con una comunicazione scritta su apposito modulo) consente invece di garantire la volontarietà dell'adesione ma contestualmente il diritto ai lavoratori di essere informati e poter prendere la decisione con consapevolezza.

L'accordo prevede anche l'abbassamento del numero di adesioni minimo previsto.

L'ultimo capitolo è quello che riguarda gli ammortizzatori sociali, argomento assai sentito proprio perché molto precario nell'artigianato. Su tale argomento vi sono peraltro impegni presi dal governo con l'accordo del luglio 2002 non ancora realizzati anzi, le poche cose che si stanno attuando vanno in senso contrario alle intese.

Sono state quindi concordate modifiche sostanziali alle proposte governative in materia di garanzia del sostegno al reddito, anche con il concorso della mutualità bilaterale che viene rilanciata, prevedendo entro il corrente anno, l'aggiornamento dell'accordo del 1988, adeguandolo ai nuovi compiti in materia di tutela e promozione del lavoro, sostegno al reddito, formazione, welfare integrativo, pari opportunità, rappresentanza, sviluppo del settore.

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Cambio al vertice della Fim Cisl di Varese

Loris Andreotti eletto nuovo segretario generale

Nel mese di marzo, il Comitato Direttivo della Fim Cisl di Varese ha dovuto eleggere il nuovo segretario provinciale poiché Antonio Vassallo, dopo un lungo periodo di militanza che lo ha portato dalla fabbrica, la ex Ire ora Whirlpool, alla guida del sindacato provinciale, ha maturato il requisito della pensione.

Al suo posto è stato eletto Loris Andreotti che nella precedente segreteria aveva il compito di segretario organizzativo oltre che seguire le aziende della zona di Varese ed essere direttore responsabile di questo giornale.

Nella nuova segreteria è stato riconfermato Mario Ballante alla Fim provinciale dal 1998 e in segreteria dal Congresso del 2001, mentre ne entra a far parte Graziano Resteghini, coordinatore della FIM presso l'Aermacchi di Venegono.

Dopo l'elezione il nuovo segretario ha espresso i migliori auguri per il futuro al suo predecessore, al quale va la riconoscenza di tutta l'organizzazione per il lavoro e l'impegno espressi in questi lunghi anni di servizio. È stata sottolineata soprattutto la sua capacità di coordinamento e dell'ottimo lavoro di squadra che ha caratterizzato la Fim provinciale consentendo il raggiungimento di risultati positivi per tutta l'organizzazione.

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Incarichi apparato Fim

Segreteria:

Andreotti: segretario generale, con compiti di rappresentanza, amministrazione, informatizzazione, gestione giornalino.

Responsabile attività sindacale in Whirlpool, Bticino, MV Agusta (moto), Italtractor.

Segretario organizzativo, responsabile della contrattazione, della Formazione e dei servizi sindacali (patronato, dichiarazioni redditi, ecc¼ ..)

Responsabile attività sindacale della zona di Varese, del gruppo Agusta (avio) e Secondo Mona.

Resteghini: segretario responsabile della formazione professionale, inquadramenti professionali, enti bilaterali, impiegati.

Responsabile attività sindacale in Aermacchi, Sices, Sici, Lp, Presma.

Operatori

Marasco: Responsabile per l'ambiente e sicurezza e responsabile per la Fim della zona Laghi.

Re Angelo: Responsabile per la Fim dei Giovani e responsabile per la Fim della zona di Gallarate.

Pagani : Responsabile per la Fim della zona di Saronno

Pizzi : Operatore zona Busto

Bianchi: Collaboratore per la zona di Varese, rapporti con l'INPS.

Franzetti: Collaboratore zona Laghi e Gallarate.

Cervellino: Collaboratore zona Busto e Varese

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Fondo Pensione Integrativa

Discreti anche i risultati di Fondapi

L'anno appena trascorso è stato caratterizzato da una notevole variabilità dei corsi azionari e obbligazionari che non ha in alcun modo condizionato l'andamento dei rendimenti delle risorse in gestione. Il valore della quota è cresciuto nel corso del 2003 del 2.15% netto in un anno (detratti tutti i costi a carico del socio).

