Questo volumetto
della Cisl, edito nel 1959, era presentato come un "sussidio utile per tutti
coloro che operano nel sindacato, specialmente nell'ambiente di lavoro". Per questo motivo, oltre a riprendere le proposte
della Cisl sulle strutture sindacali aziendali via via presentate nei documenti ufficiali,
dalla prima delibera del Consiglio Generale del 1954 agli atti del Congresso del 1959,
presenta indicazioni operative sulle modalità di costituzione delle Sezioni sindacali
aziendali (SAS), proposte di regolamento per il loro corretto funzionamento, proposte
molto dettagliate per la loro operatività nel tesseramento o per la costruzione di
relazioni da presentare in convegni o assemblee aziendali.
La proposta di costituzione delle SAS è la conseguenza sul
piano organizzativo dellindirizzo contrattuale per la contrattazione articolata in
azienda. La discussione della produttività in fabbrica non poteva prescindere infatti da
unorganizzazione sindacale interna allazienda che facesse da supporto e da
legame con i lavoratori per il sindacato provinciale, il quale manteneva comunque la
prerogativa della contrattazione al fine di evitare il pericolo dellaziendalismo.
Gli organi di rappresentanza eletti dai lavoratori negli
anni 50, le Commissioni Interne, non erano infatti titolate alla contrattazione, ma
solo al controllo dellapplicazione degli accordi in essere. Essendo inoltre un
organismo unitario, in una situazione in cui le linee della Cisl e della Cgil erano
completamente divergenti, non potevano essere uno strumento efficace per tradurre negli
ambienti di lavoro i nuovi indirizzi di politica contrattuale della Cisl.
Ma le motivazioni che portarono allistituzione delle
SAS, non furono solo contrattuali, ma più ampie, legate alla stessa visione del ruolo del
sindacato.
La visione associativa della Cisl, contraria al sindacato
come "movimento politico" propugnato invece dalla Cgil, vedeva infatti nel luogo
di lavoro, là dove lassociazione nasce, la base su cui costruire tutto
ledificio del sindacato, una base a cui era importante riconoscere una forma di
organizzazione specifica, la SAS appunto.
Così infatti citava la prima delibera del 1954: "Il
sindacato deve, di fronte ai tentativi di creare una posizione di conflitto tra
Commissioni Interne e sindacato e di fronte al pericolo di distacco tra organismi
sindacali e base organizzata, dar vita al livello aziendale, a Sezioni Sindacali, aderenti
alla Cisl, nucleo elementare del sistema organizzativo."
Ciò consentiva inoltre, insieme alla contrattazione
aziendale, "di portare anche alla base dei lavoratori il potere di decidere, il
potere di dare dimensione appropriata alle rivendicazioni, il potere di muoversi
nellordine dei problemi specifici in un grado di massima autonomia
" Tutte
cose che dovevano contrastare il "progressivo allontanamento del lavoratore
dallattivismo contrattuale e quindi anche dal sindacato" causato
dalleccessiva centralizzazione contrattuale dei primi anni 50 che aveva fatto "perdere
alla base lefficienza del sindacato, facendo maturare nei lavoratori il
convincimento che il beneficio dellazione sindacale dovesse attendersi
indipendentemente dallapporto di ciascuno di essi alla soluzione dei problemi in cui
si trovasse impegnato anche sul posto di lavoro".
In particolare, come indicava un ulteriore documento del
1958, secondo la Cisl "è la SAS che assume e sola può dare la garanzia formale e
sostanziale della solidarietà dei lavoratori dellazienda nel corso dellazione
sindacale ed in particolare per la riuscita dello sciopero, sia esso aziendale,
provinciale o nazionale", evitando in queste occasioni lindifferenza dei
lavoratori o la tacita connivenza con le direzioni aziendali. Solo "lazione
aziendale di sciopero rompe infatti con lambiente paternalistico, là dove esiste, o
con il clima di oppressione o con il clima di falsa cooperazione"
In sostanza, la linea del decentramento contrattuale ed
organizzativo della Cisl contribuiva a "distogliere i lavoratori dal fatalismo
dellaspettativa di miracolistiche soluzioni del vertice e lo richiamano alla
concretezza dellazione autonoma, capace di introdurlo gradualmente nelle leve di
direzione del processo produttivo della propria azienda, con il presentare i propri
interessi in termini di interessi generali, con larricchire la contrattazione di
accordi aventi un raggio di azione sempre più ristretto. Il che equivale a dire, in
ultima analisi, che il problema sociale dei lavoratori deve trovare soluzione -oltre che
ad altri livelli- a quello dellazienda."
E interessante infine richiamare alcuni articoli
della proposta di regolamento delle SAS, formulata dalla Segreteria Confederale nel 1959,
quando la realtà delle Sezioni Sindacali copriva, secondo i dati della Cisl il 38,2%
delle aziende con oltre 500 dipendenti e il 13,1% di quelle comprese tra i 100 ed i 500. |