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Il numero di settembre '00

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Gli articoli
Progetto Belém, contro lo sfruttamento del lavoro minorile
In Brasile fuori/classe si nasce
Investimenti italiani in Brasile
La popolazione di Belém
Dichiarazione della Cisl internazione contro il lavoro dei bambini
D'Antoni scopre le carte?
Un corso di formazione sulla storia della Cisl
Cinquantenario della Cisl: le iniziative in provincia

Campagna di solidarietà

IN BRASILE FUORICLASSE SI NASCE

UN PROGETTO CONTRO IL LAVORO MINORILE IN BRASILE

Una realizzazione concreta dentro una campagna internazionale

I legami di solidarietà, tra la Fim-Cisl e i metalmeccanici brasiliani affondano le loro radici negli anni Settanta, all'epoca della dittatura militare, e si sono sviluppati durante il complesso processo di democratizzazione, che ha visto tra i maggiori protagonisti il nuovo sindacalismo rappresentato dalla Cut (la Centrale unica del lavoro).

In presenza di investimenti dell'industria italiana in Brasile, in particolare con l'insediamento della Fiat nello stato di Minas Gerais, iniziavamo a percepire quanto la dimensione internazionale sarebbe diventata, con il tempo, decisiva per l'azione dei sindacati e la tutela dei lavoratori. Abbiamo pertanto investito nel futuro con centinaia di piccole e grandi iniziative di interscambio e solidarietà, sostenute dai lavoratori e dalle strutture sindacali della Fim e della Cisl.

Con la stessa convinzione all'inizio del 1999 abbiamo raccolto la proposta dei metalmeccanici della Cut, la Cnm (Confederazione nazionale dei metalmeccanici), di realizzare un progetto congiunto, coerente con l'impegno richiesto dalla Federazione internazionale dei sindacati metalmeccanici (Fism) e dalla Cisl internazionale di contribuire in modo tangibile e su scala globale alla lotta contro il lavoro minorile.

Dopo una fase di studio di questo fenomeno in Brasile, nel mese di novembre del 1999 si è deciso di organizzare la prima iniziativa concreta nella regione metropolitana di Belém, nello Stato del Pará, il Nord povero del Brasile, dove la realtà del lavoro minorile è particolarmente diffusa. Un'indagine condotta sulle forze di lavoro nella città ha infatti accertato la presenza di almeno 9.000 bambini da 5 a 14 anni che lavorano.

I risultati di questo "progetto pilota" dovranno servire anche alla diffusione di questa campagna nel resto del Brasile, a cura della stessa Cnm o di altre strutture sindacali della Cut.

La scelta di realizzare l'intervento contro il lavoro minorile a Belém va vista, quindi, non come un'iniziativa di portata limitata, ma come un'azione specifica all'interno di una strategia coordinata in Brasile e a livello mondiale, che vede impegnate -sugli stessi obiettivi - altre strutture sindacali e Ong (Organizzazioni non governative) in Africa, in Asia, in Sud America.

Questa campagna è inoltre la forma concreta con cui i sindacati dei lavoratori raccolgono la Raccomandazione n.190 dell'Oil (L'Organizzazione internazionale del lavoro legata all'ONU), per la "proibizione e immediata azione per eliminare le forme peggiori di lavoro minorile".

Le risorse necessarie

Il "Progetto Criança 2000: sradicando le cause del lavoro minorile", così è stato chiamato il progetto di Fim e Cnm, sarà presentato dall'Iscos alla Direzione generale di cooperazione allo sviluppo del Ministero per gli Affari esteri, con la richiesta del 50% di cofinanziamento su un'ammontare complessivo di circa 2,4 miliardi di lire in tre anni. La rimanente quota di cofinanziamento sarà ripartita tra l'apporto della Cnm (il 35% del totale) e l'apporto di Fim e Iscos, pari a circa 360 milioni (il 15% del totale).

L'impegno della Fim-Cisl è di raccogliere almeno 200 milioni di lire per sostenere il progetto.

A questo scopo la Fim ha lanciato, nella riunione del proprio Consiglio generale nazionale del 29 maggio 2000 a Brescia, la campagna di sensibilizzazione e raccolta di fondi tra i lavoratori e tra i giovani.

