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Il numero di gennaio '03

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Gli articoli
Contratto Nazionale: partita la trattativa per il rinnovo
Finanziaria 2003
Il più ottimista degli italiani
Savino Pezzotta: lettera a Emilio Gabaglio
Contratto Artigiani: una prima intesa per il recupero dell'inflazione
MV Agusta: verso la salvezza

Accordo Agusta: all'insegna dell'innovazione

Inps: da marzo invierà gli estratti contributivi
Progetto Criança 2000: lo stato dei lavori
Contratto Nazionale

Partita la trattativa per il rinnovo

Sono iniziate le trattative per il rinnovo del Contratto Nazionale dei Metalmeccanici. Il giorno 20 gennaio si è infatti tenuto il primo incontro che è andato secondo le previsioni: Federmeccanica ha denunciato le difficoltà del settore e il sindacato ha illustrato le proprie richieste.

Sembrerebbe tutto normale, nessuno si aspettava di più. Purtroppo non è così. Per la prima volta dopo 36 anni, i tre segretari della Fim, Fiom e Uilm hanno presentato tre richieste diverse, una per ogni organizzazione e tutti sostenendo di avere il consenso degli iscritti al sindacato e dei lavoratori.

Delle tre piattaforme, due sono molto simili, quelle di Fim e Uilm e ci sono già dichiarazioni confortanti sulla possibilità di unificarle in un'unica richiesta. Le richieste della Fiom sono invece sostanzialmente diverse. Permane la speranza di arrivare alla conclusione insieme, ma occorre però analizzare con lucidità cosa sta succedendo.

Federmeccanica ha già chiarito le proprie posizioni illustrando la congiuntura del settore fortemente negativa, con un indice della produzione industriale sceso sotto i livelli del 1995, una perdita generalizzata di produttività (-3 punti) e di competitività, mentre il costo del lavoro per unità di prodotto è cresciuto di 10 punti, così come le retribuzioni dei metalmeccanici sono cresciuti più dell'inflazione (+27% la crescita delle retribuzioni lorde dal '95 al 2002 contro il 17% di inflazione, e aumenti ancora più consistenti per le retribuzioni nette).

Federmeccanica ha poi confermato l'utilità e la validità del Contratto Nazionale e si è dichiarata disponibile a parlare con tutti e tre i sindacati (anzi lo privilegia), ponendo però il vincolo che la discussione avvenga nel rispetto dell'accordo del 23 luglio sulla politica dei redditi: richieste salariali entro i limiti previsti dal governo per quanto riguarda l'inflazione programmata (4,3%) e sulla applicazione della moratoria ( non sciopero nei primi quattro mesi per facilitare la discussione e il tentativo di accordo).

Se il rispetto dell'accordo del 23 luglio trova consenziente la Fim, non altrettanto lo è il rispetto dell'inflazione programmata dal governo, poiché lontana dall'essere un dato credibile e realizzabile, proprio per questo, su tale argomento non è stato raggiunto un accordo fra le parti sociali.

Per questi motivi la Fim ha ritenuto giusto fare la richiesta prendendo a riferimento l'inflazione realizzata alla fine del 2002 e secondo le previsioni che provengono da studi ed organismi qualificati, ponendo comunque come discriminante la necessità che questi quattro mesi di moratoria devono essere utilizzati anche per discutere in modo serio su tutti i temi che sono oggetto di negoziato, quindi: sull'inquadramento professionale, sul diritto alla formazione, sulla necessità di definire maggiori diritti e certezze per i lavoratori atipici.

La Fiom, contrariamente a quanto dichiarato spesso nelle assemblee, ha confermato di muoversi all'interno e nel rispetto delle regole del 23 luglio, richiedendo un aumento maggiore poiché ritiene che parte della produttività debba essere contrattata a livello centrale (mentre la Fim ritiene che tale capitolo vada rinviato alla contrattazione articolata, quindi alla contrattazione aziendale o territoriale) e tentando di recuperare quanto non ottenuto nel rinnovo contrattuale precedente e non firmato dalla Fiom (l'ultimo contratto è stato firmato solo da Fim e Uilm).

Oltre alla quantità vi è anche una differenza sulla qualità della richiesta salariale perché, nelle richieste della Fiom gli aumenti salariali sono uguali per tutte le categorie (riproponendo un vecchio dibattito che si riteneva superato da anni) o sulla assunzione automatica, dopo 8 mesi, dei lavoratori a tempo determinato.

Il giorno 3 febbraio riprenderanno le trattative e si incomincerà ad entrare nel merito delle questioni che non sono uguali per tutte le Organizzazioni. Ovviamente la Fim proporrà i suoi contenuti sui quali ha ricevuto il mandato a trattare dai propri iscritti e da molti non iscritti. Un obiettivo ambizioso, perché discutere di richieste di formazione, diritti, salario e soprattutto modificare in modo sostanziale il sistema degli inquadramenti professionali dei lavoratori (con i relativi costi aggiuntivi che ne derivano) non sarà cosa facile, soprattutto tenendo conto della diversità delle piattaforme. La trattativa non si preannuncia quindi per nulla semplice e necessiterebbe di uno sforzo comune unitario da parte di tutti.

