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Il numero di febbraio '00

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Gli articoli
La terza Convention della Fim Cisl
Referendum: il vaglio della Corte Costituzionale
Quando la Rete fa paura
"Allergia informatica": comunicato Fim
"Nessuna censura": comunicato Univa
Il comunicato di risposta Fim Cisl
Un vaccino contro l'allergia informatica
L'estratto conto Cometa
Congedi parentali: è legge
Artigiani: riorganizzato L'ELBA
Sul Tfr devono decidere i lavoratori
Carrozzeria Chinetti: il Pdr paga
L.P.: rinnovato l'accordo aziendale
Zona Laghi: Fim impegnata nei rinnovi del Pdr
Ai due referendum a-sociali votiamo NO
Aggiornamento indennità di Cig
 

Terza Convention provinciale della Fim Cisl

Dare più spinta all'organizzazione

Il 23 febbraio scorso si è tenuta a Gallarate la Convention della Fim, giunta ormai alla sua terza edizione.

Anche quest'anno l'assemblea dei delegati Fim è stata l'occasione per fare il punto sullo stato dell'organizzazione. In particolare il problema è stato affrontato a partire dalla figura del delegato sindacale, sulla base di una ricerca sul ruolo e sulle opinioni del delegato della Fim in provincia. La ricerca ha utilizzato i dati di un questionario, compilato nell'autunno dello scorso anno da 170 delegate e delegati, più del 70% del totale.

I risultati di questa ricerca saranno analizzati nel prossimo numero di "Informazione Fim". Ci limitiamo ora ad anticipare che in "casa Fim" ci si trova bene, c'è molta consapevolezza del proprio ruolo ed una forte attitudine per la contrattazione. Ciò che invece manca è il senso di appartenenza, lo spirito di squadra, quell'in più di "partigianeria" e di determinazione che aiutano ad affermare gli interessi e l'immagine della propria organizzazione. Una buona parte dei delegati preferisce infatti lasciare queste cose alla responsabilità di chi nella Fim lavora a tempo pieno, agli operatori. A loro di portare la bandiera, considerato che poi tutti riconoscono che è necessario che qualcuno la porti.

Sono questi in sintesi i punti di forza ed i problemi della Fim di Varese. Il dibattito avviato alla Convention ne ha preso atto, gettando le basi per iniziare a farci i conti in attivi di zona, già a partire dalle prossime settimane.

I punti di forza ci indicano che nella Fim hanno un largo spazio la fiducia e la speranza nell'organizzazione siondacale. I problemi indicano d'altra parte che c'è molto da fare per migliorarla. In particolare le lacune presenti tra i delegati nell'attività organizzativa si sono rivelate evidenti in questi ultimi anni soprattutto in tema di proselitismo. La Fim provinciale è stata in grado di consolidare gli iscritti provenienti dai due territori, Varese e T.Olona, nel primo anno dell'unificazione, il 1998, ma il tesseramento è arretrato, seppur di poco, nell'anno successivo. E' vero che una curva analoga caratterizza il tesseramento della Fiom in provincia e anche che nel comprensorio di Magenta, dove è finito l'altro pezzo del T.Olona, le cose sono andate peggio. Ma è anche vero che gli iscritti attivi della Cisl di Varese nel 1999 sono cresciuti, nonostante la flessione della Fim, e lo stesso è avvenuto considerando l'insieme delle Fim della Lombardia. C'è quindi una carenza della Fim provinciale che va affrontata sul terreno dell'organizzazione ed è importante che nella Convention questo problema si sia imposto alla discussione dei delegati. La dimensione provinciale ha senz'altro rafforzato le potenzialità di aggregazione della Fim, semplificandone la struttura ed accrescendone attività e proposte. Sta a tutta l'organizzazione ora superare le timidezze e raccoglierne i risultati.

  Sergio Moia

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Referendum a-sociali

Il vaglio della Corte costituzionale ne lascia due

La Corte Costituzionale, dopo aver esaminato i quesiti dei proponenti dei 21 referendum abrogativi, ne ha salvati 7, considerando gli altri improponibili o perché in contrasto con la costituzione o perché non chiari nelle loro proposizioni. Gran parte di quelli cassati, e cioè sei, intervenivano su materie sociali, dal part time, al contratto a termine, al lavoro a domicilio, all'obbligatorietà dell'iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale e all'Inail. Su questi i proponenti già hanno dichiarato di voler procedere a nuove iniziative, ma per il momento sono usciti dal confronto referendario e questo è un bene per i lavoratori. In materia sociale ne sono rimasti due. Il primo è quello sui licenziamenti, il secondo quello sulle trattenute sindacali operate dall'Inps per conto delle associazioni sindacali e delle associazione dei lavoratori autonomi. Su tutti e due è importante esprimere un netto NO il 21 maggio, quando saremo chiamati a pronunciarci sui 7 referendum rimasti. Oltre alle ragioni riportate dal numero scorso di "Informazione Fim", per motivare il giudizio negativo del sindacato su quei due quesiti, riportiamo in questo numero in ultima pagina, l'ordine del giorno votato dall'Esecutivo Nazionale della Fim e ci ripromettiamo di tornare sull'argomento nei prossimi numeri.