Il caso Parmalat ha messo in evidenza la robustezza dell'impianto normativo e regolamentare definito dalla legge di emanazione dei fondi di categoria come Fondapi: nessuno dei Fondi pensione già in gestione finanziaria ha sofferto la crisi internazionale attuale perché è obbligatoria per legge una forte politica di diversificazione del rischio finanziario (investimenti in tantissimi titoli).

Durante lo scorso anno si sono inoltre realizzati i seguenti obiettivi:

- è migliorata la qualità della gestione amministrativa perché si sono ridotte di molto le aziende per le quali non era stato riconosciuto parte del versamento (0.18% del totale distinte);

- è stato avviato un processo di solleciti per il recupero delle informazioni ancora non coerenti che riguardano gli anni trascorsi, ed è stato avviato un processo di solleciti per i ritardi ordinari;

- è stato rinnovato completamente il sito www@fondapi.it con l'aggiornamento della sezione "domande e risposte", l'ammodernamento di tutta la modulistica per gli iscritti;

- è in esame una riscrittura dei protocolli comunicativi per le imprese: semplificata, più rapida, efficace, agevole.

L'unico elemento di debolezza è il numero di adesioni che sono in crescita ma molto lentamente.

Probabilmente incide su tale fatto la difficile crisi economica che stiamo attraversano e l'aumento del costo della vita così come il numero sempre maggiore di lavoratori assunti con contratto a tempo ma, forse incide anche una scarsa conoscenza dei vantaggi che l'adesione a questi fondi può dare.

Invitiamo pertanto tutti a chiedere informazioni al proprio rappresentante sindacale o al proprio operatore.

In questi giorni inoltre, sia Fondapi che Cometa stanno inviando gli estratti dei versamenti fatti.

Chiunque può rivolgersi alle strutture sindacali per fare le opportune verifiche o per gli eventuali chiarimenti.

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Costruire il futuro¼

"Epifani: la Fiom deve riscoprire il negoziato", cosi titolava un articolo del Sole-24 ore di giovedì 15 aprile affrontando i rapporti tra la Cgil e la propria organizzazione dei metalmeccanici.

In vista del congresso straordinario si accende il dibattito interno tra due tesi che sono molto differenti tra loro. L'importanza delle dichiarazioni del segretario generale della Cgil sta nel mettere in evidenza il merito del confronto interno e, a differenza del passato, di prendere posizione.

E' evidente, a mio parere, la grande differenza, nel gruppo dirigente Cgil, tra la scelta di due anni fa (cavalcare la tigre Fiom) e quella attuale (riportare questa grande organizzazione al centro del confronto contrattuale dei metalmeccanici e costruire una proposta confederale con Cisl e Uil che sia in grado di reggere nel tempo e nel confronto con il governo).

Non siamo ancora di fronte ad uno stabile rapporto unitario tra le tra grandi organizzazioni confederali ma sarebbe miope non evidenziare i punti in comune di questi ultimi mesi:

- le trattative e gli accordi unitari di molti rinnovi contrattuali del settore privato;

- il difficile accordo sui trasporti locali;

- la vertenza del pubblico impiego, in particolare il confronto sulla scuola che va oltre al semplice rinnovo;

- le iniziative unitarie dei pensionati;

- ma in particolare l'aver spostato lo scontro con il governo dalle pensioni di anzianità ad una proposta complessiva che tocca argomenti generali e che mette al centro la crisi dell'industria nel nostro paese.

Per non ricadere nello stesso distruttivo rischio di ripetere il confronto (e le drammatiche divisioni) dell'art. 18, bisogna "costruire il futuro" in modo che tutti nel sindacato si sentano coinvolti nel portare un contributo positivo: dove ci sono idee differenti, ci si confronti e insieme si gestisca la situazione nel suo evolversi.