Contemporaneamente la Cnm sta garantendo un lavoro di monitoraggio, coscientizzazione e informazione dei propri quadri e delle proprie strutture territoriali sul fenomeno del lavoro minorile in Brasile, nonché sugli obiettivi e sui risultati attesi da questo progetto pilota, secondo un programma deciso nel loro recente congresso e articolato nei seguenti punti:

- contribuire allo sradicamento del lavoro minorile nelle filiere produttive proprie dell'industria metalmeccanica;

- lottare per il rispetto dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza;

- divulgare tra i lavoratori metalmeccanici lo Statuto dell'infanzia e dell'adolescenza (Eca);

- formare quadri e dirigenti sindacali della categoria affinché siano in grado di agire congiuntamente ai consigli municipali per i diritti dei bambini e adolescenti e ai consigli tutelari;

- articolare iniziative territoriali affinché nei municipi sia implementato il Programma per il reddito minimo.

Il contesto socio-economico dell'intervento

Attraverso una fase preliminare di studio e ricerca condotta dal Cnm sul mondo dell'infanzia carente in Brasile e, in particolare, nell'area metropolitana di Belém, è emerso che la molteplicità dei problemi individuati hanno fondamentalmente una sola causa: la situazione d'estrema povertà dei nuclei familiari di provenienza.

Per affrontare il problema dello sfruttamento del lavoro minorile occorre pertanto intervenire soprattutto sul contesto economico, ma anche istituzionale, sociale e familiare, che spinge le persone a lavorare in età precoce.

Nell'area metropolitana di Belém oltre metà della popolazione è in condizioni di estrema povertà: il 26 per cento dei nuclei familiari sopravvive con un reddito mensile inferiore a 75 dollari e un altro 29 per cento ha un reddito compreso tra 75 e 150 dollari, mentre in Brasile si calcola che il reddito minimo per una famiglia di quattro persone dovrebbe essere almeno di 500 dollari.

Un altro indicatore dell'estrema povertà riscontrabile a Belém è l'alto tasso di mortalità infantile che, pur in calo costante negli ultimi dieci anni, rimane impressionantemente alto: su 1.000 bambini nati vivi, 50 muoiono prima di completare un anno di vita. Le cause sono la sottoalimentazione, le precarie condizioni igieniche, la mancanza di assistenza nella fase di gravidanza. Cause riconducibili in Brasile non a carestie, a mancanza di risorse alimentari, a conflitti militari, ma ai livelli di esclusione sociale e di disuguaglianza economica.

Inoltre a Belém, come nel resto del Brasile, tre persone su quattro non hanno concluso la scuola dell'obbligo, quindici persone su cento sopra i dieci anni d'età non sanno né leggere né scrivere e l'analfabetismo di ritorno coinvolge circa un terzo della popolazione. È comprensibile che queste persone si concentrino nella stragrande maggioranza nei nuclei familiari a più basso reddito, gli stessi nuclei familiari nei quali si incontrano i minori che lavorano o dai quali è originato il fenomeno dei "meninos de rua", i bambini cioè che vivono e dormono per strada, senza una famiglia e senza una casa e che a Bélem sono più di 2300.

Agli aspetti di natura economica, di analfabetismo, di bassa o nulla qualificazione professionale dei genitori, si aggiunge l'elevato indice di disgregazione familiare e di ragazze-madri. La conseguenza è l'alta percentuale a Belém delle famiglie composte solo da madre e figli (28,3%, superiore alla già elevata media brasiliana del 24,2%), il che porta a giustificare il lavoro minorile come scelta obbligata per l'integrazione del reddito familiare.

Il progetto

I problemi da affrontare dal lato dell'offerta del lavoro minorile sono quindi legati strettamente alle condizioni socio-economiche e culturali delle famiglie dei bambini che lavorano.

Il progetto si propone, pertanto, di migliorare queste condizioni attraverso azioni educative e formative rivolte ai genitori (con un'attenzione specifica al ruolo delle donne), offrendo loro nuove opportunità di accesso al mercato del lavoro e di miglioramento del reddito. L'obiettivo è aumentare le chances dei beneficiari a svolgere o un lavoro qualificato, regolare e meglio retribuito, o un lavoro autonomo mediante la creazione di micro-imprese individuali o in forma cooperativa.

A queste azioni, mirate alla riduzione delle cause che determinano l'ingresso precoce dell'infanzia e dell'adolescenza nel mercato del lavoro, si affiancherà un'azione sindacale tesa a rimuovere dal lato della domanda le forme di sfruttamento del lavoro minorile, sia attraverso il monitoraggio e la denuncia dei comportamenti delle imprese (a partire da quelle transnazionali) non conformi alla legislazione brasiliana e alle risoluzioni dell'Oil, sia negoziando specifici accordi nell'industria metalmeccanica che escludano il lavoro minorile non solo in azienda, ma lungo l'intera filiera di produzione.