Purtroppo continua a prevalere in casa Cgil (e in casa Fiom ancora di più) una volontà del correre da soli. E' di questi giorni infatti la decisione di proclamare da sola un altro sciopero per il 21 febbraio nonostante Cisl e Uil si fossero rese disponibili a concordare richieste da presentare al Governo per definire interventi concreti a sostegno della ripresa economica e a calendarizzare eventuali iniziative a sostegno.

Ma la Cgil ancora una volta ha preferito decidere da sola, dichiarando lo sciopero dell'industria senza obiettivi chiari, come se l'obiettivo vero fosse altro.

Sono così svaniti in un attimo i pur deboli segnali di "ritrovata unità" che venivano dalla vertenza Fiat. Le motivazioni date dalla Cgil sono legate a condizioni di urgenza, ma non si capisce perché, se così fosse, si è individuata una data per lo sciopero così lontana nel tempo.

Ma dove può portare una politica che sembra sempre più orientata solo alla protesta e non riesce mai a portare a casa risultati?

Ma, restando ai metalmeccanici, quanto è possibile reggere una situazione che rischia di protrarsi nel tempo senza mai giungere a nessuna conclusione? Chi può trarre vantaggio da tutto ciò?

La Fim è sempre più convinta che tutto ciò non giova di certo ai lavoratori. Forse gli unici ad essere contenti stanno dalla parte imprenditoriale, almeno quelli che da tempo sostengono che il Contratto Nazionale non si deve più fare.

In una situazione così complicata la Fim dovrà avere, oltre alle buone idee, anche grande capacità organizzativa e di iniziativa così come sarà necessario il coinvolgimento di tutte le strutture sindacali da quelle di fabbrica a quelle sindacali.

La Cisl, tutta la Cisl dovrà fare la propria parte nella consapevolezza che ciò che è in gioco è il modello sindacale dei prossimi anni: si tratta di decidere se il sindacato deve essere un organismo solo di protesta o un organismo contrattuale che punta a conseguire risultati a prescindere da chi sia la controparte.

Ma anche nelle fabbriche, le RSU, i delegati e i lavoratori saranno chiamati sempre più a decidere e a scegliere fra varie possibilità e a mobilitarsi per sostenere le proprie idee e le proprie richieste.

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FINANZIARIA 2003

I principali capitoli di questa finanziaria riguardano la riforma del fisco e le sanatorie (attraverso una serie di condoni) che possono essere riassunte nei seguenti punti:

introduzione di un nuovo sistema dell'imposizione fiscale, tendente a ridurre le imposte sui redditi delle persone fisiche (IRPEF), sui redditi delle persone giuridiche (IRPEG) e sulle attività produttive (IRAP);

- recupero di risorse attraverso i condoni;

- emersione del lavoro irregolare;

- rientro dei capitali dai paesi esteri.

Oltre ad altri provvedimenti che sono:

* Proroga della detrazione d'imposta del 36% e dell'IVA al 10% sugli interventi edilizi effettuati fino al 30 settembre 2003; il massimo delle spese detraibili è stato però ridotto da 77.468,53 a 48.000 euro per tutta la durata dell'intervento (anche se realizzato in più anni).

* Blocco degli aumenti delle addizionali regionali e comunali deliberate successivamente alla data del 29 settembre 2002 fino a nuovo accordo tra stato ed enti locali.

* Possibilità di cumulare la pensione con altri redditi senza trattenuta sulla pensione, anche per coloro che possiedono meno di 40 anni di contributi; i soggetti che sono in pensione di anzianità alla data del 1 dicembre 2002 (o se hanno presentato domanda per andare in pensione entro il 30 novembre con i requisiti della pensione di anzianità) dal gennaio 2003 possono cumulare la pensione con altri redditi se all'atto del pensionamento avevano 37 anni di contributi e 58 anni di età (somma anni = 95) senza pagare nessun contributo; qualora invece al momento di accesso alla pensione non si avevano i requisiti indicati, il cumulo è comunque possibile versando un contributo una tantum entro il 16 marzo 2003.

Per i pensionati che oltre la pensione percepiscono compensi di collaborazione coordinata e continuativa, il contributo alla gestione separata dell'lNPS da gennaio 2003 viene aumentato dal 10% al 12,5% e da gennaio 2004 dal 12,5% al 15%.

* Per le cure termali si pagherà un ticket di 50 euro se non si è tra i soggetti:

- con età inferiore a 6 anni o superiore a 65 anni e con reddito familiare inferiore a 70 milioni di lire (36.151,98 euro);

- pensionati con età superiore a 60 anni e con pensione minima;

- nuclei con reddito inferiore a 16 milioni (8.263,31euro) o 22 milioni (11.362,05euro) se in presenza del coniuge, o se pazienti in attesa di trapianti, portatori di neoplasie maligne ed altre patologie gravi.

Le regioni dovranno inoltre monitorare la spesa sanitaria e far quadrare i loro bilanci, contenendo le liste d'attesa, riducendo le giornate degli appuntamenti, nonché ridurre le giornate di degenza in ospedale.

* Introduzione della deducibilità sulle erogazioni liberali alle ONLUS che si occupano delle malattie neoplastiche.