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Univa e sito web Fim Cisl Varese

Quando la Rete fa paura

La prima polemica sindacale aperta dal sito Internet della Fim di Varese e dibattuta sulle colonne di Varesenews, il quotidiano "on line" della provincia.

Non era neppur lontanamente immaginabile che il sito web della Fim, a cinque mesi dalla sua partenza reale e ancora incompleto nella sua struttura, fosse già al centro di una polemica politica tutt'altro che trascurabile, perché interessa il diritto e la libertà di informazione.

La polemica è nata da un intervento dell'Associazione degli industriali della provincia di Varese, che non ha gradito la pubblicazione sul sito della Fim Cisl degli accordi sulla professionalità firmati alla Delta ed all'Aermacchi. Il fastidio dell'associazione è facilmente comprensibile, se si vanno a rileggere gli articoli dedicati da "Informazione Fim" nei suoi numeri precedenti a questi due accordi, siglati in due aziende associate ad Univa, ma non sottoscritti ed anche fortemente contrastati da quest'ultima.

Come è possibile leggere nel comunicato di Univa, l'associazione degli imprenditori nega di averne fatto un caso politico, ma è singolare che abbia sollevato il problema quando le due aziende interessate nulla hanno avuto da obiettare sulla pubblicazione di quegli accordi. Non solo. I responsabili dell'Univa mai hanno comunicato la loro contrarietà alla Fim Cisl, l'organizzazione direttamente interessata, ma hanno sollevato il problema politico alle Segreterie di Cgil, Cisl e Uil territoriali che, ovviamente, hanno respinto al mittente la richiesta di un incontro su questo "problema" .

La "ritorsione" si è avuta in occasione del primo accordo siglato presso la sede dell'associazione successivamente a questi fatti, con la richiesta di introdurre nel testo dell'accordo in questione una clausola, che ne impedisce la diffusione, soprattutto con modalità non cartacee e cioè tramite internet. Questa sarebbe la tanto conclamata modernità dell'impresa e dei suoi rappresentanti contro il sindacato "conservatore e retrogrado".

Pubblichiamo qui di seguito i due comunicati della Fim sulla vicenda e il comunicato di Univa. Il confronto si è tenuto sulle colonne "informatiche" di Varesenews, il quotidiano on line della provincia di Varese. "La Prealpina" non ha voluto pubblicare il comunicato iniziale della Fim e quindi si è tenuta fuori. La libertà di stampa, a quanto pare, non la riguarda.

S.M.

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1° Comunicato stampa Fim Cisl

Allergia informatica, ovvero quando la Rete fa paura

Mercoledì 17 febbraio è successo un fatto veramente singolare. Per la prima volta nella storia recente del sindacato metalmeccanico varesino, internet ha determinato l'inserimento di una clausola contrattuale nell'ambito di un accordo aziendale per il rinnovo del Premio di risultato. L'azienda interessata è la LP, un'azienda di carpenteria del Tradatese, produttrice di tubi speciali.

La clausola è una restrizione al diritto di informazione dell'opinione pubblica. Internet c'entra, perché la censura dell'informazione riguarda particolarmente la diffusione di notizie riferite all'accordo in questione in forma non cartacea e quindi elettronica. Ma veniamo al testo della clausola. "Le parti si impegnano alla massima riservatezza sui contenuti del presente accordo e vietano la diffusione, in qualunque forma e modalità, sia del documento che dei suoi contenuti (*). La riproduzione del documento è ammessa in forma solo cartacea per gli usi strettamente connessi con le finalità del presente accordo e con gli adempimenti previsti dalle leggi vigenti. Ogni violazione -salvo espressa autorizzazione scritta (*) di tutte le parti firmatarie- sarà perseguita a termine di legge". (*) la sottolineatura è nostra.

L'inserimento di questa clausola grottesca, mai apparsa in un accordo aziendale provinciale, è stato voluto espressamente dall'Univa, l'Associa dell'accordo ed è stata subita dalle organizzazioni sindacali solo per la difficoltà a rinviare ulteriormente la conclusione di una vertenza resa già complessa da motivi di ordine sindacale. Il motivo portato dall'Univa per questa sua singolare richiesta è ancor più preoccupante. Si tratta dell'avversione di questa associazione contro la politica della Fim di Varese di utilizzare il proprio sito web per una puntuale informazione sugli accordi innovativi raggiunti nelle fabbriche della provincia. In particolare è stata criticata, senza peraltro porre direttamente il problema all'organizzazione interessata, la pubblicazione di due accordi sulla professionalità, recentemente siglati alla Delta Elettronica di Varese ed all'Aermacchi di Venegono.

Va precisato che Univa non è firmataria di nessuno dei due accordi.

Dopo aver tentato inutilmente di farne un caso politico con le Segreterie territoriali di Cgil, Cisl, Uil l'Associazione pare abbia deciso di "tutelarsi" in questo modo. Basta notizie sulla stampa di accordi aziendali e, se qualcosa potrà trapelare sulla carta stampata, niente deve filtrare nell'universo "on line". Ci piacerebbe conoscere il punto di vista del direttore del Sole 24 ore, nel cui sito web spesso si trovano notizie, e alle volte anche molto dettagliate, di quanto si pattuisce nelle aziende del paese.

