Fim Cisl provinciale di Varese

Con la conferma dell’attuale assetto provinciale si conclude il 6^ congresso territoriale della Fim

Con le conclusioni di Sergio Moia, segretario generale uscente, e con la votazione della mozione conclusiva e del nuovo comitato direttivo provinciale si sono conclusi alle 17.30 di venerdì 6 aprile i lavori del 6^ congresso territoriale della Fim di Varese.

Il dibattito, nei due giorni dei lavori congressuali, ha seguito la traccia della relazione introduttiva. Al centro della discussione sono state poste le questioni dell’internazionalizzazione dell’azione sindacale, i nuovi problemi della rappresentanza, gli obiettivi contrattuali dei prossimi due anni e gli assetti dell’organizzazione sindacale in provincia.

Sull’internazionalizzazione la relazione ha richiamato soprattutto la prospettiva utopica contenuta nei temi congressuali della Cisl, secondo cui, per la prima volta nella storia dell’umanità, le risorse economiche, scientifiche e tecniche possono essere sufficienti a sconfiggere fame, malattie ed analfabetismo nel mondo e per affrontare i diritti fondamentali, civili e politici, in ogni paese. E’ il lato più interessante della mondializzazione o globalizzazione, a cui devono però concorrere parecchie condizioni perché possa essere realizzato; tra queste il ruolo internazionale che può giocare il sindacato e che diventerà un fattore sempre più strategico nei prossimi anni.

Sulla rappresentanza, relazione e dibattito si sono soffermati sulle questioni del lavoro temporaneo, della piccola fabbrica e delle alte professionalità. In merito al lavoro temporaneo, ed in particolare ai contratti a termine, si è ricordata l’ambivalenza di questo istituto da un punto di vista sindacale. Aver introdotto queste forme di flessibilità negli anni ’90 è stato infatti senz’altro utile da un punto di vista occupazionale e per affrontare problemi di competitività del sistema produttivo altrimenti impraticabili, ma l’esperienza degli ultimi anni ha anche evidenziato larghi abusi che le aziende fanno di questi contratti, creando notevoli problemi sociali, professionali e familiari ai lavoratori coinvolti. E’ stato fatto il caso ad esempio della Bticino, che negli ultimi cinque anni ha utilizzato prevalentemente lavoro a termine nel turn over operaio di basso livello professionale, con una profonda distorsione delle norme contrattuali e legislative. Il congresso della Fim di Varese ha chiesto di rafforzare la norma legislativa contro gli abusi nell’utilizzo dei contratti a termine ed ha chiesto inoltre una modifica degli accordi con Federmeccanica perché i lavoratori interessati da questo tipologia contrattuale non subiscano limitazioni nella partecipazione attiva alle forme di democrazia sindacale in fabbrica.

Piccola fabbrica ed alte professionalità rappresentano altri due aspetti della rappresentanza sindacale che saranno al centro della contrattazione nei prossimi due anni. Sulla prima questione la relazione ha fornito dei dati interessanti che riguardano la nostra provincia. A Varese il settore metalmeccanico industriale conta 5.300 imprese e 63.511 lavoratori; le imprese coinvolte nella contrattazione di secondo livello sono circa 70 con non più di 22.000 lavoratori. In questo scarto si pone da un punto di vista sindacale il problema della piccola fabbrica. E’ sostanzialmente un problema di mancato coinvolgimento del 76% dei lavoratori della provincia nel meccanismo della contrattazione aziendale, quello che dovrebbe consentire agli stessi di partecipare ai risultati economici ottenuti dalle aziende. Secondo la Fim di Varese il problema può essere affrontato solo con un’ampia riforma della contrattazione, che insieme deve dare più peso a quella decentrata e deve renderla esigibile per tutti i lavoratori, anche introducendo la contrattazione territoriale accanto a quella aziendale. Sulla questione delle alte professionalità la Fim provinciale ha dichiarato di appoggiare l’iniziativa della Federazione nazionale di costituire per questi lavoratori, in gran parte tecnici e quadri, un’associazione specifica che si occupi delle loro peculiarità professionali. La Fim di Varese ritiene però anche utile che nei prossimi due anni tutto il sindacato metalmeccanico affronti l’impegno di una profonda revisione dell’inquadramento professionale, ormai completamente superato dai fatti nella versione del contratto attuale. E’ questo uno degli impegni sottoscritti da Fim, Fiom e Uilm in occasione della presentazione dell’ultima piattaforma rivendicativa per il rinnovo del contratto nazionale, su cui va mantenuta una forte pressione, per evitare che gli impegni formali non siano seguiti da un serio dibattito in tutta la categoria, che prepari una piattaforma specifica ed adeguata su questa rivendicazione per il rinnovo normativo del contratto alla fine del 2002. La Fim di Varese potrà portare nel merito un serio contributo con le esperienze innovative realizzate all’Aermacchi ed alla Delta Elettronica e con quella in fase di realizzazione presso il Gruppo Agusta.

Stando alle conclusioni del congresso provinciale di Varese, estensione della contrattazione di secondo livello, con l’introduzione dei quella territoriale, e riforma del sistema di classificazione professionale, dovranno quindi essere gli impegni contrattuali da approfondire in categoria nei prossimi due anni e da mettere poi al centro del confronto con le controparti nel prossimo rinnovo normativo del contratto.

L’ultimo punto al quale si è rivolta l’attenzione dei delegati presenti al congresso è stato quello dell’organizzazione, valorizzato anche dalla presenza ai lavori del segretario organizzativo nazionale Tony Zorzi. La relazione ha dimostrato, dati alla mano, che la scommessa fatta tre anni fa, quando le Fim dei territori di Varese Laghi e del Ticino Olona decisero di unificarsi in un'unica organizzazione provinciale è stata pienamente vinta. Nella dimensione provinciale la Fim infatti si è rafforzata sia nell’organizzazione, che nel numero di iscritti, che nell’iniziativa contrattuale. Per questi motivi la Fim di Varese si pone contro ogni esitazione ad estendere la stessa soluzione alle Cisl di Varese e Ticino Olona ancora divise nell’ambito della provincia. Le stesse decisioni confederali in merito alla necessità di estendere sempre più in periferia la concertazione tra le parti sociali e con le istituzioni rendono ancora più pressanti i tempi per una soluzione definitiva dell’assetto territoriale anche per tutta la Cisl.

Il congresso si è infine concluso con il commiato di Sergio Moia, giunto al termine dei suoi mandati come segretario della Fim. Dopo 20 anni di permanenza in categoria, Moia ha accettato la proposta di passaggio alla confederazione con l’incarico di segretario della Cisl di Varese. La proposta sarà ufficialmente presentata dalla segreteria della Cisl in occasione del congresso confederale che si terrà a Varese il 19 e 20 aprile prossimi.

Moia viene sostituito alla guida della Fim da Antonio Vassallo, ormai da anni segretario organizzativo della Fim provinciale.

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