* Nuovo incentivo per le assunzioni di personale dipendente, con gli stessi criteri del comma 10 dell'art.7 della L. 388/2000; il credito d'imposta è però ridotto a 100 euro per ogni assunzione (fino al 7 luglio 2002 era 413,17) ed elevato a 150 euro se l'assunzione riguarda un soggetto di età superiore a 45 anni, con impegno finanziario di 125 milioni di euro complessivi e di ulteriori 300 euro se l'assunzione avviene nelle regioni del sud (prima era di 206,58 euro) con impegno finanziario che verrà deciso dal Cipe.

* I redditi per arretrati di anni precedenti fino al 2004 continueranno ad essere tassati col vecchio sistema.;

* Innalzato da 5.164,57 a 7.500 euro il tetto di deducibilità dei contributi versati ad associazioni sportive dilettantistiche.

RIFORMA DEL SISTEMA FISCALE (art. 2) della Finanziaria

La base imponibile è determinata dal reddito complessivo al netto degli oneri deducibili (art. 10 Tuir) e dalla deduzione di progressività (nuovo art. 10bis del Tuir).

La deduzione di progressività (No tax area) prevista in funzione della tipologia di reddito è la seguente:

- 3.000 euro per tutti i redditi indipendentemente dalla tipologia di lavoro, essa opera solo in considerazione del reddito complessivo maturato nel periodo d'imposta; cioè si ha diritto a tale deduzione indipendentemente dal periodo di durata del rapporto di lavoro ed anche dal tipo di rapporto: pensione, lavoro autonomo o dipendente.

- 7.500 euro (3.000 + 4.500) nel caso in cui il reddito complessivo è composto da reddito di lavoro dipendente (comma 1 e comma 2 lettera b) art. 46 Tuir) e assimilati (coma 1 limitatamente alle lettere a, b, c, c-bis, d, h-bis dell'art. 47 che sono i redditi dei soci delle cooperative maggiorati del 20%, le indennità percepite a carico di terzi, le borse di studio imponibili, le CoCoCo, le remunerazioni dei sacerdoti e le prestazioni pensionistiche erogate dai fondi) la quota aggiuntiva di 4.500 euro è rapportata al periodo di lavoro nell'anno.

- 7.000 euro (3.000 + 4.000) solo per reddito da pensione, la quota aggiuntiva ai 3.000 euro è rapportata al periodo di pensione nell'anno.

- 4.500 euro (3.000 + 1.500) per lavoratori autonomi limitatamente all'esercizio di arti e professioni o imprese minori. Anche in questo caso le ulteriori 1.500 euro sono rapportate al periodo dell'anno.

Nel caso che il reddito complessivo sia composto soltanto da redditi da pensione non superiori a 7.500 euro e da redditi di terreni non superiori a 185,92 euro e dal reddito della propria casa di abitazione e sue pertinenze l'imposta non è dovuta.

Nel caso che i redditi da pensione fossero superiori a 7.500 euro ma non a 7.800 euro non è dovuta la parte d'imposta netta eventualmente eccedente la differenza tra reddito complessivo e 7.500.

DEDUZIONE DI PROGRESSIVITA'

La deduzione di progressività è determinata dal rapporto tra, l'importo di 26.000 euro aumentato della deduzione spettante secondo le tipologie sopra indicate (7.500, 7.000, 4.500, 3.000) e degli oneri deducibili di cui all'art. 10, diminuito del reddito complessivo e del credito d'imposta derivante da utili distribuiti da società (art. 14 Tuir) e l'importo di 26.000 euro. Attraverso questa formula:

(26.000 + nuova deduzione + oneri deducibili – reddito complessivo – credito d'imposta ) : 26.000

risultato formula x deduzione teorica massima

Se il rapporto è maggiore o uguale a 1 la deduzione progressiva compete per intero; se il rapporto è uguale a zero o inferiore di zero la deduzione non compete; in tutti gli altri casi si computano le prime quattro cifre decimali.

Esempio:

- reddito complessivo da lavoro dipendente, al lordo degli oneri, pari a 20.000 euro; di cui: oneri deducibili 2.000 euro; 51,51 euro di credito d'imposta; la deduzione progressiva spettante è:

[(26.000 + 7.500 + 2.000) -(20.000 + 51,51)] : 26.000

risultato = 0,5941.

Poiché questo rapporto, o risultato, è compreso tra 0 e 1 si procede come di seguito:

CORPO 2 = 7.500 x 0,5941 = 4.456 (deduzione spettante nell'anno e quindi da dividere per i mesi o per i giorni dell'anno);

Nel caso in esempio la deduzione della "NO tax area", oltre agli oneri deducibili, da apportare al reddito complessivo di 20.000 euro è pari a 4.456 euro (20.000 -4.456 -2.000 = 13.544); applicando l'aliquota del 23% a 13.544 si ha un'imposta di 3.115 euro, mentre nell'attuale sistema è di 3.426 euro).

Il calcolo della no-tax-area è basato sulle condizioni personali di ogni contribuente.

Il lavoratore dipendente o pensionato che attraverso il sostituto d'imposta ha già l'abbattimento degli oneri deducibili (contributi previdenziali, contributi ai fondi pensione, eventuali assegni periodici al coniuge, ecc.), se in obbligo di fare la dichiarazione dei redditi perché possiede altri redditi o deve dedurre altri oneri, deve necessariamente ricalcolare la no tax area tenendo conto di tutti gli oneri deducibili (previsti dall'art. 10 del TUIR), sia quelli gia dedotti dal sostituto d'imposta sia quelli aggiunti in dichiarazione (esempio la casa di abitazione che oggi appare nel reddito complessivo e poi viene dedotta), ed eventuali crediti d'imposta sugli utili.