 Varese, 21 febbraio 2000 . Segreteria Fim Cisl Varese

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Comunicato stampa UNIVA

Nessuna censura, è solo tutela della privacy

L'Unione degli Industriali della provincia di Varese - stante il recente comunicato sindacale della Fim- si sarebbe resa responsabile di una grave restrizione al diritto di informazione avendo voluto inserire in un accordo aziendale una clausola "grottesca".

L'accusa - questa sì grottesca - impone almeno due considerazioni di commento.

Negli accordi sindacali sono normalmente contenuti dati e informazioni che riguardano la singola impresa ed i suoi lavoratori. I contenuti degli accordi, nella disponibilità anche delle organizzazioni sindacali stipulanti, devono considerarsi, di regola riservati. Tant'è vero che da sempre, le parti sindacali firmatarie degli accordi sono impegnate a mantenere il massimo riserbo sulle informazioni ivi contenute.

Per queste ragioni, il diritto all'informazione è stato fino a ora assicurato dando notizie di "sintesi", salvo che le stesse parti firmatarie dell'accordo avessero espressamente voluto darne maggiore o completa diffusione.

Diffondere a terzi, a mezzo stampa o indifferentemente on line con la rete Internet, l'intero documento con tutto ciò che di discreto e riservato contiene, va al di là del diritto di informazione e richiederebbe almeno il consenso esplicito di tutti i firmatari. Il sindacato ben lo potrebbe sapere. Per questa ragione, non solo il Sole 24 Ore ma anche l'Unità, si limitano a riferire il contenuto degli accordi sindacali aziendali, evitandone la pubblicazione integrale dei testi.

A queste regole le organizzazioni sindacali si erano sempre attenute. È il cambiamento di questa prassi, senza preavviso, che ha i mposto l'introduzione esplicita di un divieto a garanzia del diritto alla riservatezza.

Questo è appunto accaduto. Queste e non altre - come si indica nel comunicato - le ragioni di una scelta che continuiamo a ritenere doverosa e corretta. Peraltro, sovente gli accordi aziendali contengono dati riguardanti le singole imprese sottoscrittrici che anche in base alla legge sulla privacy, per essere comunicati e diffusi  avrebbero di norma, bisogno del consenso degli interessati.

In ogni modo questa vicenda dimostra che la maniera più corretta di affrontare la questione era quella da noi suggerita e cioè un incontro con le segreterie territoriali di Cgil-Cisl-Uil per analizzare concretamente tutti i problemi ed individuare linee di comportamento condivise che potessero salvaguardare legittime esigenze di riservatezza e diritto di informazione. Con questa richiesta non ci pare proprio di aver voluto fare "un caso politico".

Varese, 23 febbraio 2000 

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2° Comunicato stampa Fim-Cisl

La risposta di Univa al nostro precedente comunicato ci obbliga ad alcune precisazioni e commenti.

1. Circa la supposta riservatezza delle informazioni contenute negli accordi aziendali, ci permettiamo di osservare che ciò non corrisponde alla prassi corrente. Nessuna azienda siglerà mai un accordo sindacale con informazioni riservate, per motivi fin troppo ovvi per essere spiegati.

La riserva sulla pubblicazione del testo degli accordi non può pertanto avere questa motivazione.

Non è un caso del resto che alcune migliaia di accordi aziendali siano visionabili da tutti presso l'archivio del CNEL e che non si escluda una loro pubblicazione on line da parte di questa istituzione, come già è stato fatto per gli accordi nazionali di categoria.

2. Sul diritto di privacy ci sarebbe da discutere nel caso di accordi collettivi, che hanno si natura di atti privatistici, ma che, per l'impatto sociale che determinano, possono essere considerati anche atti di interesse pubblico. Questo in effetti non lo disconosce neppure Univa. D'altra parte, ci chiediamo, che differenza fa agli effetti della tutela della privacy, pubblicare il testo di un accordo o darne un'informazione sintetica dei contenuti più importanti, magari anche i più "sensibili"? I nomi dei sottoscrittori? Se questo fosse il problema sarebbe certo di facile soluzione.

3. Prendiamo atto dell'interpretazione della clausola contenuta nell'accordo della Lp e che cioè non preclude notizie di "sintesi" sull'accordo stesso, nonostante faccia esplicito divieto a riferirne i "contenuti". L'accordo sarà pertanto oggetto di un nostro comunicato stampa, come ormai da più parti ci viene richiesto.

Suggeriamo infine una maggiore attenzione di Univa ai propri interlocutori.

Richiamare l'Unità, insieme al Sole 24 ore, per dimostrare che una certa deontologia professionale non appartiene solo ai quotidiani di matrice imprenditoriale è senz'altro esemplificativo ma, visto che si ha a che fare con un'organizzazione sindacale, forse la citazione di Conquiste del Lavoro sarebbe stata più pertinente. O in quest'ultimo caso c'era il sospetto che qualche accordo fosse stato pubblicato nella sua integralità?

Varese, 24 febbraio 2000             Fim Cisl Varese

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Un "vaccino" contro "l'allergia informatica"

Parte il 2° corso di informatica per le RSU Fim

Nonostante l'assurdo divieto imposto da Univa alla diffusione per via informatica degli accordi sottoscritti con le Organizzazioni Sindacali, la Fim non lascia ¼ anzi ¼ raddoppia !