I destinatari del progetto

In un contesto caratterizzato da un peso preponderante dei giovani, da fenomeni di esclusione sociale e sfruttamento dei minori, da un'accentuata fragilità del sistema educativo in relazione al mercato del lavoro, dalla disoccupazione e sottoccupazione crescente, il programma si rivolge direttamente ai gruppi meno protetti e più vulnerabili.

L'iniziativa avrà infatti come beneficiari diretti:

- i bambini e gli adolescenti costretti oggi a lavorare, che potranno essere liberi di studiare e liberi di giocare;

- 4.800 persone adulte, individuate negli 8 distretti amministrativi della città, e scelte tra i componenti dei nuclei familiari ai quali appartengono i minori che lavorano, che saranno direttamente coinvolte in un intenso programma di coscientizzazione e formazione, per il miglioramento delle loro capacità di inserimento sociale e lavorativo nell'area metropolitana di Belém.

Organizzazione e modalità di esecuzione del progetto

Il punto di partenza del progetto saranno le Basi zonali di monitoraggio dell'infanzia carente. Create in ciascuna delle 8 zone con cui è suddivisa l'area metropolitana di Belém, queste Basi saranno il supporto logistico e organizzativo di chi si inpegna per combattere il lavoro minorile, dai responsabili locali agli operatori comunitari, dalle altre Ong ai rappresentanti della società civile.

Il progetto cerca infatti di integrarsi e di non sovrapporsi ad altre iniziative per combattere il lavoro minorile che vede protagonisti a Belém una molteplicità di attori, espressione sia della società civile che del mondo delle istituzioni. Le Basi avranno come locali di riferimento la delegazione sindacale dei metalmeccanici, le scuole della rete pubblica o altre strutture comunitarie. Saranno dotate di un sistema informatizzato denominato "Rede Criança", che promuoverà l'integrazione tra le diverse Basi zonali, consentendo la realizzazione di azioni congiunte in ambito municipale. Si tratta di una rete di computer e banche dati mirata a facilitare e velocizzare le proposte e le azioni che saranno sviluppate in ciascuna zona, ottimizzando risorse, informazioni, comunicazioni, percorsi formativi ecc.

Le basi zonali saranno gestite, coordinate e animate da 120 persone dei quartieri interessati che dovranno diventare, tramite un programma triennale di circa 1.000 ore di formazione, dei veri e propri operatori, qualificati in diversi ruoli nella lotta al lavoro minorile.

Il programma di formazione inoltre interesserà 16 insegnanti della rete scolastica, che saranno qualificati per progettare e gestire il programma di formazione professionale rivolto alle persone adulte delle famiglie dei minori che lavorano, e 20 quadri del sindacato locale, che costituiranno la struttura di gestione del progetto.

Le 120 persone che parteciperanno ai corsi saranno destinate a ricoprire diversi incarichi nella città Belém come rappresentanti della società civile nel Consiglio municipale dei diritti dei bambini e adolescenti, come rappresentanti nel Consiglio tutelare, come rappresentanti del sindacato nelle Agenzie regionali del lavoro, come facilitatori-animatori per l'attuazione dei programmi governativi e comunali per combattere il lavoro minorile e assistere l'infanzia carente, come rilevatori della qualità della vita delle famiglie carenti.

Ma soprattutto interverranno con un lavoro sistematico di coinvolgimento, fatto di contatti e di riunioni, sulle famiglie dei minori strappati al lavoro che costituiscono l'obiettivo prioritario dell'intervento. In una prima fase ci si porrà l'obiettivo di vincere la rassegnazione circa la propria condizione di subalternità sociale, che è un primo e forte ostacolo al riscatto civile e sociale.

In un secondo momento la sensibilizzazione toccherà il tema del reddito necessario ad una vita dignitosa e quello dei diritti di cittadinanza che devono essere riconosciuti da una società civile.

Nell'ultima fase del percorso di sensibilizzazione verrà affrontato il problema del come migliorare la propria situazione economico-sociale, attraverso un migliore inserimento lavorativo. In questa fase il progetto aiuterà i capifamiglia nel percorso di qualificazione e formazione professionale, i cui contenuti terranno conto dei risultati di una ricerca in loco sulle possibilità offerte dal mercato del lavoro, ma anche sulle potenzialità di decollo di piccole imprese di lavoro autonomo e cooperativo, che potranno essere sostenute nella fase di avvio dal progetto stesso.