Da questa nuova situazione rischiava di rimanere nello "splendido" isolamento il dibattito interno ai metalmeccanici della Fiom, chiamati a confermare (e rafforzare) le scelte degli ultimi anni.

Invece si è (finalmente) aperto il dibattito interno ed è possibile affrontare il disagio che queste scelte anno portato all'interno degli iscritti e dei delegati.

Bene ha fatto Epifani ad aprire anche in confederazione la riflessione, chiedendo ai metalmeccanici di mettere al centro del dibattito alcuni elementi (la crisi dell'industria, le scelte da fare assieme agli altri sindacati, le regole da riscrivere assieme) e a mio parere questa scelta non può essere lasciata alla sola Cgil, ma deve coinvolgere anche le altre due organizzazioni, in particolare la Cisl.

Si può partire dalla difficile crisi che attraversa l'industria italiana (in particolare quella meccanica), oppure dalla fine della concertazione e dell'accordo del 1993, oppure dalle cose che oggi possono essere condivise da tutti all'interno del sindacato, l'importante è che si apra nei (e tra i) sindacati il dibattito senza tralasciare i muri negativi costruiti in questi anni (in particolare nei sindacati metalmeccanici).

Se questo autunno vogliamo raccogliere i frutti, una robusta potatura andava fatta nei mesi scorsi ed è ora importante portare il polline su tutti i fiori.

A questo migliore rapporto tra le confederazioni ha senz'altro contribuito la nuova collocazione (molto più sindacale) del gruppo dirigente della Cgil (spesso in passato troppo vicina ai movimenti) e ad un ruolo meno schierato da parte del gruppo dirigente della Cisl (se confrontato alla gestione D'Antoni).

Un sindacato più libero dagli schieramenti può permettere di costruire un percorso unitario (e questo è un bene per i lavoratori e i pensionati, ma anche per il paese).

L'inaffidabilità contrattuale e la convinzione del ruolo subalterno del sindacato da parte del governo Berlusconi, ha accelerato questo processo e ha reso più importanti le convergenze presenti nel sindacato.

La mancata realizzazione dei pochi contenuti positivi presenti nel "patto per l'Italia", hanno di fatto reso evidente quanto distante siano le scelte politiche del governo se confrontate con le esigenze prioritarie presenti nelle organizzazioni dei lavoratori e dei pensionati.

Le stesse organizzazioni sindacali vicine ai partiti di governo (Ugl, Cisal) hanno di fatto condiviso le scelte di Cgil,Cisl e Uil compreso gli scioperi generali.

Un sindacato (di nuovo) unito trova ostacoli esterni (in particolare nella politica) ma anche all'interno perché sono ancora presenti i tifosi del sindacato schierato, quindi subalterno.

Altro grande soggetto (colpevolmente) assente in questi anni sono state le organizzazioni degli industriali che hanno di fatto abdicato ad un ruolo autonomo per appiattirsi (le promesse erano evidenti) alle posizioni del governo Berlusconi.

La crisi e la mancata crescita, la concorrenza internazionale, il nuovo ruolo della comunità Europea, le guerre hanno di fatto messo in crisi questo modello di sviluppo: le aziende non investono e stanno in attesa, il Pil non cresce, i prezzi si sono mangiati il reddito e il sindacato (unitariamente) dovrà fare i conti con tutto questo.

Franzetti Rinaldo

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Definiti gli obiettivi del tesseramento per il 2004

Anche il 2003 è stato un anno difficile per l'attività sindacale per la difficile situazione economica che ha comportato un ricorso forte alla casa integrazione o a riduzioni di personale (situazione peraltro ancora presente) e per le tensioni tra le Organizzazioni Sindacali divise sul rinnovo del contratto nazionale.