Nelle giornate del 31 marzo e del 14 aprile presso l'Aloisianum di Gallarate , si svolgerà infatti la seconda edizione del corso di informatica per le rsu della Fim-Cisl di Varese.

Lo scopo di tale corso è quello di abilitare i delegati all'utilizzo del sistema operativo Windows 98, del programma di videoscrittura "Word" , del browser "Microsoft Explorer" per la navigazione nella rete Internet, del programma intranet Cisl "First Class".

Tutto ciò al fine di diffondere anche all'interno della struttura dei delegati Fim-Cisl la modalità di lavoro a "rete", vale a dire la possibilità di scambiare informazioni in "tempo reale".

Al termine del corso verrà assegnato ad ogni delegato un accesso personalizzato a First Class ed un abbonamento gratuito ad internet così da poter passare immediatamente dalle parole ai fatti.

I delegati Fim che posseggono un Personal Computer o che hanno accesso al suo utilizzo in azienda, possono iscriversi comunicando il proprio nominativo a:

Stefano Bellaria, presso la Fim di Saronno  tel. 02/9625400 – fax. 02/9602668 – E-mail: Fimva_saronno@cisl.it   entro e non oltre il 15 marzo 2000 (i posti a disposizione sono 16).

Confidiamo in una partecipazione ¼ talmente numerosa da costringerci a programmare al più presto un terzo corso ¼ a cui invitare (perché no?) qualche funzionario di Univa ¼ .

 Stefano Bellaria

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COMETA

ARRIVA L'ESTRATTO CONTO

A partire dal giorno 8 marzo e fino alla fine dello stesso mese arriverà a casa dei soci di Cometa l'Estratto Conto relativo all'anno 1999.

E' importante controllare l'estratto perché :

- è il primo estratto e di conseguenza vanno verificati tutti i dati in esso inseriti

- è una verifica sui versamenti che l'azienda effettua

- è un riscontro di verifica che si ripete nel tempo e che misura le prestazioni del fondo in termini di investimenti, chiarezza, e sicurezza.

E' importante verificare la propria posizione e i versamenti operati dalle aziende.

Esistono infatti al fondo posizioni di soci non corrette (per fortuna non molte) che rischiano di danneggiare il socio lavoratore; in particolare queste situazioni sono dovute a:

- aziende che hanno commesso errori nella compilazione del Bonifico di versamento

- aziende che hanno sbagliato o non inviato la distinta del versamento

- aziende che non hanno versato il dovuto

Le suddette aziende sono già state sollecitate più volte da Cometa a sistemare le loro posizioni, purtroppo senza risultati.

Per questo motivo alcuni lavoratori di alcune aziende troveranno la loro posizione contributiva VUOTA.

E' quindi importante la verifica e la correzione del primo estratto. A questo scopo il Fondo Cometa fornirà, all'interno dello stesso estratto, un codice personale e una password per verificare costantemente la propria posizione e i versamenti operati trimestralmente dall'azienda e per comunicare al fondo eventuali irregolarità.

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Congedi parentali: è legge

Anche al padre i permessi per le cure dei figli

Il parlamento ha approvato in via definitiva la legge sui congedi parentali. Il provvedimento è stato approvato con l'astensione di Polo e Lega. I sì sono stati 210, un solo voto contrario e 139 gli astenuti.

La legge recepisce nella ligislazione italiana le disposizioni di una direttiva europea sostenuta dall'insieme del movimento sindacale in Europa. Ma veniamo ai suoi contenuti più importanti.

Astensione obbligatoria - La madre può optare per l'astensione obbligatoria 1 mese prima del parto e 4 mesi dopo (rispetto alla formula attuale di 2 mesi prima e 3 mesi dopo).

Alle imprese è concessa la facoltà di assumere un sostituto della lavoratrice in maternità un mese prima che questa inizi l'astensione obbligatoria, al fine di ridurre i problemi dovuti alla sostituzione per mansioni specialistiche e specifiche.

Astensione facoltativa

Nei primi 8 anni di vita del bambino i genitori potranno assentarsi dal lavoro, anche contemporaneamente, per un periodo massimo di 10 mesi, a patto che singolarmente non superino i 6 mesi di astensione.

I 6 mesi del papà sono elevabili a 7 qualora egli abbia effettuato almeno 3 mesi di astensione.

Il diritto di assentarsi dal lavoro, ed il relativo trattamento economico, viene riconosciuto anche nel caso che l'altro genitore non ne abbia il diritto in quanto lavoratore autonomo.

L'indennità prevista per l'astensione facoltativa (coperta da contribuzione figurativa) è uguale per entrambi i genitori: al 30% fino ai 3 anni del bambino; al 30% fino agli otto anni del bambino in caso di reddito basso (inferiore a 2.5 volte il trattamento minimo di pensione che oggi è di lire 720.900).

Malattia del bambino

Fermo restando quanto attualmente in vigore (permessi per malattia del bambino di età inferiore ai tre anni), i genitori potranno assentarsi dal lavoro, alternativamente, in caso di malattia del bambino fino agli otto anni, dietro presentazione di certificato medico, per un massimo di 5 giorni all'anno ciascuno. I permessi non sono retribuiti, ma vengono riconosciuti i contributi.

