Nel 1915 per la sua attività di
propagandista sindacale viene licenziato dal Cotonificio Cantoni. Dopo alcuni mesi di
attività precarie viene chiamato ad amministrare la Cassa Popolare Depositi e Prestiti di
Busto Arsizio, controllata dal movimento socialista. Negli anni precedenti
Morelli aveva migliorato la sua istruzione e approfondito la sua cultura in modo
autodidatta e ciò lo aiuta, insieme allesonero dal servizio militare, ad essere
assunto presso la ragioneria del comune di Busto Arsizio e contemporaneamente ad essere
nominato vice segretario della Camera del Lavoro. Le difficoltà economiche personali in
cui viene a trovarsi nella situazione di incertezza seguita al primo conflitto mondiale,
lo spingono a rassegnare le dimissioni dalla Camera del Lavoro ed a emigrare
ventiquattrenne in Argentina.
Sarà però un allontanamento di soli 10 mesi, durante i quali non rinuncerà tra
laltro al suo impegno politico, militando nelle fila del Partito Socialista
Internazionalista.
Nonostante la sua assenza infatti viene eletto sindaco di Castellanza nelle elezioni
amministrative dellautunno del 1920, un motivo importante per tornare in patria nel
mese di novembre di quellanno. Questa esperienza, insieme al velleitarismo della
corrente massimalista del Partito Socialista, lo portano ad un ripensamento della sua
posizione nel partito, spingendolo ad aderire alla corrente riformista. Agli inizi del
1921 gli torna impellente il problema del lavoro, fino a che la segreteria generale della
CGL lo destina a presiedere la Camera del Lavoro di Ferrara. Sono gli anni in cui si sta
progressivamente affermando il movimento fascista, che è particolarmente virulento nelle
zone della bassa padana. Morelli è vittima di più di unaggressione fascista, ma
non demorde dalla sua militanza politico-sindacale. La violenza delle vicende politiche di
quel periodo servono anzi ad accentuare di converso lumanitarismo e la linea
non-violenta delle sue posizioni, che già lavevano portato ad abbracciare la linea
riformista allinterno del Partito Socialista.
Dopo che i fascisti occupano la Camera del Lavoro di Ferrara, Morelli si ritrova per
lennesima volta senza unoccupazione. Sempre con incarichi sindacali sarà
prima a Firenze, poi a Venezia, poi a Napoli finché lavanzata del regime fascista
rende del tutto impossibile lattività sindacale. Nel 1925 viene arrestato in
provincia di Bologna ed inviato con foglio di via a Legnano, dove nel frattempo si è
trasferita la sua famiglia. Morelli cerca di reagire in qualche modo alla situazione, ma
lautoscioglimento della CGL allinizio del 1927, una scelta che lo vede
decisamente contrario, lo porta ad abbandonare temporaneamente la vita politico-sindacale,
adattandosi a lavorare come impiegato nella Società Elettrica Alto Milanese. In questo
stesso periodo, levoluzione del suo pensiero lo porta sempre più vicino ai valori
evangelici, fino a che in quegli anni si compie la sua conversione al cristianesimo.
Riprende la sua militanza nel 1935, dopo otto anni di vita privata, e questa volta nelle
fila dellAzione Cattolica. Da lì, attraverso la Resistenza, torna al suo primitivo
impegno sindacale partecipando come membro del Comitato Sindacale Democratico Cristiano
per lAlta Italia ed organizzando da quella posizione la mobilitazione nelle
fabbriche e gli scioperi che aiutarono la liberazione dal fascismo nel periodo compreso
tra il 1943 ed il 1945.
Nel dopoguerra limpegno di Morelli prosegue dentro la Corrente Cristiana della
CGIL unitaria ed insieme come organizzatore dei circoli delle Acli e, a partire dal 1948,
anche come parlamentare della DC.
Nel sindacato ricopre la carica di segretario della Camera del Lavoro di Milano per la
Corrente Cristiana, posizione che manterrà fino alla scissione del 1948. In questo
periodo affina ulteriormente le sue capacità tecniche, in una serie di trattative ed
accordi sindacali con cui si tenta di ricostruire un impianto di tutele contrattuali dopo
la gestione corporativa del periodo fascista. Questa esperienza risulterà preziosa poi
nella LCGIL e nella CISL, dove il contributo di Morelli sul piano contrattuale fu
importante. Dopo la scissione Morelli si trova al vertice della LCGIL con Pastore e
Cuzzaniti e con loro condivide la prospettiva di fondare un nuovo sindacato unitario e
democratico, fondato sullautonomia dalle correnti politiche e a-confessionale, come
volle essere successivamente la CISL.
Nella CISL ricopre la carica di Segretario Nazionale Aggiunto.
Da questa autorevole posizione contribuisce ad affermare nel paese il nuovo modello di
un sindacalismo libero, aconfessionale, autonomo, democratico e forte "perché
esprima -sono sue parole- la sostanziale unità della classe lavoratrice". Inoltre
Morelli è un convinto assertore del sindacalismo fondato
sullassociazionismo ed in particolare costruito su Federazioni di categoria autonome
nella loro azione e basate sullautogoverno, come nella tradizione tradeunionistica
americana.
Il ruolo che occupa lo porta a parecchie trasferte allestero. E presente
alla fine del 1949 allassemblea londinese di costituzione dellInternazionale
dei Liberi Sindacati (Icftu), tiene contatti assidui con lAmerican Federation of
Labour (Afl) negli Stati Uniti, partecipa a numerosi incontri con i sindacati
dellEuropa centro-settentrionale. Da tutte queste esperienze trae gli stimoli e gli
spunti per un continuo perfezionamento del modello sindacale che la Cisl sta costruendo
nel nostro paese.
La sua attività di segretario sindacale si intreccia con quella di parlamentare.
Morelli coordina il lavoro della "pattuglia" dei 14 sindacalisti eletti nelle
liste della Dc e dei partiti centristi dalla Cisl. Allinizio degli anni 50 la
condizione dei lavoratori in Italia è miserevole. Da uninchiesta promossa dal
parlamentare socialdemocratico Ezio Vigorelli, risulta che 1.357.000 famiglie sono prive
di unentrata economica regolare, che è diffuso il fenomeno della scarsa
alimentazione e ancor più linsufficienza di locali per abitazione, che il salario
medio è circa la metà di quello necessario per
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Giovanni Cattaneo,
"Luigi Morelli, luomo, il politico, il sindacalista", Edizioni Lavoro,
1978 Il libro da cui è stata tratta questa nota biografica) |
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fronteggiare il costo della vita. Ciò spinge ad
unattività anche parlamentare di promozione del lavoro e delle condizioni di vita
dei lavoratori oltre che a quella fondamentale di tutela esercitata nel sindacato. I
diversi ruoli istituzionali giocati non lo tengono comunque lontano dai problemi concreti
dei lavoratori e dalle situazioni specifiche. Con riguardo alla provincia di Varese,
Morelli ad esempio si occupa personalmente di tutta la vicenda legata alla crisi della
Siai Marchetti. La sua presenza viene richiesta da più parti per tenere conferenze e
comizi. E appunto in una di queste occasioni che perde la vita, quando, nel viaggio
per recarsi a parlare ai braccianti di Comacchio in sciopero, il 18 luglio 1954, viene
coinvolto in un incidente automobilistico mortale.
Con Luigi Morelli, la Cisl perde colui che sarebbe stato il probabile e naturale
successore di Giulio Pastore. |
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