I NUOVI SCAGLIONI DI REDDITO e relative aliquote (in Euro)

Vecchi scaglioni fino al 31.12.2002 Aliquote Nuovi scaglioni dal 01.01.2003 Aliquote
fino a 10.329 18% fino a 15.000 23%
da 10.329 a 15.493 24% da 15.000 a 29.000 29%
da 15.493 a 30.987 32% da 29.000 a 32.600 31%
da 30.987 a 69.721 39% da 32.600 a 70.000 39%
oltre 69.721 45% oltre 70.000 45%

Le sopracitate aliquote e scaglioni di reddito per i redditi di anni precedenti a tassazione separata (art. 16 del TUIR) entrano in vigore dal 1° gennaio 2005.

NUOVE DETRAZIONI (in Euro)

Le seguenti detrazioni sostituiscono tutte le detrazioni previste dall'art. 13 del TUIR inerenti alla produzione reddito e ne cambia il significato. Le nuove detrazioni sono finalizzate al mantenimento della progressività, quindi non sono legate alla persona ma a fasce di reddito.

Detrazione lavoro dipendente

Scaglione di reddito

Detrazione

Superiore a 27.000 e fino a 29.500

130

Superiore a 29.500 e fino a 36.500 235
Superiore a 36.500 e fino a 41.500 180
Superiore a 41.500 e fino a 46.700 130
Superiore a 46.700 e fino a 52.000 25

le seguenti detrazioni si applicano quando uno o più redditi da lavoratore dipendente concorrono alla formazione del reddito complessivo.

N.B. esistono altre tabelle nei casi di più redditi da pensione e altre ancora per più redditi da lavoro autonomo.

Le detrazioni del Lavoro dipendente non sono cumulabili con quelle di pensioni e lavoro autonomo (di cui esistono altre tabelle) e non sono più rapportabili al periodo di lavoro o pensione nell'anno, ma al reddito complessivo ottenuto.

Le detrazioni per famigliari a carico, non hanno subito ritocchi rispetto alle intenzioni del governo di adeguarle alla situazione reddituale e del nucleo familiare, almeno in questa finanziaria, per cui rimangono quelle in corso nell'anno 2002.

Clausola di salvaguardia

Ai fini del calcolo dell'imposta sul reddito complessivo delle persone fisiche il contribuente può applicare la norma in vigore al 31 dicembre 02 se risultasse più favorevole.

Effetti sulle addizionali all'IRPEF

Ai fini del calcolo della base imponibile per le addizionali regionali e comunali, la finanziaria 2003 prevede che non venga tenuta in considerazione la deduzione della no tax area, quindi la base imponibile è al netto degli oneri deducibili ma non della deduzione sulla progressività della base imponibile. Se però risulta che per effetto della deduzione sulla progressività non è dovuta l'imposta sulle persone fisiche, questo determina anche il fatto che non viene pagata l'addizionale regionale. Per esempio l'addizionale regionale non è dovuta per i redditi di pensione non superiori a 7.500 euro, reddito dell'abitazione principale e terreni fino a un valore di 185,92.

Adempimenti del sostituto d'imposta

Sulla base della lettura dei disposti legislativi (interpretazione della "agenzia delle entrate") si ritiene che la deduzione per assicurare la progressività dell'imposizione debba essere automaticamente riconosciuta dal sostituto sulla base dell'ammontare del reddito di lavoro dipendente che lo stesso corrisponde.

Tuttavia il dipendente può richiedere al sostituto di non applicare la deduzione per assicurare la progressività dell'imposizione nelle ipotesi in cui, ad esempio, disponendo di altri redditi che concorrono alla formazione del reddito complessivo possa ragionevolmente presumere di avere diritto ad una deduzione inferiore rispetto a quella che sarebbe riconosciuta dal sostituto.

Sulle mensilità aggiuntive, quali ad esempio la 13a o altri emolumenti, non si applica la deduzione progressiva proseguendo d'altronde la stessa logica delle vecchie detrazioni, ma il sostituto d'imposta ne deve però tenere conto nella determinazione del reddito complessivo annuo ai fini della determinazione dell'ammontare della deduzione.

Nella sostanza il sostituto deve:

a) determinare in via preventiva l'ammontare del reddito annuo comprendendo anche le mensilità aggiuntive;

b) sottrarre gli oneri deducibili trattenuti direttamente dal sostituto d'imposta;

c) calcolare l'importo della deduzione per assicurare la progressività dell'imposta annua;

d) determinare l'importo di deduzione a livello mensile;

e) applicare le aliquote fiscali mensili;

f) applicare all'imposta così determinata le detrazioni per carico familiare;

g) ovviamente essendo un calcolo preventivo a fine anno dovrà farne il conguaglio.

Contratti di lavoro a tempo determinato

L'agenzia delle entrate indica che le deduzioni progressive vanno rapportate al periodo per cui è previsto il contratto (4 mesi, 6 mesi ecc.) comprese le deduzioni di 3.000 euro. Ovviamente poiché queste ultime non sono rapportabili al periodo di lavoro, il dipendente potrà fruire della parte di deduzione non goduta in sede di dichiarazione dei redditi ovvero, su richiesta, in sede di conguaglio.