Genitori adottivi

I genitori adottivi sono parificati a quelli naturali. Chi ha scelto di adottare un bambino usufruirà delle nuove norme.

"Anno sabbatico"

I lavoratori con almeno 5 anni di anzianità presso la stessa azienda potranno richiedere un congedo per formazione non superiore a 11 mesi, continuativo o frazionato, nell'arco dell'intera vita lavorativa. Durante tale astensione non si ha diritto alla retribuzione e non si matura l'anzianità di servizio.

Varie

Il Ddl prevede inoltre altre misure a sostegno di minori o parenti con handicap, in caso di decesso di parenti o per casi di gravi motivi familiari.

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Riorganizzato l'ELBA

Rifinanziate le provvidenze a favore dei lavoratori

Il 24 gennaio, dopo sette mesi di trattativa, si è concluso il confronto tra le delegazioni delle Organizzazioni Artigiane e quelle di CGIL CISL UIL della Lombardia, che aveva per oggetto la riorganizzazione dell'Ente Bilaterale Lombardo dell'Artigianato. Dall'1/1/2000 l'ELBA, costituito nel 1993 con lo scopo di erogare prestazioni e servizi concordati tra le organizzazioni artigiane e le organizzazioni sindacali dei lavoratori alle imprese artigiane ed ai loro dipendenti, è regolamentato da un nuovo statuto e da nuovi accordi relativi ai fondi, alla diffusione territoriale degli sportelli ed alle provvidenze.

Nell'accordo sottoscritto vengono innanzitutto formalmente riconfermati l'importanza del sistema degli enti bilaterali e l'impegno a consolidarli e svilupparli ulteriormente.

Tuttavia l'entità del contributo versato all'Ente dalle imprese (80.000 L. all'anno per ogni dipendente in base ad accordi di 12 anni fa )non è stato incrementato a causa della fermissima opposizione ad un aumento di costi per le imprese da parte delle Organizzazioni Artigiane.

Per quanto riguarda le provvidenze gli accordi hanno validità biennale e prevedono erogazioni a favore dei lavoratori dipendenti dalle imprese artigiane iscritte all'ELBA e a favore delle imprese stesse.

Le provvidenze a favore dei lavoratori e le relative misure sono.

Contratti di solidarietà:in caso di riduzione dell'orario annuo di lavoro previo accordo sindacale il fondo eroga una integrazione della retribuzione che varia dal 20% al 50% della retribuzione persa a seconda della durata della riduzione.

Sospensione dell'attività lavorativa: in caso di sospensione dell'attività lavorativa il fondo eroga un sussidio del 50% della retribuzione contrattuale. Interventi per la disoccupazione: sussidio a favore dei lavoratori licenziati per giustificato motivo connesso a riduzione o cessazione di attività dell'azienda, è concesso nella misura di L. 200.000 alla settimana per un massimo di 15 settimane.

Anzianità professionale aziendale: contributo riconosciuto ai dipendenti con 15 anni di anzianità aziendale, è pari a 300.000 L. per ogni biennio.

Borse di studio: contributo concesso ai dipendenti al superamento di corsi di studio nella misura di L. 500.000 per i corsi triennali, L.1.000.000 per i diplomi di scuola secondaria, L.1.500.000 per i corsi o diplomi di laurea.

Formazione e aggiornamento professionale : per corsi di formazione ed aggiornamento inerenti l'attività svolta dall'azienda è concesso un contributo del 25% del costo di partecipazione al corso. Per i cittadini stranieri sono ammessi a contributo anche i corsi di apprendimento della lingua italiana . Per quanto riguarda le provvidenze a favore delle imprese l'ente provvede a erogare contributi:

- a fronte di spese sostenute a seguito di danni causati da eventi eccezionali derivanti da fattori esterni all'impresa;

- a fronte di costi sostenuti per la certificazione dei sistemi di qualità; - a fronte dei costi sostenuti per retribuire le ore di frequenza ai corsi di formazione esterna per apprendisti;

- a fronte di costi per la frequenza di corsi di formazione professionale o aggiornamento da parte degli imprenditori;

- alle imprese che incrementino gli organici assumendo a tempo indeterminato.

In base agli accordi sottoscritti le risorse economiche disponibili annualmente sono utilizzate per l'80% per la soddisfazione delle richieste di contributi a favore dei lavoratori e per il 20% per le richieste di contributi a favore delle imprese artigiane.

Le parti hanno inoltre previsto un modello nuovo di gestione dell'Ente a rete sul territorio attraverso la costituzione di 11 EBA , uno per ogni provincia, ai quali viene data la responsabilità di gestire le provvidenze mentre resta di competenza del livello regionale la gestione amministrativa. In via transitoria, dove non esistono gli EBA, saranno i Comitati Paritetici Territoriali o, in mancanza, gli sportelli convenzionati gestiti dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori o dagli artigiani, ad occuparsi delle pratiche.

Tra i tanti ed importanti contenuti di questo complesso e corposo accordo vi è infine quello che definisce l'istituzione dell'Osservatorio Regionale dell'Artigianato che ha lo scopo di monitorare l'andamento del comparto artigiano e coglierne le dinamiche.