A questo secondo obiettivo lavorerà, insieme alle famiglie interessate, un'equipe specializzata coordinata dalla Cnm, con l'obiettivo di costruire tre progetti per zona amministrativa, in attività di servizi, commercio, artigianato, subfornitura e per un totale di 24 progetti.

I finanziamenti raccolti serviranno a sostenere tutto questo programma, dalla creazione delle Basi zonali, alla formazione di tutto il personale, alla dotazione della rete informatica, al lavoro di monitoraggio e ricerca, al sostegno iniziale delle microimprese che saranno avviate.

Chi gestisce il progetto

Il progetto è diretto gestito in stretta cooperazione tra i soggetti italiani e brasiliani che hanno promosso l'iniziativa.

In Italia il soggetto cui compete il ruolo di coordinatore generale, con responsabilità gestionali e amministrative è l'Iscos, l'ente della Cisl che si occupa delle politiche di cooperazione internazionale..

La gestione e il coordinamento della campagna di sensibilizzazione e di raccolta di fondi spetta alla Fim Cisl con il supporto del Coordinamento giovani metalmeccanici della Fim.

Il progetto nel suo svolgimento in Brasile è diretto, coordinato e gestito esclusivamente da soggetti brasiliani.

In primo luogo, il coordinamento generale spetta alla centrale sindacale dei metalmeccanici, la Direzione nazionale della Cnm Cut.

Alla Direzione Cnm Cut fa capo un coordinamento tecnico pedagogico, che coordina 2 consulenti pedagogici, 4 formatori, un esperto di comunicazione sociale, 8 responsabili di zona, un consulente informatico.

Alla Direzione Cnm Cut e al coordinamento tecnico pedagogico fa capo, infine, una Équipe per il Programma di appoggio Ger (creazione di lavoro e reddito), composta da 4 persone.

Il progetto si svilupperà nell'arco di tre anni. Fim e Cnm sono impegnate nella realizzazione congiunta di un sito web che consentirà di seguire, in questo arso di tempo, tutti gli sviluppi e le realizzazioni.

Fim Cisl Varese

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Fuoriclasse si nasce

Una campagna di solidarietà contro lo sfruttamento minorile in Brasile

A distanza di dieci anni "Informazione Fim" torna a parlare della realtà Brasiliana, di questo stupendo paese, spesso sognato da molti di noi, ma anche ricco di forti contraddizioni sociali.

Anche questa volta ne parliamo per lanciare una campagna di solidarietà tra tutti gli iscritti alla Fim. Allora lo scopo era di raccogliere i fondi che consentissero al sindacato metalmeccanico Brasiliano di costruire una sua scuola sindacale a Betim, il luogo in cui la Fiat ha insediato il suo più importante stabilimento in Brasile.

Grazie al nostro aiuto la scuola fu costruita e lo scorso anno ha potuto festeggiare il suo decimo compleanno con un bilancio veramente lusinghiero della sua attività: la formazione di una classe di sindacalisti, che ha rinnovato in quel paese le relazioni sindacali distrutte da vent'anni di dittatura militare, nei decenni '60 e '70.

Da allora nacque un profondo rapporto di fratellanza con quel sindacato, che si è alimentato di un continuo interscambio politico, sindacale, umano. Parecchie delegazioni di sindacalisti e delegati sindacali hanno in questo lungo periodo attraversato l'Atlantico per dare continuità al "filo rosso" di questo rapporto.

Quando quest'anno le strutture internazionali della Cisl e della Fism, raccogliendo un appello dell'ONU, hanno lanciato una campagna mondiale contro il lavoro minorile, invitando i sindacati dei paesi occidentali ad appoggiare concretamente le iniziative del movimento sindacale nei paesi in via di sviluppo, dove lo sfruttamento dei bambini è un fatto di massa, per la Fim è stato spontaneo pensare subito ad una cooperazione con la Cnm, il sindacato dei metalmeccanici brasiliani. Ne è nato un progetto congiunto che illustriamo nelle pagine interne di questo giornalino, che gli sono quasi interamente dedicate.

La Fim di Varese si è assunta l'impegno di raccogliere per questa iniziativa almeno sette milioni di lire tra i suoi associati ed al tempo stesso di partecipare alla campagna di sensibilizzazione nel nostro paese su quel grave problema.

