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La linea contrattuale di "Ladispoli"
 
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La copertina della pubblicazione con cui la Cisl presentò ufficialmente la linea in materia di politica economica e contrattuale votata nel Consiglio Generale di Ladispoli.

Questo volume, oltre a contenere la relazione ed il documento conclusivo del Consiglio Generale, pubblicò sull’argomento un importante intervento di Pastore alla 35ma conferenza dell’OIL (Organizzazione internazionale del lavoro) e la documentazione delle iniziative già assunte in merito dalla Cisl a partire dal 1951. Tra queste ultime vanno segnalate le richieste alla Confindustria di aprire un confronto in materia di cooperazione aziendale e retribuzioni a rendimento, entrambe cadute nel vuoto, e l’azione della Cisl per ottenere dal Governo l’istituzione di un Comitato per la Produttività che effettivamente fu insediato presso il Ministero dell’Industria, con la partecipazione delle forze economiche e sociali, alla fine del 1951.

Dentro il quadro di un’analisi della congiuntura internazionale e interna a partire dal 1950, che rivela l’incapacità del sistema produttivo italiano di sfruttare gli effetti della forte espansione economica mondiale di quegli anni, a causa della sua arretratezza e delle sue rigidità, la Cisl formula essenzialmente tre proposte:

1. aumentare il ruolo di orientamento della politica economica sugli investimenti di capitale, per concentrare le risorse scarse del capitalismo italiano nei settori che, più di altri, potessero fare la traino allo sviluppo economico, in primo luogo la modernizzazione dell’agricoltura e il decollo dell’industria;

  1. legare le politiche salariali alla crescita del sistema produttivo, per contenere le spinte inflazionistiche e non minare i processi di accumulazione necessari allo sviluppo, introducendo allo scopo sedi di confronto e di cooperazione tra aziende e sindacato e individuando nell’incremento della produttività la leva più efficace per il conseguimento di quell’obiettivo;
  2. integrare la contrattazione nazionale di categoria con quella a livello di azienda, come condizione della partecipazione del sindacato allo sviluppo della produttività ed alla distribuzione conseguente dei risultati economici ai lavoratori.

Su tutti questi punti, particolarmente chiara si rivela la mozione conclusiva del Consiglio Generale:

"…I sindacati aderenti alla Cisl (…) ritengono di assolvere ai loro doveri ed alla loro responsabilità constatando ed indicando quanto segue:

  1. per giungere ad un reale miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, senza distinzione di sorta fra lavoratori dell’industria, dell’agricoltura, del commercio e dei servizi, l’azione sindacale in senso stretto, ossia la politica contrattuale, deve sempre più adeguarsi allo stretto rapporto che la lega a quella diretta ad esaltare al massimo l’efficienza del sistema economico nazionale e quella delle sue unità produttive;
  2. l’adeguamento richiesto, ferma restando la piena validità della contrattazione collettiva intercategoriale e categoriale a livello nazionale, come strumento idoneo a perseguire la remunerazione monetaria e l’incremento di efficienza produttiva a livello intercategoriale e categoriale, richiede l’introduzione e lo sviluppo di una prassi di accordi integrativi di azienda, per ciò che si riferisce all’inserimento della remunerazione dell’elemento che esprime l’indispensabilità dell’apporto dei lavoratori agli sforzi diretti ad accrescere la produttività delle aziende;
  3. tale adeguamento comporta di natura sua una complessa opera di continuo perfezionamento, sia dal punto di vista organizzativo che formativo, delle strutture sindacali e degli uomini che in esso agiscono, opera che gioverà anche a porre in risalto il deciso impegno col quale il movimento sindacale democratico vuol
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Un'altra pubblicazione divulgativa delle nuove idee della Cisl in materia di politica salariale

contribuire a migliorare le sorti della comunità nazionale, impegno che gli altri gruppi costituenti la comunità stessa debbono riconoscere ed accogliere.

Sempre in adesione alle premesse programmatiche poste a base della loro attività, i sindacati aderenti alla Cisl ritengono, con le indicazioni sopra formulate, di porsi veramente al servizio degli interessi dei lavoratori, che non possono prosperare se non in una economia interna ed internazionale prospera, orientandosi ad agire in modo da:

  1. favorire quello sviluppo agricolo ed in particolare industriale, senza il quale i lavoratori dei campi e delle officine non potranno neppure nel futuro allontanare il flagello della disoccupazione, della sottoccupazione, del salario insufficiente;
  2. favorire quella espansione del reddito nazionale senza la quale i carichi sempre maggiori che graveranno sul nostro sistema di sicurezza sociale diverranno per il Paese praticamente insostenibili, con particolare riflesso negativo su larghi gruppi di lavoratori;
  3. favorire quella partecipazione dei lavoratori alla direzione della vita economica nazionale e delle unità produttive, senza la quale il progresso tecnico ed economico non si può perseguire e sostenere."

Ladispoli, 26 febbraio 1953

 

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