Di particolare interesse è la possibile raccolta dei dati per settori merceologici anche al fine di individuare elementi di conoscenza utili per la contrattazione collettiva regionale di categoria.

Anna Trovo'

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Sul TFR devono decidere i lavoratori

E il disegno di legge del governo è bene che sia ritirato

Molti lavoratori esprimono in questi giorni la loro giusta preoccupazione per la confusione che regna intorno al tema del trattamento di fine rapporto (TFR).

Il disegno di legge del governo e il dibattito politico che ne è seguito non hanno fatto altro che alimentare ulteriore confusione e preoccupazione sulle sorti di questo importante istituto retributivo.

Cosa prevede la proposta del governo?

Il Governo intende favorire l'utilizzo del TFR ai fini della creazione dei fondi pensionistici integrativi. Sinteticamente i contenuti del decreto legislativo sono i seguenti.

Per la scelta si utilizza il cosiddetto meccanismo del silenzio-assenso. Chi non sceglie si vedrà automaticamente versato il TFR, che maturerà in futuro, a un fondo di previdenza .

Per gli altri (cioè per chi dichiara di non voler aderire ad alcun fondo) il TFR maturando verrebbe versato in un fondo (non previdenziale) gestito dal Ministero del Tesoro e restituito ai lavoratori all'atto del licenziamento.

Il trattamento di fine rapporto già maturato all'atto dell'approvazione della legge resterebbe in carico al datore di lavoro e seguirebbe le regole attuali.

Infine con un decreto il governo ha deciso di abbassare il prelievo fiscale sui fondi pensione dalla attuale aliquota del 12,5% all'11% e di aumentare la deducibilità dei contributi dal reddito (vedi articolo sul numero precedente di "Informazione Fim").

Cosa non va nella proposta del Governo?

Per la Fim e per la Cisl tutto ciò che attiene al salario dei lavoratori deve essere fonte di trattativa diretta tra le parti (imprenditori e organizzazioni sindacali) ed è perciò sbagliato affidare questa delicata materia alla sola legge.

Da tempo nei nostri contratti è prevista la possibilità per il lavoratore di destinare una parte del trattamento di fine rapporto (il 40% per chi a cominciato a lavorare prima del 29 aprile 1993 e l'intera somma da maturare per gli altri) da destinarsi al fondo di previdenza dei metalmeccanici. (COMETA, FONDAPI, ARTFOND).

Ci si chiede perché non proseguire su questa strada, considerata la crescente adesione dei lavoratori. La forzatura costituita dalla legge potrebbe avere una sola risposta: creare le condizioni per affrontare a breve una nuova "riforma" della previdenza pubblica. E' una posizione che sostiene la Cgil, quella su cui si è costruito la scorsa estate il famoso asse Cofferati-Veltroni. Non si capisce tra l'altro perché questa confederazione, tanto sensibile alla democrazia diretta, deleghi ogni iniziativa ai DS al governo e non apra una sana discussione tra i suoi iscritti e tra i lavoratori nelle fabbriche.

Per la Fim inoltre non è chiaro il meccanismo di scelta dei lavoratori. Non si capisce per quali ragioni chi non intende aderire ai fondi previdenziali si troverà il suo trattamento di fine rapporto trasferito al Ministero del Tesoro. E perché gli interessi in più che saranno maturati in questa forma dovrebbero andare in tasca al Tesoro anziché ai lavoratori.

Infine, a giudizio della Cisl, la detassazione stabilita dal Governo è troppo modesta. Va prevista invece una più forte riduzione delle tasse sui fondi previdenziali, per incentivare la scelta verso i fondi e poter quindi assicurare nel futuro una pensione dignitosa a tutti.

Per la Fim, in conclusione, occorre che il decreto sia ritirato e che venga aperta una trattativa tra le parti. Il risultato di questa trattativa va reso noto a tutti i lavoratori, poi si potrebbe chiedere la sua trasformazione in legge.

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Ditta Carrozzeria Chinetti

QUANDO IL PREMIO DI RISULTATO PAGA !!!

"L'avventura" iniziò nel 1997, quando dopo due anni di discussioni con i lavoratori e con l'azienda, si arrivò a siglare un primo accordo sul Premio di Risultato.

Non fu cosa facile, visto che si confrontavano due posizioni opposte, da una parte i lavoratori che chiedevano un premio fisso, dall'altra l'azienda che dava la disponibilità a definire un accordo solo se era completamente variabile, cioè a dire, che se un anno non andava bene, non ci sarebbe stato premio.

Le discussioni furono le solite di questi casi, volte cioè a individuare sistemi di garanzia per i lavoratori in modo da monitorare costantemente la situazione produttiva.

Alla fine si arrivò comunque ad un primo accordo, quello appunto del '97, seppur in forma sperimentale. Le cose andarono bene e mediamente il premio pagò circa un milione per lavoratore.

Il secondo anno fu un anno un po' più complicato, sia per il tipo di commesse, non particolarmente remunerative, sia perché il meccanismo delle verifiche risultava essere troppo complicato e poco trasparente. Anche se alla fine il premio fu simile a quello dell'anno precedente si decise di mettere mano all'accordo per portarvi le modifiche che consentissero appunto più trasparenza.