La Segreteria della Fim di Varese è sicura che quell'obiettivo sarà superato, contando sulla generosità che i nostri iscritti hanno sempre dimostrato in tutte le campagne di solidarietà che abbiamo organizzato in tutti questi anni. Da parte nostra utilizzeremo il giornalino ed il sito web per dar conto di tutti i risultati della campagna.

La Segreteria provinciale

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Investimenti italiani in Brasile

La presenza economica italiana in Brasile è di notevole peso, in particolare per il settore di attività definite come metalmeccaniche, con un'evidente preponderanza dell'industria automobilistica, vale a dire della Fiat. Si spiega quindi l'interesse della Fim Cisl per un legame profondo e strutturato con il sindacato metalmeccanico brasiliano. Diamo di seguito un quadro sintetico della presenza italiana in Brasile per settore di attività (Dati in Milioni di dollari).

Industria automobilistica 2.100; Metallurgia 588; Gomma 367; Meccanica 361; Telecomunicazioni 354; Servizi 314; Agroalimentare 144

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La popolazione di Belém

La popolazione del municipio di Belém come nel resto del paese si caratterizza per essere essenzialmente giovane: il 30% ha meno di 15 anni, la popolazione in età lavorativa (da 15 a 64 anni) è il 65,7% e le persone dai 65 anni in su rappresentano solo il 4,3%.

Le donne sul totale della popolazione sono il 51,4%, mentre il loro peso percentuale sul totale della popolazione non economicamente attiva sale al 65%, nonostante il 28,3 dei nuclei familiari siano formati solo da madre e figli.

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DICHIARAZIONE DELLA CISL INTERNAZIONALE CONTRO IL LAVORO DEI BAMBINI

Questa dichiarazione di impegni della Cisl internazionale contro lo sfruttamento dei bambini e degli adolescenti è stata sottoscritta da Cgil, Cisl e Uil nell'ambito della campagna mondiale promossa su questo tema

Il futuro rubato: oltre 250 milioni di bambini lavoratori sono sfruttati o costretti a lavorare per sopravvivere. Un'intera generazione di bambini è privata della possibilità di occupare il posto al quale hanno diritto nella società del 21° secolo.

A questo sfruttamento possiamo mettere fine nel giro di 10 anni, attuando i seguenti 5 impegni contro il lavoro minorile:

Un'educazione per tutti: il lavoro minorile priva i bambini della possibilità di andare a scuola. Senza un'educazione i bambini sono inseriti in una spirale di povertà senza via di uscita. All'inizio del terzo millennio ottenere che tutti i bambini, ed in particolare per le bambine, frequentino la scuola è ancora una delle più grandi sfide, che il mondo deve affrontare. I Governi e la Comunità internazionale devono raccogliere questa sfida

Sradicare lo sfruttamento: 10 milioni di bambini sono sfruttati ogni giorno per soldi. Bisogna impedire a coloro che traggono profitti dal lavoro minorile di continuare a farlo e bisogna obbligarli a risarcire il danno arrecato, attraverso la riabilitazione e l'educazione dei bambini-lavoratori. A tale proposito dovrebbero essere applicate le leggi nazionali e internazionali. Sicurezza economica: la maggior parte di questi bambini lavora in quanto le loro famiglie sono povere. Il lavoro minorile potrà cessare solo quando gli adulti avranno un'occupazione degna ed un sostegno sociale. I Governi e le Istituzioni internazionali devono impegnarsi molto di più affinché gli adulti possano lavorare e i bambini possano studiare. Essi dovrebbero garantire che l'economia globale sia di beneficio a tutti, non solo ad una categoria privilegiata d'individui.

Diritti per i bambini e diritti per gli adulti: i diritti dei bambini e degli adulti sono tutelati dalle legislazioni nazionali e dai trattati internazionali. Il lavoro dei bambini è presente laddove i diritti degli adulti sono violati. Dove vige discriminazione, repressione e corruzione, laddove è presente il lavoro forzato, dove la libertà d'associazione e di espressione sono negati, là si sviluppa il lavoro dei bambini. Il lavoro dei bambini non potrà cessare, se non quando i diritti umani universali saranno rispettati.