Fino ad oggi il reddito complessivo, per i lavoratori dipendenti e pensionati, indicato al punto 1) del CUD e al rigo 4 del mod. 730 o rigo RN1 dell'Unico è al netto degli oneri deducibili già dedotti dal sostituto d'imposta, mentre per i lavoratori autonomi il reddito complessivo è al lordo di tutti gli oneri deducibili.

Il reddito complessivo

Anche per il "reddito complessivo" rimangono comunque dei dubbi.

Essendo la legge nuova permangono ancora punti a cui l'Agenzia delle entrate dovrà dare delle risposte quali ad esempio sul reddito complessivo da assumere per il calcolo di altri istituti come ISEE, Assegni familiari ecc.

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Il più ottimista degli italiani

Eccolo di nuovo, piombato (all'improvviso?) nella già complicata situazione sindacale italiana, a catalizzare l'attenzione del paese per i prossimi mesi.

Il tema, che ha tenuto "vivo" per oltre 15 mesi la tensione nei luoghi di lavoro, dentro e fuori il sindacato, con una trattativa complicata e controversa, con una soluzione che ha frantumato il già debole rapporto tra le confederazioni, sembrava (per un breve periodo) sopito, rimosso, lontano.

L'interesse era calato e si era spostato verso la drammatica situazione del gruppo Fiat oscurando persino una situazione economica e produttiva per nulla positiva che solo Berlusconi e Tremonti sembravano non cogliere (e per questo premiati da Unieuro come i più ottimisti degli italiani).

La ritrovata unità sindacale sulla vicenda Fiat sembrava a molti troppo debole per essere in grado di produrre un riferimento contrattuale positivo perché la buona riuscita degli scioperi e delle manifestazioni nascondevano la modestia di un progetto comune e di proposte per concludere positivamente la vertenza.

Di fronte alla scelta difficile di ricercare una soluzione negoziata (alla ricerca di un accordo unitario) ecco l'ennesima fuga in avanti della Fiom e la naturale copertura della confederazione nell'unica strada che in questi due anni hanno saputo percorrere: lo sciopero generale quadrimestrale.

Questa ulteriore rottura avrà purtroppo un ulteriore sviluppo nella trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici.

La strada verso il "partito del lavoro" sembra oramai imboccata e a farne le spese è tutta l'opposizione e in maniera evidente lo stesso partito dei DS: la comunicazione a sinistra è interrotta.

La bomba ad orologeria del referendum sull'estensione dell'art. 18 (perché non tutto lo statuto?) a tutti i lavoratori dipendenti capita quindi al momento opportuno.

Gli italiani saranno chiamati al voto, quindi a decidere se questa tutela va allargata a tutti e i promotori del referendum (Rifondazione Comunista, Verdi, Fiom, una parte del correntone DS) sperano in una risposta positiva.

Non c'è dubbio che il "mondo del lavoro" tifa per una soluzione favorevole pur sapendo che questa soluzione porterà il paese ad un ulteriore scontro sociale con esiti difficili da prevedere. La vittoria del si comporterebbe anche una svolta nei precari equilibri del centro sinistra e darebbe maggior spazio a quella parte del sindacato che ha superato da tempo il confine tra contrattazione e rivendicazione politica.

Mi sembra ovvio che la stessa sconfesserebbe la bontà del patto per l'Italia e chi ha sottoscritto e sostenuto l'accordo.

Una vittoria del no (oppure la mancanza del quorum) porterebbe acqua al mulino del governo e di Confindustria, autorizzandoli questa volta ad andare a fondo su questo tema (e forse su molti altri).

C'è una terza soluzione, molto complicata da definire e con tempi troppo ristretti per fare un lavoro fatto bene: rendere inutile il quesito referendario definendo una tutela reale per tutti quei lavoratori che oggi non ne hanno: lo Statuto dei lavori.

Per fare questo bisognerebbe riuscire a produrre in pochi mesi quello che in molti anni non è stato possibile: mettere assieme il sindacato, produrre una proposta che sia condivisa dalla sinistra riformista, dall'ulivo, dai centristi e dal governo, che trovi il consenso delle organizzazioni imprenditoriali, che abbia la maggioranza in parlamento che diventi priorità dei lavori e che trovi una approvazione prima del referendum.

Altro che il più ottimista degli italiani.

Franzetti Rinaldo

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Lettera a Emilio Gabaglio Segretario Generale CES

Di Savino Pezzotta

Caro Emilio, i venti di guerra contro l'Iraq stanno soffiando sempre più forte anche in Europa.

La CISL, i lavoratori e gran parte della società civile italiana hanno più volte e in vari modi espresso chiaramente in questi mesi il netto ripudio della guerra come strumento di soluzione delle controversie internazionali.

Le posizioni assunte finora dalla CES sono condivisibili ma non sufficienti.

Penso che sia chiaro a tutti che la guerra, e in particolare questo conflitto, invece di risolvere i problemi ne apre di nuovi e lascia dietro di sé fratture e ferite difficilmente sanabili.

Sono convinto che tutto il movimento sindacale europeo debba urgentemente mobilitarsi a tutti i livelli per impedire che i governi d'Europa cedano alle pressioni politiche di chi considera questa guerra inevitabile.