Si arrivò così a siglare un nuovo accordo basato unicamente sul rapporto tra fatturato e spese, mantenendo al momento della divisione, il ricalcolo sulla base dei parametri dei livelli professionali e della presenza individuale. L'accordo prevede, come quello precedente, verifiche trimestrali e in tali verifiche l'azienda oltre che portare dei preconsuntivi sui dati di bilancio, indica anche le commesse in programma, i tempi previsti di lavorazione e di consegna.

La verifica conclusiva fatta nei giorni scorsi, ma la cosa ormai era già quasi acquisita nell'ultima verifica fatta a novembre, ha confermato che il premio relativo all'anno 1999 sarà mediamente di tre milioni.

Mi pare si possa dire che sia proprio un bel premio!!!

L.A.

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RINNOVATO L'ACCORDO AZIENDALE ALLA L.P. DI VENEGONO

Venerdì 25 febbraio, si è conclusa la vertenza aziendale presso la LP, con l'approvazione, mediante referendum, dell'accordo sottoscritto. Hanno votato si il 69% dei lavoratori.

E' stata una trattativa complessa durata quasi cinque mesi che ha costretto le maestranze, la RSU e le Organizzazioni Sindacali a fare i conti con una realtà nuova.

La Lp infatti, per la prima volta nella sua storia, ha posto come vincolo per il rinnovo dell'accordo, la neccessità di renderlo compatibile con le sempre più agguerrite condizioni di mercato. A tale situazione si è poi aggiunta l'ormai nota questione posta dall'UNIVA alla firma dell'accordo, con l'inserimento della clausola sulla "riservatezza". Entrando del merito dell' accordo, seppur in modo sommario per tener fede agli "impegni", vediamo quali sono i contenuti.

L'accordo prevede anzittutto l'aumento del tiket restaurant, che passerà dalle attuali £. 5.000, a £. 6.000 dalla firma dell'accordo, a £. 7.000 dal 1 gennaio 2001 e a £. 8.000 dal gennaio 2003.

Un secondo argomento trattato è stato quello della regolamentazione del lavoro a turni, per definire un sistema di regole che garantiscano ai lavoratori la possibilità di poter rientrare nello stesso turno di lavoro dopo un periodo di malattia, infortunio o ferie, e comunque, una serie di norme da rispettare per l'azienda, nel caso si ponga l'esigenza di dover chiedere al lavoratore di cambiar turno.

Il terzo argomento affrontato dall'accordo è quello del Premio di Risultato.

Il premio viene calcolato sulla base di quattro indici: il margine operativo lordo, la pro-

duttività, la qualità interna e la qualità esterna. Il MOL è l'indice più rilevante e influisce per circa il 60% del totale.

Il PdR è definito in modo per certi versi innovativo. Una volta stabilito infatti l'obiettivo sui singoli indici e assegnato il valore 100, il premio può variare in positivo ed in negativo (aumentare o diminuire) a seconda del grado di raggiungimento. Gli obiettivi stabiliti portano ad un valore del premio per il 2000 pari a £. 1.780.000, per il 2001 a £. 1.932.000, per 2002 a £. 2.086.000 e per 2003 a £. 2.286.000.

Alla fine di ogni anno le parti verificano a quale risultato si è arrivati e, in base a ciò, si ricava l'ammontare del premio che, così definito, viene poi ricalcolato sul singolo lavoratore, in base ad altri due indici: la professionalità e la presenza individuale.

L'indice di professionalità è calcolato in modo classico dividendo i dipendenti in cinque fasce ( 3^ cat., 4^ cat., 5^ cat., 5^ cat. Super, 6^ e 7^ categoria) con un ricalcolo che va da 0,80 a 1,20.

L'indice di presenza individuale è dato dal rapporto percentuale tra le ore di effettivo lavoro e le ore di assenza per malattia e infortunio extralavorativo, escludendo comunque i ricoveri ospedalieri, le malattie gravi o comunque superiori ai 40 giorni e le cure per terapie. Anche in questo caso è presente un aspetto di novità rispetto alla contrattazione classica, poiché il ricalcolo viene fatto fissando l'indice di riferimento a 100 in presenza di assenze comprese tra il 4-5% (cioè, le assenze per malattia fino al 4-5% dei giorni lavorativi, non decurtano il premio), per poi fare il ricalcolo individuale con il premio che può aumentare fino al 20% per chi non ha mai fatto malattia, o diminuire fino al 70% per chi ne ha fatto più del 10%.

Infine il PdR così definito sarà applicato anche all'anno 1999, che a causa del rinnovo del CCNL, era rimasto scoperto.

 A.L.

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Zona Laghi

La Fim impegnata nei rinnovi del PDR

Siamo all'inizio del 2000 e in zona Laghi la Fim è super impegnata nella contrattazione all'interno di molte aziende del territorio.

Se posso fare qualche considerazione, posso dire che all'interno delle delegazioni sindacali sono cadute alcune barriere ideologiche che nei primi anni avevano caratterizzato la discussione delle piattaforme sui premi di risultato. Oggi è infatti normale prendere in considerazione elementi di bilancio aziendale, per determinare i parametri di riferimento, senza parlare poi della totale accettazione del salario variabile.

Ma ancora altre barriere dovranno cadere. I tempi sono maturi per differenziare il servizio tra gli iscritti e i non iscritti, con l'istituzione della quota di servizio per i non iscritti nella contrattazione aziendale.