Anche il tesseramento ne ha risentito infatti, pur avendo avuto 611 nuove adesioni nel corso del 2003, l'obiettivo fissato all'inizio dell'anno di 3.800 tesserati non è stato raggiunto fermandosi a 3.704 con una flessione rispetto all'anno precedente.

E' una situazione non grave essendo riconducibile appunto alla difficile situazione economica, il dato infatti è abbastanza generalizzato in tutta Italia e anche nella Fiom ma che va sicuramente monitorato con attenzione.

Tale dato conferma peraltro che le strumentalizzazioni messe in campo sul contratto nazionale, non hanno inciso sul tesseramento anzi, riteniamo che le tensioni tra le organizzazioni sindacali anzichè portare a spostamento di iscritti da un'organizzazione all'altra abbiano finito per rendere più difficoltoso il proselitismo per tutti.

Per quanto riguarda il 2004, l'esecutivo della Fim si è posto come obiettivo il raggiungimento dei 3.800 tesserati poiché ritenuto fondamentale per riuscire a garantire tutti i servizi che la Fim ha dato fino ad oggi (il giornalino, il sito web, la compilazione del 730 nelle fabbriche, i servizi di patronato, ecc¼ .., oltre naturalmente l'attività più propriamente sindacale) pur in presenza di un momento difficile.

Dal prossimo numero riprenderemo la pubblicazione degli orologi della Fim per seguire l'evolversi dei dati.

L'invito quindi a partecipare per raggiungimento dell'obbiettivo è rivolto a tutti sapendo che chi raggiunge l'obiettivo sarà premiato con il bellissimo orologio della Fim ma soprattutto, con la consapevolezza che facciamo parte di una grande squadra che vuole essere protagonista del proprio futuro.

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Rinnovati gli RLS alla Whirlpool di Cassinetta

Sostanzialmente riconfermati i dati delle precedenti elezioni

Il 29 e 30 marzo si sono tenute le lezioni per il rinnovo degli RLS alla Whirlpool di Cassinetta.

L'esito uscito dalle urne sostanzialmente riconferma il risultato delle precedenti elezioni che vedevano la Fim con due delegati eletti, la Fiom con tre eletti e la Uilm con uno.

Guardando poi le percentuali dei voti presi risulta un leggero aumento della Fim che passa dal 27,5% di consensi delle precedenti elezioni al 28,3% delle attuali, guadagna la Fiom che passa dal 43,9% al 47,3% e perde la Uilm che passa dal 21,8% al 17,4%.

Per quanto riguarda invece le altre organizzazioni, FLMU riconferma la sua percentuale 6,5% mentre la Ugl prende lo 0,5% di preferenze, entrambe senza riuscire ad eleggere alcun RLS.

Particolarmente significativo il successo personale di Vulcano Michele che con 161 preferenze è superato solo da di Trinca Angela della Fiom e di Taravella Vincenzo che ha preso 127 preferenze

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All' Aermacchi vincono i lavoratori!

Incredibile l'atteggiamento della Fiom

La democrazia, il rispetto delle regole e la loro validità hanno prevalso in una situazione che definire paradossale può risultare insufficiente.

Infatti, dopo aver costruito insieme una piattaforma unitaria con un faticoso e lungo lavoro di mediazione che ha visto la RSU approvare all'unanimità e con la "benedizione" di tutte e 5 le sigle sindacali presenti in fabbrica (autonomi compresi) un testo che è stato distribuito a tutti i lavoratori, durante le assemblee di mercoledì 1 aprile la FIOM annunciava ai lavoratori che, pur mantenendo lo stesso identico testo di piattaforma, aveva deciso di indire un referendum alternativo per consultare i lavoratori, oltre che sulle rivendicazioni, anche sull'eventuale referendum da farsi per l'approvazione dell'accordo finale.

Avveniva così che il giorno della votazione, i lavoratori si sono trovati a decidere a quale referendum partecipare: quello indetto da Fim, Uilm, Flmu, Failms o quello organizzato dalla Fiom o addirittura ad entrambi.