Tutti hanno un ruolo da giocare: non possiamo permetterci di far finta di niente rispetto ai bambini che lavorano. Se li ascoltiamo e li aiutiamo, contribuiremo a costruire un mondo migliore. Noi tutti, Governi, lavoratori, sindacati consumatori, Ong, gruppi religiosi, insegnanti, studenti, cittadini, lavorando insieme, possiamo sconfiggere la piaga del lavoro dei bambini. L'Oil, considera il lavoro minorile come lavoro svolto da bambini sotto i 15 anni di età (14 laddove l'economia è meno sviluppata). Un'attività leggera, per poche ore a settimana, può essere svolta da bambini di 13 anni (12 nei paesi sottosviluppati). I ragazzi che hanno meno di 18 anni dovrebbero essere protetti dai lavori pericolosi e svolti in condizione di sfruttamento.

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Riceviamo e pubblichiamo

D'Antoni: "A fine mese la mia scelta personale"

"Alla fine del mese o al massimo ai primi di ottobre comunicherò all'Esecutivo confederale della Cisl le mie decisioni individuali che non ricadranno sull'organizzazione". Questa la dichiarazione del Segretario generale della Cisl pubblicata in prima pagina da Conquiste del Lavoro, organo ufficiale della Cisl, del 12.09.00. Diamo atto a D'Antoni di una sua dichiarazione, finalmente chiara, sulla propria posizione in rapporto alla Cisl e ad un suo possibile impegno in politica: la separazione dei destini, come è stato del resto sempre prassi nella nostra organizzazione. L'Esecutivo in questione è stato fissato per il 10 ottobre. E' nostro auspicio che in quella data si ponga termine ad una "telenovela" durata sin troppo a lungo e ad un'ambiguità a riguardo dello stesso egretario generale, che in questi ultimi sei mesi non ha certo giovato alla nostra organizzazione

La Segreteria provinciale

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SCOPRIAMO LE RADICI DELLA NOSTRA "TESSERA"

Un corso di formazione sulla storia della Cisl per i delegati della Fim

Il cammino formativo della Fim Provinciale prosegue, dopo aver completato la formazione di base. Il percorso che affronteremo nel mese di ottobre è legato alla storia e quindi alle origini del nostro sindacato.

Il corso è stato progettato per approfondire le nostre radici partendo dalla nostra esperienza sindacale e dal senso che noi le diamo quotidianamente; ci aiuteranno in ciò testimoni importanti della realtà del nostro territorio, a cui potremo chiedere come hanno vissuto la loro storia.

Mentre si progettava il corso si sono evidenziati i principi su cui si basano la Fim e la Cisl, e come siano rimasti praticamente gli stessi dalle origini ad oggi! Pur nella diversità della società e dell'uomo, pur affrontando una serie di bisogni dei lavoratori molto diversi da quelli di allora, quei valori mantengono ancora oggi una validità difficilmente confutabile.

Nel nostro lavoro di apprendimento saremo aiutati dal materiale inserito dalla Fim nel suo sito web (www.fim.varese.it) in occasione del 50° anniversario della Cisl; troveremo riportati fotografie e documenti originali della nostra storia e potremo valutare quanto siano "attuali".

Noi che abbiamo pensato a questo percorso siamo convinti che possa essere utile e quindi lo consigliamo a tutti i delegati ed in particolare a quelli che vogliono imparare a rispondere alle domande, anche alle più polemiche, che a volte i colleghi ci pongono sulle nostre scelte sindacali, anche le più discusse. Cosa ne dite?

Vi aspettiamo a fine ottobre.

Lo staff della formazione Fim Cisl Varese

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Cinquantenario della Cisl

Iniziative programmate in ottobre nel territorio di Varese

Mostra itinerante sulla storia della Cisl in provincia.

La mostra sarà disponibile al pubblico:

dal 13 al 14 ottobre a Cocquio Trevisago presso il Centro Commerciale

dal 18 al 21 ottobre a Viggiù presso Villa Borromeo

il 23 ottobre presso il Presidio Sanitario della Zona Laghi

dal 24 al 25 ottobre presso la sala mensa Whirlpool

dal 26 al 27 ottobre a Besozzo presso le Scuole Elementari

dal 28 al 29 ottobre a Sesto Calende presso la Sala Consigliare

 

Convegni e tavole rotonde:

13 ottobre – Varese, presso il salone delle Ville Ponti

"La Cisl tra passato e futuro"

partecipa Sergio D’Antoni, Segretario Generale Cisl

21 ottobre – Viggiù

" Nuove prospettive per il frontalierato"

26 ottobre – Besozzo

"Concertare per migliorare lo Stato Sociale nel territorio"

30 ottobre - Varese

"Il futuro dell’Europa sociale e ruolo del sindacato"

partecipa Franco Chittolina, Commissione Europea

 

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