La Fim della zona Laghi è in questo momento impegnata nei seguenti rinnovi:

Magitex

Siamo in fase avanzata nella preparazione della piattaforma, dove spicca una vistosa richiesta di riduzione di orario.

M.M.M.

Siamo nella fase di studio dei parametri da adottare.

Sacma

Si comincia ad intravvedere una soluzione finale sulla traccia del vecchio accordo.

C&G

E' appena iniziata la discussione con i lavoratori.

C.B. Ferrari

La discussione è stata portata avanti con grande partecipazione dei lavoratori. Si è cercato di migliorare i parametri legati al bilancio del contratto scaduto, siamo alle ultime definizioni.

Atea

E' iniziata ufficialmente con un'assemblea la discussione di come impostare la piattaforma. La discussione si intreccia con la richiesta del servizio mensa.

V2

In questa azienda non c'è il premio di risultato, si sta discutendo con i lavoratori con quali modalità presentare la richiesta.

Monteferro

L'azienda ha presentato un documento, ma la discussione è rallentata dal fatto che le relazioni sindacali ad oggi, soprattutto dopo l'ultimo incontro, non sono delle migliori. Nelle scorse settimane si sono concluse le trattative alla Usag, alla Inda e alla Ghiringhelli.

G.Marasco

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Odg. del Comitato Esecutivo Nazionale FIM-CISL
Ai due referendum a-sociali votiamo NO

L'Esecutivo nazionale della FIM, riunito a Pordenone il 11.02.2000, giudica sbagliato e semplificatorio, per motivi quantitativi e qualitativi, l'uso dello strumento referendario così come è stato proposto negli ultimi anni.

L'alto numero dei quesiti proposti contemporaneamente non favorisce un'adeguata conoscenza da parte dei cittadini riguardo alle conseguenze del voto loro richiesto.

Spesso, i quesiti sono inoltre proposti con una conoscenza assai lacunosa della materia da parte dei proponenti. Infatti, in molti casi, l'abrogazione della legge in oggetto avrebbe effetti contrari alle motivazioni che la sostengono.

Infine, materie delicate e complesse come le riforme istituzionali sarebbero da affrontare con strumenti meno semplificatori, all'interno di un disegno organico.

La FIM ritiene comunque di propria diretta competenza soltanto i due referendum con implicazioni sociali e sindacali e ritiene perciò necessario un impegno di tutta l'organizzazione per il NO su questi due quesiti.

L'abolizione del reintegro del lavoratore ingiustamente licenziato nel posto di lavoro lederebbe una garanzia fondamentale sulla quale poggia la possibilità dei lavoratori di far valere i propri diritti. L'abolizione della possibilità per l'Inps di trattenere la quota sindacale, con delega liberamente sottoscritta dai lavoratori in cassa integrazione e in mobilità, rappresenta un tentativo di isolarli dall'associazione sindacale in un momento di particolare debolezza e di colpire la rappresentatività del sindacato, prima ancora che le sue disponibilità economiche. Per questo l'Esecutivo nazionale sollecita tutte le

strutture della FIM a partecipare ai comitati unitari per il NO ai referendum sociali e a realizzare una capillare campagna di assemblee in tutte le aziende per discutere e sensibilizzare i lavoratori, lasciando sugli altri quesiti referendari, non direttamente rivolti al mondo del lavoro, libertà di scelta e di pronunciamento.

Pordenone, 11 febbraio 2000

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Cassa Integrazione e Mobilità

Aggiornamento delle indennità

I lavoratori in cassa integrazione o in mobilità possono contare nel 2000 su qualche migliaio di lire in più al mese rispetto all'indennità dello scorso anno.

Secondo la normativa vigente, l'ammontare dell'indennità viene calcolato in misura pari all'80 per cento della retribuzione. Ma non può comunque superare un certo "tetto", che viene aggiornato ogni anno sulla base dell'indice ISTAT che misura l'inflazione.

L'assegno corrisposto dall'INPS, o anticipato direttamente dall'azienda (a seconda dei casi), che nel 1999 era pari a un massimo di 1.423.713 lire, dal primo gennaio di quest'anno è salito a 1.441.709 lire.

Coloro che all'atto della collocazione in Cig percepivano uno stipendio lordo superiore a 3.119.030, (calcolato dividendo la retribuzione annua per 12 mensilità) hanno invece diritto ad un assegno più elevato: 1.732.795 lire.

Si tratta in entrambi i casi di indennità lorde, sulle quali la contribuzione previdenziale pesa nella misura del 5,54 per cento (la stessa aliquota che pagano gli apprendisti). Le somme che arriveranno ai lavoratori in cassa integrazione o in mobilità, depurate dai contributi, sono quindi di 1.361.838 per chi aveva uno stipendio inferiore a 3.119.030 lire e di 1.636.798 per chi guadagnava di più. A questi importi andrà applicato il prelievo Irpef, che varia in funzione del reddito complessivo del lavoratore interessato. I lavoratori in mobilità da più di un anno percepiranno l'80% dell'indennità di Cig e cioè, al netto previdenziale , 1.089.470 lire o 1.309.438 lire a seconda dei due casi visti sopra.

G.B.

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