Le risorse e l'attenzione dell'Europa, invece, dovrebbero essere tutte rivolte verso una urgente soluzione politica della crisi medio orientale, escludendo, in ogni caso, la guerra preventiva.

Per queste ragioni ti chiedo una nuova assunzione di responsabilità da parte della CES attraverso la convocazione urgente e in forma straordinaria del Comitato Esecutivo per decidere una serie di mobilitazioni in tutta Europa.

Proclamando una serie di iniziative a contrasto dell'intervento la CES potrebbe dare un grande segno di forza, di autonomia, imprimendo un nuovo impulso alla costruzione di un'Europa con un profilo politico e istituzionale che, mettendo al primo posto i valori della pace e della giustizia, anche come condizione essenziale per lo sviluppo e l'occupazione, realizzi una propria politica estera.

Cari saluti

Roma, 8 gennaio 2003

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Contratto Nazionale Artigiani

Una prima intesa consente di recuperare almeno l'inflazione pregressa

Il 15 gennaio è stato raggiunto e sottoscritto unitariamente da FIM FIOM UILM con le organizzazioni dell'artigianato l'accordo di rinnovo del CCNL scaduto il 30 giugno 2000.

Si tratta di un accordo ponte di contenuto esclusivamente salariale per sanare il periodo pregresso e permettere alle parti di avviare la trattativa per il rinnovo di un nuovo contratto che partirà dal prossimo mese di marzo.

L'accordo prevede:

- un incremento salariale che riconosce l'inflazione realmente registrata nel periodo 1 luglio 2000 - 31 marzo 2002 coprendo totalmente 21 dei 30 mesi trascorsi.

Viene quindi riconosciuto:

- l'aumento del 5,07% (49,11 euro al quinto livello) calcolato su paga base contingenza ed edr corrisposto in due tranches di pari valore a decorrere dal 1/1/2003 e dal 1/6/2003;

- un'una tantum di 320 euro lordi ai soli lavoratori in forza, suddivise in quote mensili e in relazione alla durata del rapporto di lavoro, erogate in due rate di pari valore con la retribuzione di marzo 2003 e con la retribuzione di luglio 2003.

Tale quota per gli apprendisti in forza e rapportate alla durata del rapporto di lavoro, sarà di 230 euro sempre pagate in due rate.

Dall'importo vengono detratte fino a concorrenza le somme di indennità di vacanza contrattuale (IVC) già erogata fino a un massimo di 150 euro.

Rimangono ancora da definire le altre problematiche: valore dell'indennità di vacanza contrattuale per il futuro, aumento salariale dei prossimi anni, tutta la parte normativa, ecc¼

La trattativa riprenderà quindi da marzo ma almeno si è fatta un po' di giustizia.

Andreotti

Categoria

   Retribuzione    al 31/12/02

   Aumento dal 01/01/03

Totale

Aumento dal 01/06/03

Totale

1.261,69

32,01      1.293,70     32,02 1.325,72
1.174,13 29,79 1.203,92 29,80 1.233,72
2bis° 1.104,84 28,03 1.132,87 28,04 1.160,91
1.060,67 26,91 1.087,58 26,92 1.145,50
1.003,12 25,45 1.028,57 25,46 1.054,03
967,75 24,55 992,30 24,56 1.016,86
924,61 23,46 948,07 23,46 971,53
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La MV Agusta verso la salvezza

Sembra proprio che siamo alla fine delle sofferenze. Dopo un anno di cassa integrazione ordinaria per circa 250 dipendenti, la produzione praticamente ferma, le inutili trattative con la Holding Piaggio, l'ammissione all'amministrazione controllata, la trattativa sindacale finita con l'accordo siglato nella nottata del 6 dicembre e la disponibilità di Banca Intesa BCI a farsi carico del piano di rilancio, dovrebbe finalmente essere arrivata la fine del travaglio per i dipendenti MV Agusta.

Ovviamente, l'ultima parola spetta all'assemblea dei creditori fissata per marzo ma sembra proprio che non ci dovrebbero essere problemi, infatti le commesse ci sono e ora sono arrivati anche i soldi per riuscire a realizzarle.

Certo ora sarà importante una gestione attenta sotto tutti gli aspetti che punti ad eliminare gli sprechi del passato e le gestioni allegre per consentire all'azienda di ritornare a fare utili.

In questa direzione va l'accordo sindacale e importante sarà l'attenta gestione delle parti di tale accordo e del piano in esso contenuto

L'accordo definisce infatti il piano per il rilancio della MV Agusta e con la salvaguardia dell'occupazione.

Tale piano ha come obiettivo la costruzione e vendita di 24.000 moto nel 2003 con un andamento occupazione che prevede un incremento dei lavoratori diretti. I dipendenti attualmente sono meno di 400 e dovrebbero arrivare entro il 2003 a 450 (e pensare che solo l'anno scorso erano più di 500).

Con fine gennaio dovrebbe esserci la ripresa piena della produzione e in modo graduale tutti i lavoratori diretti saranno richiamati in azienda.

Per gli eventuali esuberi derivanti dalla riorganizzazione aziendale finalizzata ad un riproporzionamento tra costi diretti e costi indiretti, saranno ricercate soluzioni lavorative alternative all'interno dell'azienda anche con l'organizzazione di momenti di formazione specifici.