Alla fine, il referendum indetto dalla RSU ha superato il quorum e la piattaforma è stata approvata con il 93% dei consensi, mentre il referendum della FIOM non ha raggiunto il quorum.

I risultati sono l'evidenza della vittoria di chi riconferma la validità delle regole sottoscritte unitariamente e nel contempo, mostrano il limite dello strumento referendario.

L'esito del voto ha sancito ancora una volta che i lavoratori non vogliono essere passivi strumenti della demagogia e del populismo, vogliono essere invece attori e interpreti di un ruolo positivo nella vita sindacale.

La presenza di un doppio voto ha sicuramente contribuito a confondere molti lavoratori, creando una situazione ambigua dove troppi hanno preferito astenersi e quindi non votare.

Questo è l'aspetto più grave della scelta della FIOM: creare, in un clima difficile, una spaccatura artefatta per motivi estranei alle questioni aziendali.

Il tentativo di rimarcare un'identità a danno dell'unità è un fatto grave ma non irreparabile: le norme che regolano la vita sindacale all'interno delle RSU ci sono, e se vengono rispettate sono utili al confronto democratico. Le regole ovviamente si possono cambiare e infatti sono oggetto di una verifica a livello nazionale ma forzare la mano ricorrendo o peggio, abusando delle pratiche referendarie equivale a svalutarne la validità e rendere difficile il confronto interno al sindacato ma soprattutto con l'azienda, che era e resta la vera e unica controparte.

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Qualche cosa cambia in meglio anche alla MV AGUSTA

Finalmente raggiunto l'accordo sul premio di risultato

Il 15 aprile 2004 presso l'Associazione Industriali di Varese, dopo vari incontri e una lunga trattativa è stato raggiunta l'ipotesi di accordo per l'istituzione di un premio di risultato alla MV Agusta.

E' un risultato di grande importanza perché consente di impostare un confronto permanente rispetto alla possibilità di rilancio dell'azienda.

Ricordo in fatti che la Mv Agusta e tuttora in amministrazione controllata e la possibilità di salvarsi è legata da una parte al fatto che si trovi un partner disponibile a farsi carico dell'enorme debito accumulato negli anni scorsi e dall'altra, alla realizzazione del piano di ristrutturazione incentrato sulla capacità di fare moto e di riuscire a venderle guadagnandoci.

I problemi sono quindi dovuti alla funzionalità di tutta la linea produttiva, all'eliminazione degli sprechi e del caos organizzativo con conseguente risparmio di costi.

Fortunatamente, ed è ciò che fino ad ora ha consentito la salvezza dell'azienda, il prodotto è molto richiesto dal mercato e infatti sono ormai mesi che si lavora a pieno regime.

L'accordo permette quindi al sindacato e alla Rsu, di mettere le mani sulla fase di riorganizzazione, per evidenziare e contrattare ciò che non va, con la consapevolezza che, migliorare i risultati consente di salvare il posto di lavoro ma anche di portare a casa qualche euro in più.

L'ipotesi di accordo prevede l'istituzione di un premio di risultato legato al rapporto fra moto fatte e tempo impiegato per realizzarle. In base all'obiettivo raggiunto (è prevista una soglia minima di partenza) il premio potrà oscillare da un minimo di 350 euro ad un massimo di 840 euro annue.

Nel caso in cui non si riesca a raggiungere la soglia minima è previsto comunque un meccanismo di garanzia per il riconoscimento di euro 350.

In considerazione a ciò, sono previsti anticipi trimestrali pari ad un quarto del premio minimo previsto ed una serie di verifiche che avranno lo scopo di fare il punto della situazione sul premio ma soprattutto sui fattori che lo determinano e quindi i problemi organizzativi, ecc¼

L'accordo che riteniamo di grande rilevanza e importanza, avrà un carattere sperimentale per il 2004 e sulla base di questa sperimentazione si andrà poi a contrattare un accordo definitivo per il prossimo quadriennio.

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