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Centro Studi

 

Il Centro studi e scuola di formazione dei quadri di Firenze fu fondato nel 1951 e presieduto per un lungo periodo da Mario Romani, ad indicarne la centralità nella politica organizzativa della Cisl, orientata a non importare i propri dirigenti da altre organizzazioni, ma a formarli al proprio interno. Nei primi dieci anni di attività vi si svolsero oltre 100 corsi con più di 3.000 quadri coinvolti.

Il ruolo centrale ed organico della formazione dentro la concezione sindacale della Cisl emerge chiarissimo già in una dichiarazione rilasciata da Giulio Pastore nel 1955, in occasione della pubblicazione di un volume sulle esperienze sindacali in Italia.

"… il movimento sindacale cui abbiamo dato vita, si presenta appunto col carattere della novità, rispetto alle esperienze passate, soprattutto per il seguente motivo: per noi il problema della classe lavoratrice italiana non si pone prima di tutto come problema politico, di modificazione dello Stato, ma come problema di acquisto di consapevolezza della propria posizione e della propria funzione da parte della classe stessa nell’ambito dell’attuale situazione storica del nostro Paese.

Da tale premessa, scaturisce una serie di conseguenze pratiche di notevole importanza: nuova impostazione del

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"Il centro studi della Cisl" sulle colline di Fiesole a Firenze

rapporto partito-sindacato, sul piano del rispetto reciproco, dell’autonomia di ciascuno, e del riconoscimento della originarietà e primarietà dell’interesse sindacale;  nuovo atteggiamento delle classi lavoratrici rispetto allo Stato e al diritto dello Stato.

Di esso si mette alla prova ogni giorno la volontà democratica incitandolo con gli sviluppi dell’azione sindacale ad impegnarsi sul piano suo proprio. Non ci si pone più davanti ad esso per impadronirsene o per chiederne gli interventi difensivo-assistenziali, ma gli si chiede di assolvere alla funzione primaria e generale di attivazione del processo economico-sociale … ad esempio … operando … ad espandere sempre più le dimensioni del mercato nazionale (per aumentare l’occupazione nelle zone meno sviluppate). …Nuovo modo di proporre la soluzione dei problemi della classe lavoratrice italiana nella riaffermazione dell’intima connessione tra progresso economico e progresso sociale, per cui per la prima volta i lavoratori sono stati indotti a pensare e ad adottare una politica sindacale, intesa non solo ad ostacolare, ma anzi a sollecitare lo sviluppo economico, una politica fondata sullo sforzo di legare i miglioramenti della retribuzione agli incrementi di produttività di impresa, di settore e di sistema, mediante appropriate strutture contrattuali.

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Attivisti sindacali della F.Tosi ad un corso sindacale organizzato dalla Fim-Cisl a Villa Cagnola di Gazzada (VA)

Indubbiamente ciò comporta tutta una serie diimpegni per i lavoratori e quindi per il movimento sindacale. E’ necessario infatti che i lavoratori sappiano formulare ed esprimere giudizi economici e di politica economica, e pertanto abbiano l’indispensabile patrimonio di idee sull’organizzazione economica e giuridica della società, l’interpretazione della realtà storica, il metodo dell’azione politica, ecc.

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Nella Cisl sin dall'inizio fu alta la sensibilità per le pari opportunità. Nella foto attiviste sindacali della M. Marelli ad un corso sindacale Fim-Cisl
(le foto in bianco e nero sono tratte da "il coraggio di volare" cit.)

Da: AA.VV., "I sindacati in Italia", Bari, Laterza, 1955

E’ necessario che comincino a pensare in termini di classe dirigente. Le preoccupazioni relative alla formazione diventano sempre più preminenti, nella misura in cui si va facendo chiaro nella nostra coscienza che, per il fatto di esser noi depositari di certi interessi,siamo naturalmente destinati ad assumere la responsabilità della spinta al rinnovamento sul piano delle idee, oltrechè su quello delle cose".


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