Da febbraio, è prevista (nel caso ce ne fosse ancora bisogno) una gestione della Cassa Integrazione con rotazione mensile in modo da non penalizzare i lavoratori interessati e l'impegno da parte dell'azienda ad anticipare fino a 650 euro mensili ai lavoratori in CIGS quale anticipo sull'indennità prevista.

La tredicesima mensilità che non è stata erogata poiché bloccata dall'amministrazione controllata, sarà riconosciuta a tutti i lavoratori una volta terminata l'amministrazione controllata o comunque quando ci saranno le condizioni economiche.

Soddisfazione è stata espressa dalle Organizzazioni Sindacali e dalla Rsu per i contenuti dell'accordo, sia perché sono stati raggiunti gli obiettivi dichiarati per quanto riguarda la gestione della Cassa Integrazione (rotazione, anticipo, tredicesima mensilità), sia perché il piano contiene tutti i presupposti per il rilancio di un'azienda in cui ormai pochi erano disposti a scommettere e senza la necessità di dover intervenire con tagli sul personale.

Certo, la strada è ancora lunga e molti saranno ancora i momenti di tensione e proprio in questi giorni ne abbiamo avuta la conferma con i ritardi nel pagamento degli stipendi ma il confronto sindacale anche complicato che dovrà esserci con il coinvolgimento dei lavoratori, consentirà di poter individuare volta per volta le soluzioni più adeguate.

Andreotti

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Accordo Agusta

All'insegna dell'innovazione

Il 28 Novembre 2002 presso la sede dell'UNIVA di Roma si è firmato l'Accordo per il Rinnovo del Contratto Interno del Gruppo Agusta

Le condizioni nella quali si è rinnovato l'Accordo Aziendale non erano certo favorevoli, in particolare per la congiuntura economica negativa del Paese, per l'esplosione in tutta la sua drammaticità della crisi Fiat che da sempre ha condizionato le contrattazioni del settore metalmeccanico, per la chiusura di Federmeccanica e di Finmeccanica (l'azionista di Agusta) nel firmare contratti interni innovativi, soprattutto riguardo il tema della Professionalità, che potessero condizionare altre Aziende e soprattutto il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro.

Nonostante queste premesse tutt'altro che positive si può dire con estrema chiarezza che si è ottenuto un buon accordo, prova ne è l'interessamento che lo stesso ha suscitato tra le RSU di altre Aziende di Finmeccanica e di altri grandi gruppi industriali italiani.

Per quanto riguarda i contenuti del nuovo Contratto, essi vertono essenzialmente su:

PREMIO DI RISULTATO: si è ottenuto il consolidamento della media del vecchio premio di risultato (Euro 826.00), che si va ad aggiungere al riconoscimento della richiesta salariale contenuta in piattaforma per un totale, a regime, di Euro 2.120; si è ottenuta la modifica del meccanismo di calcolo del P.d.R. che, a differenza del vecchio premio che richiedeva sempre un miglioramento dei parametri (redditività e produttività), ora e sufficiente rimanere in un determinato range per ottenere il premio.

PROFESSIONALITÀ: per gli operai si è ottenuta la rivalutazione della V° Erp rispetto al CCNL; il riconoscimento economico, tramite l'istituzione di tre fascia salariali, della polifunzionalità; e la definizione di ulteriori sbocchi professionali, che di fatto superano l'inquadramento unico, per gli operai di V° e V° Erp, con l'istituzione anche in questo caso di 3 fasce salariali. Per gli impiegati pur riscontrando la pesantissima rigidità dell'Azienda, che considera gli impiegati come "cosa sua", si è ottenuto un risultato che sembra parziale, ma che ha un grande valore sia sindacale che pratico e cioè si è "portata a casa" una fascia salariale per gli impiegati inquadrati nella VI° categoria che dovrà "pagare" quelle professionalità aggiuntive che si possono chiamare di tipo organizzativo di cui in un lavoro precedente una Commissione Paritetica ne ha rilevato l'esistenza.

Questa è la vera innovazione che di fatto apre nuove opportunità sui criteri di valutazione delle Professionalità rispetto all'attuale CCNL, e che da oggi sarà applicata limitatamente alle VI° categorie ma che certamente sarà propedeutica all'applicazione, in tempi seccessivi, alle altre categorie impiegatizie.

LAVORATORI INTERINALI: si è andati oltre i limiti di Legge ottenendo il diritto per i lavoratori interinali di poter partecipare alle assemblee dei lavoratori Agusta, di poter fare assemblee specifiche all'interno dell'azienda, ad avere il riconoscimento del P.d.R. Agusta ed avere la priorità in caso di assunzioni a tempo indeterminato.

L'accordo ha poi affrontato temi quali Indennità Turno (Rivisitando le indennità) e la formazione (Riconoscimento, tramite attestati, della partecipazione a corsi aziendali).

Detto ciò si può sostenere con forza che la partecipazione e la determinazione di tutti i lavoratori del Gruppo e l'unità di intente delle OO.SS. e delle RSU ha contribuito notevolmente alla conclusione positiva della trattativa superando tutte le obbiezioni politico/sindacali che le controparti hanno sempre sostenuto.

Paolo Carini Coordinatore Fim-Cisl

Agusta Cascina Costa

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Da marzo l'Inps invierà gli estratti contributivi

L'Istituto ha recentemente confermato l'emissione generalizzata degli estratti contributivi. L'operazione riguarderà 25 milioni di lavoratori ed avranno inizio con marzo 2003 a gruppi di circa sette milioni ciascuna.

Gli estratti non avranno valore certificativi e per gli assicurati interessati al sistema contributivo verrà riportato il valore del montante contributivo.

Non saranno compresi nell'operazione i collaboratori coordinati e continuativi per i quali è prevista un'emissione a se stante nel corso del 2003.

E' un'occasione importante per fare le opportune verifiche sullo stato dei versamenti contributivi.

Ricordiamo che, nel caso gli estratti siano incompleti o presentino problemi è opportuno rivolgersi agli uffici del patronato Inas, oppure agli operatori sindacali.

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Progetto Criança 2000: sradicando le cause del lavoro minorile" a Belém del Pará (Brasile)

Lo stato dei lavori

Come ricorderete a fine luglio 2002 sono stati trasferiti al partner brasiliano Cnm/Cut, dall'apposito conto corrente di Banca Etica (nel quale sono stati depositati tutti i soldi raccolti dalla Fim per il progetto Criança 2000), i primi 10.000 dollari.

Nel successivo mese di agosto si è dato concretamente avvio al progetto con gli incontri che la Cnm/Cut ha realizzato con il Sindaco di Belém, Edmilson Rodrigues, con il Presidente della Funpapa (Fundação Papa João XXIII), Sandra Helena e con i tecnici dell'Amministrazione Comunale che lavorano sui temi dell'infanzia e adolescenza.

In questi incontri e in altri, che hanno coinvolto anche l'Università Federale del Pará-UFPA (sia per la formazione dell'equipe del progetto, sia come valutatore esterno), si sono decise le seguenti priorità:

-il quartiere dove iniziare il progetto;

- i criteri per selezionare i destinatari;

- i compiti da assegnare a ciascuno dei gestori del progetto in loco (Cnm/Cut, FUNPAPA e Comune di Belém).

Sempre nel mese di agosto e nella prima metà di settembre l'equipe Cnm/Cut, i tecnici di Funpapa e il Comune di Belém che gestiscono il progetto, hanno partecipato a seminari universitari di formazione, sui temi dell'economia solidale, del microcredito e sulla creazione e applicazione di indicatori socio-economici per la valutazione del progetto.

A fine settembre nel Bairro da Cremação, una favela "urbanizzata" prossima al centro della città, è stato presentato il progetto ai destinatari (chi sono i finanziatori, come funzionerà, chi sono i partner nella gestione, quali gli obiettivi e le fasi di realizzazione) e il questionario di selezione delle prime 60 famiglie, su un universo di 290 nuclei familiari che ricevono la "borsa di studio" (200,00 Reais al mese, equivalenti a circa 60,00 Euro) dal Comune di Belém.

I criteri di selezione adottati sono stati:

- disponibilità di tempo e dedizione ai corsi di formazione e qualificazione;

- dipendenza dalla borsa di studio come unica fonte di reddito, reddito familiare;

- numero componenti il nucleo familiare;

- grado di scolarità.

Dal mese di ottobre sono iniziati i corsi di formazione, nella sede del Centro Comunitario "Nossa Senhora da Graças" che coinvolgono in questa fase due classi composte rispettivamente da 30 persone adulte (capi-famiglia in maggioranza donne). Le due classi frequentano le lezioni nelle ore serali, dalle 17 alle 20, per tre giorni la settimana alternandosi dal lunedì al sabato. La durata della prima tappa del progetto è di 120 ore, per cui le prime 60 persone termineranno i corsi entro il mese di febbraio. Dopo parteciperanno ai workshop di sviluppo locale (seconda tappa), a cui seguirà l'accompagnamento e incubazione delle iniziative auto imprenditoriali in forma cooperativa o individuale (terza tappa).

La sequenza logica del progetto prevede, infatti, in un'ottica d'inclusione sociale, una prima fase di coscientizzazione ai diritti di cittadinanza e alla partecipazione, una seconda fase di apprendimento al lavoro cooperativo e all'auto imprenditorialità, una terza di creazione di lavoro e reddito.

Per favorire le iniziative di micro-imprenditorialità (individuale o in forma cooperativa) che saranno sviluppate dal nostro progetto, dopo il processo di formazione e apprendimento professionale, l'Amministrazione Comunale rientrerà in gioco direttamente, attraverso il "Fundo Municipal de Solidariedade para Geração de Emprego e Renda", popolarmente conosciuto come il "Banco do Povo", mediante il quale si consente l'accesso a forme di micro-credito. Ovviamente quel progetto, oltre a consentire il coinvolgimento di un numero di famiglie pari a quello interessato dal progetto Bolsa-Escola (4.800), prevedeva la creazione della "Rede Criança" (una rete organizzativa e informatica di 8 nodi operanti nei rispettivi Distretti con i quali è amministrata la città di Belém) e una formazione rivolta alle persone elette nei diversi organismi consiliari per la tutela dei bambini e adolescenti.

Per questo motivo, nonostante non ci si debbano fare molte illusioni per la scarsa disponibilità di fondi , l'Iscos è impegnata, a ripresentare la richiesta di cofinanziamento alla Comunità Europea.

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